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WILLIS CONNIE- Il sogno di Lincoln

Insopportabilmente bello questo primo romanzo (se si fa eccezione per Water Witch, 1982, scritto in collaborazione con Cynthia Felice) di Connie Willis, famosa soprattutto per L’anno del contagio uscito nella Cosmo Oro dell’Ed. Nord. Questo recuperato su Urania è un romanzo dalla trama minima e dalla struttura circolare, che rimescola alcuni dei miti più tenaci degli Stati Uniti:

1) il mito di Abramo Lincoln, 16° presidente degli Stati Uniti d’America. Sei settimane dopo la sua elezione, e in diretta reazione di questa, gli Stati del sud proclamarono la secessione; ne seguì una guerra civile durata 4 anni che devastò orribilmente il territorio americano da Washington a New Orleans, mise in ginocchio l’economia del Sud e provocò 650.000 morti. 2) il mito di Robert E. Lee. Rifiutando di assumere il comando dell’esercito degli Stati Uniti, offertogli da Lincoln all’inizio della guerra, Lee divenne il prototipo del gentiluomo schivo e votato al dovere coinvolto in una tragedia più grande di lui. Nel romanzo di Connie Willis, Lee appare come un uomo tormentato dal pensiero dei 250.000 morti in battaglia direttamente imputabili al suo comando. 3) il mito stesso della Guerra di Secessione. Il romanzo si svolge fra Washington e Fredericksburg, con alcune digressioni su una serie di campi di battaglia. Quasi tutti i maggiori scontri della guerra si svolsero in Virginia, il più settentrionale degli stati secessionisti, a ridosso della capitale dell’Unione, Washington.

Il titolo del romanzo si riferisce a un sogno prodromico avuto da Lincoln alcune notti prima di essere assassinato. Così lo descrive Maria Luisa Rizzatti (Abramo Lincoln, Mondadori 1971):
Una notte gli è parso di udire un suono di singhiozzi salire dalle scale terrene della Casa Bianca. Nel sogno era sceso in cerca dei dolenti, ma non si vedeva nessuno. Era giunto infine nella Sala Est, tutta parata a lutto, e qui era un catafalco circondato da gran folla. Un drappo nero copriva il viso del cadavere. Aveva chiesto allora: "Chi è morto alla Casa Bianca?" E la gente rispondeva: "Non sapete? Il presidente: un assassino l’ha ucciso."
Come piacerebbe a Umberto Eco, il titolo del romanzo porta fuori strada il potenziale lettore perché in realtà la trama si sviluppa intorno ai sogni di Robert E.Lee. La paziente di un amico del protagonista, Annie (che porta lo stesso nome della figlia prediletta del generale Lee), è soggetta a una "tempesta di sogni". Sogna di Arlington, abitazione di famiglia del generale, delle battaglie di Antietam, Fredericksburg e Gettysburg, della morte di R.E.Lee. Si tratta di sogni con una impressionante dovizia di particolari, che inducono il protagonista a credere che si tratti degli incubi del generale. La trama procede su strade parallele avvolgendosi su sé stessa. Broun, il datore di lavoro del protagonista, ipotizza che i sogni prodromici di Lincoln fossero dovuti alla morte del figlioletto Willie (il prediletto del presidente, proprio come Annie era la favorita di Lee). Ma a cosa si devono i sogni di Annie? Secondo il suo psichiatra si tratta del ritorno di un senso di colpa. Secondo Annie stessa, si tratta degli incubi del generale che filtrano attraverso il tempo. E sente proprio dovere aiutare Lee a scaricare il senso di colpa per le carneficine della guerra civile assumendo su di sé i suoi incubi. La trama si snoda attraverso una impressionante serie di parallelismi: a) la ricerca. Jeff, il protagonista, è incaricato dal suo datore di lavoro di ricercare il luogo di prima sepoltura del piccolo Willie Lincoln. Al tempo stesso, egli vuole sapere dove è sepolto Traveller, il cavallo del generale Lee. b) il sogno. Broun vuole sapere se i sogni di Lincoln sono dovuti alla sua acromegalia (crescita abnorme della struttura ossea). Jeff vuole sapere se i sogni di Annie sono causati dai medicinali prescritti dal suo psichiatra o da una memoria storica genetica dell’umanità. c) la morte. Annie sta sognando in sequenza tutte le battaglie della guerra civile. Cosa accadrà quando arriverà a sognare la morte di Lee? C’è un parallelismo tra la guerra e la possibilità che Annie sia ammalata. d) la guerra. Broun, il datore di lavoro di Jeff, ha terminato di scrivere un romanzo sulla battaglia di Antietam (che la Willis si ostina a chiamare con l’articolo determinativo: battaglia dell’Antietam). Jeff e Annie rileggono le bozze prima della pubblicazione, ripercorrendo il martirio di tante giovani vite. e) la malattia. Lincoln soffriva di acromegalia. Lee è morto di infarto, Broun ha avuto un infarto e sospetta che Jeff soffra di cuore. Willie Lincoln è morto (secondo Connie Willis di polmonite, secondo la Rizzatti di tifo). Annie Lee è morta a 23 anni, Annie rischia di essere uccisa dai sogni del generale. 400.000 soldati sono morti di assideramento, dissenteria o epidemie durante la guerra. f) il dolore - lo strazio di Lincoln per la morte del figlio prediletto Willie è parallelo al dolore di Lee per la scomparsa della figlia Annie. Entrambi i decessi sono avvenuti in piena guerra (1862), entrambi causano incubi ai due padri. Il sogno del presidente diventa un puzzle per Broun, i sogni del generale sconvolgono la vita di Annie. g) il feticismo. Connie Willis rimesta nell’amaro di un feticismo di fondo, ricavato dalla memoria collettiva degli americani sulla guerra di secessione. La morte innanzitutto: l’intero territorio della Virginia dalle Blue Ridge Mountains fino al Maryland è ricoperto di cimiteri militari. Buona parte del romanzo si svolge in un cimitero: sui campi di battaglia della Virginia, a Fredericksburg, al cimitero nazionale di guerra di Arlington dove è sepolto anche John Fitzgerald Kennedy, protagonista insieme a Lincoln del bel romanzo di Pierfrancesco Prosperi, Seppelliamo Re John. Si richiamano anche il cimitero di Springfield, Ohio, dove sono oggi sepolti Lincoln e suo figlio Willie, il cimitero di Georgetown e la cappella di Lexington dove giace Robert Lee. Dunque, un feticismo necrofilo estremamente rilevante per l’atmosfera del romanzo. Grande importanza hanno anche le mutilazioni: il braccio amputato del generale "Stonewall" Jackson; braccia e gambe dissepolti dalla pianura intorno a Fredericksburg e traslati nel cimitero militare; le zampe anteriori del cavallo del generale Hill falciate da una granata. Necrofilo e feticista è il continuo trasferimento di cadaveri da una sepoltura all’altra (Willie Lincoln dalla sala Est della Casa Bianca a Georgetown e poi all’Ohio, i corpi dei soldati da tutti i campi di battaglia della Virginia a Fredericksburg, Abramo Lincoln dalla Sala Est al treno che attraverserà la Pennsylvania, poi indietro dopo un tentativo di profanazione, poi di nuovo in Ohio per la sepoltura definitiva). Cadaveri sono presenti ovunque: nei sogni di Annie (dal frutteto intorno ad Appomattox, dove Lee si arrese definitivamente, a braccia e gambe affioranti dalla neve intorno a Arlington), sotto il muretto impregnato di sangue di Fredericksburg, tanto che dovette essere abbattuto, e all’angolo di muro tenuto per pochi minuti dalla divisione Pickett a Gettysburg. Perché la Willis ha scelto come tema del romanzo scritto da Broun, Il legame del Dovere, proprio la battaglia di Antietam? Tra l’altro, proprio il Dovere torna in gioco come motivazione di Robert Lee per autoassolversi dopo la carneficina (motivazione insufficiente, vista la violenza autoaccusatoria dei sogni del generale). Nella tarda estate del 1862, fallito il tentativo di investire la capitale confederata Richmond, che si trova a solo 200 km. di distanza da Washington, l’Unione dovette subire un tentativo di invasione del Maryland, lo Stato nel quale è stato ricavato il Distretto federale di Columbia, l’unità politico-amministrativa in cui ha sede la capitale U.S.A.. Robert Lee fu fermato sulle rive del fiume Antietam nella più sanguinosa battaglia della guerra, il 17 settembre del 1862. Quella prima, netta vittoria per il Nord permise a Lincoln di fare approvare dal parlamento il proclama di emancipazione degli schiavi. Connie Willis, per bocca dello scrittore Broun, sostiene che Robert Lee capì sino da quella sconfitta che gli Stati confederati avrebbero perduto la guerra: dunque, da quel momento avrebbero origine sensi di colpa ed incubi del generale. Nel romanzo, ad ogni personaggio dei nostri giorni corrisponde un parallelo durante la guerra civile. Annie è, naturalmente, il generale Lee; il suo psichiatra è il generale Longstreet, che contravvenendo agli ordini superiori contribuì alla sconfitta di Gettysburg; Jeff è Traveller, il cavallo del generale. Broun, lo scrittore, persegue l’identificazione con Lincoln; una serie di personaggi minori entrano negli incubi di Annie: cameriere, medici, tassisti. Connie Willis ha composto un romanzo circolare; non un vero enigma alla Eco (v. Il pendolo di Foucault, che per molte ragioni ricorda questo romanzo), ma comunque una serie di iterazioni sullo stesso argomento per confutare le verità precedenti e aggiungerne di nuove. Filippo Scozzari, fondatore di Frigidaire, ha recentemente lanciato strali contro lo stile di Connie Willis (I.A.S.F.M. n. 6, ottobre 1994) e il suo continuo ripetere argomenti già letti poche pagine prima. Se ciò può essere sottoscritto, senza l’enfasi iconoclasta di Scozzari, per la parte de L’anno del contagio ambientata nei giorni nostri, al contrario in Il sogno di Lincoln questo accorgimento di stile nasce dalla necessità di aggiungere ad ogni nuovo passaggio sul medesimo argomento un elemento nuovo, esattamente come accade per l’iterazione nella curva frattale.

Aggiunto: May 20th 2005
Recensore: Franco Ricciardiello
Voto:
Link correlati: Connie Willis o del quotidiano
Hits: 3630
Lingua: italian

  

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