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Il Nuovo Meme
Inserito Venerdì 28 gennaio 2005
|
|
un articolo di David Brin
Parte prima, un'introduzione
Io mi guadagno da vivere facendo lo scrittore. In altre parole facendo il mago,
lo sciamano o il produttore di metafore. Usando salmodia e incanto (e con la
collaborazione attiva dei miei clienti, i lettori) creo immagini, personaggi e
realtà alternative in altre menti. Si tratta di una professione antica e
venerabile. Tutte le tribù hanno avuto dei cantastorie che intrecciavano
leggende attorno al fuoco. La mia specialità non riguarda epiche di un tempo
ormai lontano, ma di tempi e luoghi che devono ancora venire; tenta di collegare
realistici "può essere" con vividi "sarebbe potuto accadere". Soprattutto è una
letteratura di cambiamento.
Queste sono giornate grasse per un genere di questo tipo dato che il cambiamento
è la materia principale del nostro tempo. Se il clero moderno di
oggigiorno è composto dagli scienziati, noi autori di SF siamo come quei tipi
dagli occhi spiritati con capelli lunghi fino a terra che si trovavano un tempo
alle porte del tempio e che facevano trucchi e abbacinavano la gente, tollerati
di solito dai guardiani ufficiali della saggezza in quanto i preti astuti sanno
che la gente ha bisogno anche di miti.
Di fatto, la maggior parte degli scienziati moderni sembra preferire la lettura
di racconti speculativi e fantastici. Forse anche ad essi piace, una volta ogni
tanto, d'essere portati via ad esplorare possibilità che non richiedono alcuna
prova, solo la plausibilità. Poiché ho lavorato su entrambi i versanti, sia
all'interno del Tempio che all'esterno, posso dire che, pur in tutte le loro
differenze, la scienza e la fantascienza hanno qualcosa di profondo che le
accomuna. Potrebbe definirsi uno schema di riferimenti comune, un modo nuovo e
differente di guardare al mondo.
In articoli precedenti a questo ho fatto allusione a questa visione del mondo.
Ora voglio riferirmi ancora una volta al Dogma della Diversità.
Si consideri l'affermazione che segue:
La realtà
soggettiva è ciò che vedo e ciò che sperimento; la realtà obiettiva è ciò che
realmente c'è là fuori. Non necessariamente si tratta della stessa cosa.
In altre parole, guardo attraverso i miei occhi e vedo solo una versione del
mondo, una versione che potrebbe essere, e spesso è, colorata o modificata da
ciò che io voglio vedere. Un'altra persona potrebbe essere testimone
degli stessi eventi e, comunque, osservare qualcosa di completamente differente.
Questa è la prima delle due idee su cui credo si basi la Diversità e a un
lettore moderno probabilmente suona del tutto ovvia. Chi tra di noi non ha
notato l'effetto della soggettività nella vita di tutti i giorni? Le illusioni a
cui gli altri sono legati e quelle che (se dobbiamo essere onesti) nutriamo o
permettiamo noi stessi? Infatti la coscienza di questo problema circola da un
bel po' di tempo. Socrate, Platone, Gesù, Buddha e un'infinità di altri mistici,
in un'infinità di culture, hanno predicato lo stesso messaggio: che tutti noi
esistiamo all'interno di una confusione di incertezze in un mondo imperfetto.
Che non possiamo mai riconoscere la verità completa sulla realtà fisica
attraverso i nostri soli sensi. Si è sottolineato soprattutto ciò che
differenzia i loro sistemi: Socrate che insegnava la ragione, Buddha che
spingeva alla meditazione e Gesù che prescriveva la fede. Ma ciò che tutti hanno
in comune è di gran lunga più importante. Ognuno di questi saggi-profeti si
preoccupava del fatto che la potenza dell'egotismo umano tende a farci mentire a
noi stessi, inducendoci all'errore, all'ipocrisia e, troppo spesso, alla
razionalizzazione delle azioni malvagie.
Per di più, ognuno di questi grandi sapienti ha offerto una variante della
stessa cura.
"Smettete," hanno predicato. "Non preoccupatevi di immaginare come funzioni il
mondo fallace. La conoscenza perfetta si può trovare solo all'interno della
mente, dell'anima. Cercate allora la vostra salvezza privata al di là di quella
del mondo, e non preoccupatevi di sporcarvi le mani cercando di scoprire il
funzionamento dell'opera di Dio."
Prima di Galileo, furono veramente pochi i filosofi in ogni cultura che osarono
sfidare questo misticismo dualista e quasi universale che, quasi sempre, era
appoggiato dalle forti gerarchie di maghi, sciamani, preti o critici d'arte.
Solo di volta in volta un ribelle osava opporsi:
"Ehi, non potrò mai
essere sicuro su ciò che sia assolutamente Vero,... ma di certo posso cercare di
scoprire cosa non lo sia! E per di più posso migliorare il mio modello
del mondo, cercando di scoprire, lentamente, ciò che è più vero di ciò
che conosco già."
In altre parole, attraverso un lento ed attento testare delle cose che tu e gli
altri credete, attraverso un processo di eliminazione, si possono dimostrare
infondate un sacco di idee sbagliate e potersene liberare, perfino di quelle che
avete più a cuore, fino a che il quadro risultante, per quanto imperfetto esso
possa essere, potrà farti vedere il mondo in un modo un po' più chiaro di quello
di prima.
Questa è la seconda metà della dichiarazione, del manifesto, di una nuova
rivoluzione: una rivoluzione che iniziò a prendere piede solo un paio di secoli
fa e che ancora è titubante, incerta e incompleta, ma che ha già raggiunto
meraviglie incredibili. Al problema della conoscenza imperfetta suggerisce una
soluzione nuova e senza precedenti: l'onesto lavoro.
Per potermi avvicinare a ciò che realmente accade devo imparare a fare controlli
incrociati, a sperimentare e a consultarmi e a cooperare con altre persone. La
mutua discussione o la concessione di esami di realtà ci aiuta ad essere
d'accordo su terreni comuni e la critica è l'unico sollievo che gli esseri umani
hanno trovato per l'errore.
Ci vuole grande saggezza, maturità e forza di volontà per vincere l'egotismo
umano radicato in noi per dire: "Ehi, posso ingannare me stesso! Posso anche
sbagliarmi, a volte!"
Ma occorre una rivoluzione ancor più marcata affinché la gente possa aggiungere:
"Invece di ritirarci in noi stessi, cerchiamo di ridurre il problema in piccole
parti e vedere dove mi sbaglio io, dove ti sbagli tu e dove potremmo entrambi
smettere di sorprenderci."
Parte seconda: i rudimenti
Devo fermarmi un attimo per spiegare qualcosa che deve avervi lasciati
perplessi. Sì, prima ho parlato indistintamente di fede e ragione. C'è la
vecchia convinzione che i due sistemi mentali siano essenzialmente nemici, per
sempre in opposizione, ma non è così. Qualsiasi scienziato accorto vi dirà che
la ragione non è altro che un tipo di fede diversa. Fai lo schizzo di uno
scenario sulla carta (come hanno fatto tutti, Platone, San Tommaso, Hegel, Marx
e Freud) e ti convinci, dopo un sacco di se e di perciò che
qualcosa deve essere così.
Dopo tutto, non puoi provare le cose sulla carta... in matematica?
Infatti i matematici sono considerati gli idioti-utili della famiglia
scientifica, in quanto credono veramente in prove logiche. La matematica
è di sicuro il sistema di generazione di metafore più brillante, accurato e
utile che sia mai stato inventato. Contiene sistemi per controllare la propria
consistenza, cosicché molte crepe vengono tolte prima della pubblicazione.
Eppure anche il teorema più elegante deve essere testato nei confronti della
realtà altrimenti rimarrebbe solo una cosa nebulosa. Una curiosità. Solo un
altro bell'incanto..
In altre parole, i matematici sono anche sciamani.
La ragione può essere proprio un'altra forma di fede: una torre di parole e di
simboli che sembra dimostrare ciò che volevate provare, dimenticando che in
altre mani gli stessi attrezzi possono essere usati per mostrare conclusioni
opposte. Si prenda il famoso filosofo René Descartes che decise di gettare via
tutto ciò che conosceva e ricominciare dagli schizzi e che poi procedette, un
passo doloroso dopo l'altro, a provare logicamente tutte le premesse e
tutti i pregiudizi con cui aveva iniziato! Quando hai un'ideologia o una teoria
che dovrebbe essere giusta ci vuole una grossa forza di carattere a vincere il
desiderio tutto umano di credere al proprio incantesimo e, invece, permettere ad
altri di testare l'edificio che avete creato. Testarlo rispetto alla possibilità
che potreste trovarvi nel torto.
In modo esitante ed incostante abbiamo iniziato a predicare questa lezione ai
nostri giovani, specialmente a quelli che entravano nel campo della scienza,
anche se è un livello difficile da mantenere. Con una certa sorpresa anche il
nuovo clero tenta di assecondare questo nuovo codice, ma il richiamo delle
sirene dell'egotismo e dell'auto-stima non si possono sfuggire completamente.
Risuona all'interno dei nostri teschi Cro-Magnon invitandoci continuamente verso
le gioie narcisistiche della magia.
Oggigiorno si sentono i creazionisti (coloro che si rifanno ad
un'interpretazione letterale del libro della Genesi) che attaccano il cosiddetto
umanesimo secolare definendolo "nient'altro che un'altra religione". Mentre essi
propugnano ciò che chiamano "Scienza della Creazione". L'ironia di questo
complimento implicito, che la scienza sia più affidabile di altri modi più
antichi di conoscenza, sembra che sfugga ad entrambe le parti nel dibattito
pubblico.
Le stesse persone proclamano che "l'evoluzione non è altro che una teoria". E,
naturalmente, noi tutti sappiamo che tutte le teorie sono uguali, non è così?
Il Relativismo Culturale, un mito che sorge dall'estremo opposto dell'arco
politico rispetto al Creazionismo, proclama anche che non solo tutte le idee
hanno un eguale valore, ma che nessuna visione del mondo o cultura ha un'idea
migliore rispetto ad altre su ciò che sta realmente accadendo. Che non esiste
una cosa come buono o cattivo, giusto o sbagliato... solo un mare amorfo di
relatività con ogni concetto interscambiabile. La sola cosa valida è l'estetica
individuale. In altre parole una confezione diversa per la vecchia ricetta:
ritirarsi nel mondo interiore.
Ma le teorie non sono tutte uguali! Il pensiero umano prospera all'interno della
competizione tra le idee. Alcune vengono confutate e se ne vanno meritatamente
nel bidone delle immondizie. Mentre altre vengono promosse ad essere modelli del
mondo. Tutti possono uscire fuori con una metafora o un concetto, ma un modello
del mondo offre spiegazioni consistenti su ciò che la gente vede accadere
attorno a sé.
Ancora più importante, un modello valido continua a fare predizioni testabili.
La maggior parte delle relazioni scientifiche che si rispettino terminano con
un'affermazione del tipo: "Se questa magnifica mia teoria è esatta, questo e
quest'altro verrà scoperto con un esperimento fatto così e così. Al contrario,
la mia teoria sarà confutata se le prove X e Y mostreranno dei risultati
contrari."
Funziona a questo modo, e non solo nella scienza. E' così che anche uomini e
donne oneste vivono la loro vita. Se credi in qualcosa allora cerchi con ogni
mezzo di provarlo e di convincere anche gli altri. Ma lasci sempre lo spazio per
la possibilità che qualcun altro possa dimostrare che stai sbagliando.
E allora che ne è dei cosiddetti "modelli del mondo"?
Il nome può essere applicato a qualsiasi teoria che descriva esaurientemente
l'universo ad un dato tempo. Chiamiamola un monarca tra le teorie, in quanto,
come abbiamo detto in precedenza, non tutte le idee sono uguali. In qualsiasi
mese o anno, in qualsiasi area soggetta, una descrizione di solito funge da
leader. Generalmente è quella con il minor numero di inconsistenze e con le
evidenze accumulate in modo migliore per rintracciarla.
Nella scienza nessun modello dura per sempre. Le teorie dominanti sono
ricompensate dal fatto di diventare i bersagli principali! La maggior parte
degli esperimenti è indirizzata a testarle. Anche se un modello sopravvive ad
una prova dopo l'altra, inevitabilmente cambia nel processo. Di solito queste
nuove versioni sono rappresentate da miglioramenti incrementali piuttosto che da
rigetti, come i concetti di Darwin che sono maturati durante il secolo passato
dalla sua morte, anche se hanno mantenuto la loro validità di base. Ma si sa che
accadono anche le rivoluzioni. La tettonica non è iniziata come il Modello
Migliore in geologia. Si è conquistato lo spazio dopo un lungo processo di
critica, predizioni azzeccate e confronti con le prove.
E' un procedimento di grossa riuscita attraverso il quale la nostra comprensione
dell'universo è evoluta anno dopo anno, senza i traumi o i roghi per gli eretici
che erano soliti punteggiare i progressi della conoscenza umana. Questo nuovo
clero è aperto a tutti i nuovi venuti, anche ai figli dei contadini. Uno dei
prodotti collaterali abbastanza peculiari, relativamente raro nei tempi passati,
è uno strano prodotto chiamato "onestà", assolutamente indispensabile nella
scienza, che è probabilmente la meraviglia meno probabile mai emersa dalla mente
umana incentrata su se stessa.
Purtroppo a volte il processo appare anche contegnoso, tranquillo e anche
dispotico per coloro che oggigiorno ritraggono se stessi come non-conformisti
valorosi e la scienza come l'odierno monolito oppressivo. Tipi pseudo-artistici
sembrano preferire il ritorno ai vecchi modi per fare le cose: il modo in cui la
"saggezza" veniva trattata dovunque e sempre, tranne che nel nostro piccolo
pezzetto di tempo.
Parte terza: la visione di un'Età dell'Oro
Per seimila, diecimila, cinquantamila anni... (fin quando si può andare
all'indietro assumendo che si era esseri intelligenti e capaci di porre
domande), i nostri avi avevano ben poca idea di come funzionasse il mondo. E
possiamo affermare con sicurezza che per la maggior parte del tempo erano
terrorizzati.
Per tutti questi millenni, quasi tutte le civiltà che conosciamo hanno avuto un
sistema di credenze su ciò che può essere definito una visione del mondo del
Guarda Indietro. In altre parole, le persone condividevano una convinzione
comune che la loro tribù, la loro gente, la loro nazione, avevano avuto un'età
dell'oro, un tempo migliore in cui gli uomini erano più virtuosi, più forti e
più vicini al cielo. Un'era in cui i saggi operavano meraviglie ed erano più
assennati di quelli moderni. Dai sumeri alla Cina, fino alle leggende dei nativi
americani, il filo della gloria perduta attraversa quasi tutta la tradizione
mistica.
Tutta, tranne la nostra. La nostra cultura, moderna, cosmopolita e di dimensioni
mondiali, è presumibilmente la prima ad imboccare un orientamento radicalmente
divergente, non necessariamente migliore, ma profondamente differente. Una
filosofia che potrebbe essere definita Guarda Avanti.
Non c'è stata nessuna età dell'oro nel passato, è quanto dichiara questa visione
rivoluzionaria; i nostri avi si graffiavano e si artigliavano e solo pochi, i
meglio intenzionati, cercavano con fatica di rimediare alla misera ignoranza che
avevano ereditato. Alcuni, cercando con sincerità di migliorare le cose, se ne
uscirono con modelli del mondo realmente spaventosi, dei panteon o degli ordini
sociali che giustificavano, e perfino incoraggiavano, persecuzioni o ingiustizie
terribili. Eppure, nonostante tutti gli errori e gli ostacoli che incontrarono,
gli uomini e le donne si dedicarono in modo glaciale, generazione dopo
generazione, di apportare nuove cose alla nostra conoscenza, così come alla
nostra saggezza.
Non c'è stata nessuna età dell'oro passata, dicono i credenti nella visione del
Guarda Avanti. Ma circola il concetto che potremmo essere sul punto di
costruirne una per i figli di domani.
Questo nuovo orientamento verso il futuro, e non verso il passato, è
particolarmente evidente nell'atteggiamento scientifico verso la conoscenza. Al
posto della Verità con la V maiuscola, immutabile e tramandata immutabile
attraverso il tempo da un qualche antico testo di tradizione, oggigiorno abbiamo
il ciclo del perfezionamento e della revisione che è descritto poco sopra. I
migliori modelli del mondo si ritrovano negli articoli nelle pubblicazioni più
recenti, neo libri di testo più moderni concernenti un soggetto qualsiasi… e
neppure essi saranno la parola definitiva, in quanto, nel giro di cinque o dieci
anni ci saranno modelli ancora migliori, man mano che i risultati vengono fuori
da nuovi esperimenti.
Per voi, lettori moderni e membri di una civiltà contemporanea, questo modo di
guardare alla verità può apparire ovvio. (Si noti come perfino le frasi
Guardare Indietro e Guardare Avanti appaiano influenzate in favore
della seconda, come risultato di un pregiudizio insito nel nostro linguaggio).
Non esagererò abbastanza come recentemente questo punto di vista abbia raggiunto
qualcosa che assomigli all'accettazione universale. Il ribaltamento
nell'orientamento temporale della saggezza è un'inversione di rotta
intellettuale senza precedenti negli annali del pensiero umano. Le sue
conseguenze, che includono già scienza e democrazia, cresceranno in profondità
col passare degli anni.
Parte quarta, Idee che infettano
Seguiamo un percorso laterale mentre ci troviamo a parlare del pensiero umano.
Tanto per cominciare dovremmo tornare a sfiorare un po' di biologia.
Richard Dawkins, nel suo libro The Selfish Gene, descrive come la nostra
eredità genetica sembri essere il risultato delle lotte di molecole quasi
invisibili di DNA contro la natura e tra di loro. Quasi tutta l'evoluzione può
essere osservata come una cernita di quei geni che non riescono a raggiungere lo
scopo principale di fare copie di se stessi e di diffonderle. Naturalmente le
molecole non contemplano degli scopi. Il volere è un'emozione umana.
Eppure, gli effetti della selezione naturale spesso appaiono stranamente come se
differenti eredità genetiche si siano affrontate per la conquista di nicchie
all'interno dell'ecosistema.
Mettiamola in questo modo. Se per un caso fortuito un gruppo di geni incappa
negli atteggiamenti giusti che gli permettono di creare un organismo che, a sua
volta, vive per creare e tramandare altre copie dei geni, allora tutte queste
copie condivideranno anche il tratto vincente originario ed avranno una
possibilità migliorata di fare copie. E così via. Il processo funziona allo
stesso modo con successo sia per creature autonome, come me o voi, che per un
virus che invade un organismo ospitante e lo usa come strumento di replica.
Detta così non è che un crudo sommario delle intuizioni che Dawkins descrive
benissimo (che hanno portato al mio racconto "The Giving Plague"). Questo non è
che un preludio al passo successivo di Dawkins, allorché discute di un altro
tipo di raggruppamenti di informazioni con tratti simili. Non geni, ma "memi".
I memi sono idee crude. Concetti puri che, come codici genetici
conquistatori, sembrano capaci di svilupparsi all'interno di organismi ospite e
attraverso di essi, questa volta si tratta delle menti umane.
Come appare una tale "idea vivente"? Be', prima di tutto sopravvivrà attraverso
il far pensare a sè il suo ospite. Nel contemplare un concetto, in
effetti lo si mantiene vivo. Per esempio, un po' di tempo fa ho letto un
concetto, proprio quello di cui ora stiamo parlando, il concetto dei memi. Si
può dire che questa idea ha avuto successo nell'infettarmi in quanto ho
continuato a pensarci, dandole un'esistenza continuativa o una vita.
Ma un virus o un batterio che si limita a porsi all'interno del suo ospite non
combina niente. Un efficiente pseudo organismo deve fare di più. Deve
riprodursi.
Come fa a proliferare un'idea vivente?
Non solo facendo pensare il suo ospite a lei, ma a farne delle copie e a
diffonderle… dicendolo ad altri. Ebbene, se siete stati attenti, vi renderete
conto che si tratta di ciò che in effetti ho fatto negli ultimi minuti per un
meme particolare: il meme dei memi. Parlandovene, sto facendo l'equivalente
memetico di tossirvi addosso, infettandovi con il concetto trasmissibile e auto
replicante di queste idee infettanti. E' un concetto autoreplicante di successo,
qualcuno tra di voi uscirà e ne parlerà con altri. E così via.
Naturalmente la vita sarebbe noiosa in un modo impossibile se non condividessimo
le nostre idee, mentre le mutiamo e le adattiamo costantemente ai nostri scopi.
Immaginiamo ora che che qualcuna di queste idee auto-riproducenti ottenga altri
attributi. Che succederebbe se una di esse aiutasse il suo ospite a diventare
prospero, carismatico o influente… per diffondere il meme in modo più efficace?
E che accadrebbe se un altro meme aiutasse i suoi ospiti, o la sua tribù ospite,
a mantenere lontani altri memi? ad esporre i propri figli solo ad idee antiche e
familiari? Sarebbe proprio un bel gioco di prestigio!
Vi sembra forse un bizzarro scenario di fantascienza?
Oppure, al contrario, non un modello abbastanza buono di ciò che è accaduto per
quasi tutta la storia umana? Gli esempi non mancano di certo. Si prendano le
regole di esclusione dogmatiche della maggior parte delle religioni, che
definiscono i sistemi ideologici antagonisti come "eresie".
Un ayatollah iraniano disse una volta dell'America: "Non ci fanno paura le
vostre bombe, quello che temiamo sono le vostre idee pagane." Che vuole dire con
queste parole? La teoria di Dawkins sembra offrire una spiegazione abbastanza
buona.
Parte quinta (conclusione): Memi in guerra
E ora arriva la parte realmente fantascientifica di questo scenario. (Dopotutto
state leggendo tutto ciò per divertimento, non è così?) E allora divertiamoci
con queste nozioni per un po', mentre faccio un quadro piuttosto non
convenzionale del nostro mondo familiare.
Lasciatemi suggerire che fino poco tempo fa cinque memi principali hanno
combattuto per il futuro di questo pianeta. Queste zeitgeist in
contrapposizione hanno poco a che vedere con quegli slogan pressurizzati,
superficiali e pomposi, attorno a cui la gente si è agitata tanto durante il
secolo passato: comunismo, capitalismo, cristianesimo, islamismo. Sono temi più
profondi e più antichi che a tutt'oggi continuano a influire sul tono di intere
civiltà.
Il feudalesimo è uno dei più antichi. Potrebbe sembrare che sia raro oggigiorno,
ma molti filosofi e storici lo hanno definito la "più naturale" delle società
umane, per il semplice fatto che è sorta in così tanti luoghi attraverso i
millenni. Dovunque, infatti, allorché metallurgia ed agricoltura si combinano
per far sì che elite ristrette stabiliscano e rafforzino un'aristocrazia
ereditaria.
(Se si dovesse fare una lista di quelle poche e brevi fioriture di libertà e di
impresa della storia, è chiaro che l'aristocrazia ha bloccato e distrutto molti,
ma molti di più di questi fragili rinascimenti di quanti non ne abbia fatto il
socialismo)
La vita moderna ha reso obsoleto il feudalesimo? Forse, ma in caso affermativo,
perché mai sono in tanti nell'occidente a seguire con passione gli incroci delle
famiglie reali europee, compresa quella che noi americani abbiamo giustamente
preso a calci tanto tempo fa?
Oppure si prenda la popolarità eccessiva dei romanzi fantasy con ambientazioni
feudali. E' mai possibile che i discendenti dei ribelli, veri eroi che
combatterono per liberarci da una vita oppressiva e bestiale che condannava
quasi tutti all'ignoranza e all'isolamento, che quei discendenti preferiscano
fantasticare con avventure "eroiche" che mostrano re dispotici, principi
egocentrici e maghi bisbetici? Apparentemente è proprio così.
E' chiaro che il richiamo del meme feudale è ancora forte in noi, attirando
ancor oggi le nostre simpatie.
Il machismo è un'altra potente visione del mondo, il meme principale, in
moltissime parti del mondo attuale. Ogniqualvolta le donne vengono soffocate e
la vendetta viene ritenuta una virtù primaria, ogniqualvolta le capacità e la
laboriosità sono disprezzate in favore del "pavoneggiamento" e della lealtà di
gruppo maschile… con una probabilità molto grossa è il machismo a dettare legge.
E non lo si sottovaluti! Per tutta la storia umana quello del macho è stato un
modo efficace per dirigere piccoli clan. Infinite epiche appassionanti ed
eroiche ci sono pervenute da queste tribù. (O si guardi a come siano in molti
oggigiorno a svenire per come vengono descritti i Klingon in Star Trek!) Senza
dubbio il fermento inevitabile di questa zeigeist incentrata sul maschio era
tollerabile fino a che il numero degli umani era piccolo e i
cacciatori-guerrieri erano fondamentali per la vita del clan.
Versioni differenti di machismo dominano oggigiorno intere regioni, perfino dei
continenti, convogliate di generazione in generazione attraverso i miti che i
bambini assorbono in tenera età. Per esempio, in una cultura mediorientale quasi
tutte le favole si focalizzano su di un unico tema, quello della vendetta. In
un'altra terra, si sa che le mamme si mettono i bambini maschi sulle ginocchia e
gli dicono: "Un giorno deflorerai delle vergini e violenterai le mogli di altri…
ma se ciò dovesse accadere a tua moglie o a tua sorella sgozzale."
Tutto ciò potrebbe apparire bizzarro a qualcuno di voi, ma sarebbe un errore
liquidarlo come un'aberrazione. Per quanto riguarda le visioni del mondo, il
machismo ha una lunga tradizione, molto più lunga della nostra. L'argomento più
appropriato contro questo meme non è tanto che qualsiasi alternativa sia
intrinsecamente migliore, ma semplicemente che se mai dovesse prevalere, allora,
di sicuro, la Terra morirebbe.
Poi c'è la paranoia, un'altra famiglia venerabile di memi. Per esempio, si può
comprendere la tradizione xenofoba della Russia grazie alla lunga storia di
terribili invasioni che ha dovuto sopportare, in media un paio al secolo. E poi
quella visione del mondo fatta di sospetto accigliato e malafede obbligata
assunta da una superpotenza nervosa e capricciosa peggiorò a causa di un dogma
illusorio e superficiale, il comunismo. Se la paranoia avesse vinto, o almeno
fosse durata molto più a lungo, il mondo con ogni probabilità prima o poi
sarebbe andato in fumo. Vedremo, nel corso del prossimo decennio, se questo meme
realmente si stia estinguendo. Guardate come le altre famiglie culturali ne
divorino i resti, con alcune parti dell'impero che si affrettano ad unirsi
all'occidente, con altre che ricadono nell'orbita del machismo e altre ancora
che si trasformano in orientali con velocità sorprendente.
La quarta visione del mondo, che chiamo "L'Est" è una zeitgeist che si può
dimostrare benissimo come sia tradizionale e sana... a suo modo. Per tutto il
periodo storico documentabile è stata dominante su questo pianeta. Il suo tema:
omogeneità, uniformità, rispetto per gli anziani e disciplina. La gente deve
posporre il proprio senso del sé in favore della famiglia, del gruppo e della
nazione. Si può osservare benissimo come un meme di questo tipo renda molto più
facile il governo di grosse popolazioni. Non si sperperano capitali nelle lotte
maschili e non vengono utilizzati in modo eccessivo per le armi. Il lavoro
stoico e l'interesse comune hanno la possibilità di operare meraviglie.
Se dovesse vincere l'Est, con ogni probabilità si avrebbe un certo preservamento
dell'ambiente, forse non i panda, ma di sicuro qualche albero. Di sicuro si
abbatteranno sia la violenza che i madornali eccessi dell'hiper individualismo.
L'uomo potrebbe perfino, piano piano, andare nello spazio.
Ma se mai dovessimo incontrare degli alieni, non riusciremmo a comprenderli.
Infatti per quel momento si sarebbe estinto il concetto stesso di diversità
(senza parlare dell'idea di trovarlo attraente).
Per quanto mi riguarda non troverei molto divertente il vivere in una civiltà
umana dominata dalla ripetitività. Ma comunque, se fossi stato allevato in modo
differente, non riterrei il "divertente" una necessità fondamentale. (In molte
lingue non c'è una parola per indicare il concetto). In ogni modo, la visione
del mondo orientale è l'unica ad avere precedenti provati, avendo operato in
civiltà per millenni in un modo che, pur essendo dispotico, era a suo modo calmo
e ordinato.
"Calmo" è l'ultima parola che si userebbe per descrivere il quinto meme, un meme
che è sempre stato un tema minore, trasportato in ogni cultura da una minoranza
eccentrica… fino a che non è arrivata la nostra. Qual è il quinto meme? Mi avete
sentito definirlo il Dogma dell'Alterità, anche se il termine scalfisce solo la
superficie. A differenza dei suoi predecessori è una visione del mondo strana e
ribelle che in pratica incoraggia gli appetiti per la novità, la fame per la
diversità e l'ansia per il cambiamento.
La tolleranza svolge un ruolo importante nelle leggende diffuse da questa nuova
cultura, in aggiunta ad una tradizione di auto-critica umoristica. (Si guardi al
messaggio sottinteso nella maggior parte delle situation comedy. E' sempre il
personaggio più intollerante e pomposo ad avere la giusta punizione prima che
cada il sipario. E mai prima capi di nazioni o comandanti di eserciti avevano
dovuto accettare il fatto che sarebbero potuti diventare oggetto di critica o
anche di ridicolo.)
Un'altra tendenza che pervade infiniti film e romanzi è il sospetto per
l'autorità. Una pletora di scrittori ad Hollywood come da altre parti hanno
lavorato su questo filone, atteggiandosi tutti come se avessero inventato
l'individualismo ribelle, un aspetto ironico in quanto tutti loro sono stati
allevati con miti che esaltavano l'eccentrecità e la sfida solitaria! (Da Mr.
Smith Goes to Washington, a Rebel Without a Cause agli ultimi
esercizi in auto flagellazione diretti da Oliver Stone.) Si guadagna bene da
vivere oggigiorno in occidente facendo l'iconoclasta, soprattutto se riesci a
rendere divertente il tuo infrangere idoli.
Sono in pochi ad aver notato quanto sia strano questo messaggio, come
propaganda. Indicate un'altra cultura nella storia che abbia diffuso più miti
sull'iper tolleranza di quanti non abbia fatto il film E.T. di Steven
Spielberg, un film che è servito da insegnamento per una generazione di bambini:
"Se mai dovessi incontrare uno straniero di una razza aliena, preoccupati di
nasconderlo agli anziani della tribù liberamente eletti dalla tua gente!"
Secondo me questa è una rottura molto più sorprendente con la storia di quelle
realizzate con le meraviglie dei farmaci o gli atterraggi sulla luna o dei
computer che parlano, con conseguenze buone e cattive che ne fuoriescono con il
passare dei giorni. L'enfasi non sta più nel guardare al passato o alla
conformità come ad una virtù principale. La fissazione sulla giovinezza
rimpiazza la reverenza per l'età e tutti i vecchi idoli e le vecchie divinità
sono rimpiazzati da una nuova figura sull'altare, il Sè Stessi.
Che meme senza precedenti! Un meme che incoraggia una forma d'arte in modo tanto
incontrollabile indagatrice come la fantascienza e che a sua volta è diffuso in
modo efficiente dalla fantascienza.
Un tempo, nelle società in cui i pochi governavano i molti, gli aristocratici
guidavano le masse puntando a qualche minaccia esterna e montando la paranoia.
Si scorgono sforzi simili diffondersi oggigiorno, negli sforzi di combattere
l'Alterità… sforzi pericolosi che favoriscono razzismo e paura. Sforzi che
possono aver successo qua e là ma, che spero e mi aspetto, saranno ampiamente in
vano. Me lo aspetto perché i ricchi e i potenti non controllano più questo nuovo
mito. E' sfuggito anche alla presa degli intellettuali 'illuminati' che lo hanno
messo originalmente in moto.
Nel bene e nel male sembra proprio che noi siamo diretti in quella direzione.
Per coloro tra il pubblico che hanno scosso la testa per tutto il tempo dicendo:
"Bah! Che grande ottimista è Brin!" posso rispondere soltanto che sono ben
cosciente dei problemi, delle crepe e dei fallimenti scoraggianti e deprimenti
di un sistema che promette libertà, giustizia e pienezza per tutti ma che è
caduto poco lontano da questo ideale. Si è comportato molto meglio di ogni altra
cultura da che abbiamo abbandonato le caverne, ma secondo i nuovi standard che
ci siamo imposti rimane un successo ben misero. Un successo che merita ogni
critica.
(Comunque, e se io non stessi a far altro che la mia parte da iconoclasta?
Ottimismo in un mondo in cui i pessimisti per emulazione abbondano? Fate un
conto mentale. Scommetto che sono io quello che sono differente!)
Sarebbe un'esagerazione affermare che questo meme che io chiamo l'Alterità
'possieda' territori come l'Europa o l'America… o perfino la California. Laddove
è il più forte si contrappone senza sosta al machismo, alla paranoia,
all'omogeneizzazione e alle altre forze tradizionali che continuano a battersi
contro le menti e le azioni di uomini e donne. Forze tradizionali che possono
indubbiamente essere molto più 'naturali' per noi animali umani che siamo così
tanto egoisti e spiacenti in modo innato. Si aggiunga a tutto ciò il flagello
dell'auto-legittimazione a cui le fazioni individuali e politiche sembrano
essere più interessate nei dolci mantra dei loro slogan invece che nel ricercare
soluzioni pragmatiche ai problemi moderni… e vi ritroverete con la formula per
tempi futuri veramente preoccupanti.
Potrebbe essere che il momento migliore per l'Alterità sia già passato.
Chiaramente parte della base per questa rinascita è stato il benessere,
soprattutto le comodità senza precedenti di cui ha usufruito gran parte degli
occidentali a partire dalla Seconda Guerra Mondiale, in cui sono proprio
pochissimi coloro che possono anche soltanto concepire la fame e perciò perché
non combattere per i diritti dei mammiferi marini? (I giapponesi ancora si
ricordano di aver bisogno di loro per mangiare. C'è forse da meravigliarsi se
noi non siamo d'accordo?)
E' una buona cosa ricordare che nazioni e tribù non predicano mai tolleranza e
amore per la diversità allorché sono preoccupate. Si guardi ai conflitti civili
che stanno sorgendo in così tante parti del mondo in precedenza così pacifiche.
Potrebbe essere che l'Alterità poggi le proprie fondamenta su una breve oasi di
abbondanza nella storia umana e che questo nuovo meme svanisca dalla vista non
appena le dune torneranno a sommergerla.
Non facciamo errori su questo punto, l'Alterità (assieme alla sua prole, scienza
e democrazia) rappresenta ancora il nuovo venuto, il perdente.
Ciò che possiamo dire a suo favore è che l'Alterità è diventata potente nella
moralità ufficiale di molte nazioni. In molti dibattiti che riguardano il
pubblico entrambe le parti di solito si addobbano con termini come 'tolleranza',
'privacy', 'scelta' o 'diritti dell'individuo'. E assolutamente tutti, a destra
come a sinistra, sono sospettosi nei riguardi del governo!
Quanta bizzarria, nel contesto del divenire storico, c'è nel concetto impaziente
e profondamente utopico, condiviso da milioni di persone, che le nostre
istituzioni possono e devono essere migliorabili?
O che la critica vigorosa sia una delle migliori maniere per ottenere il
cambiamento...
O che "Potrei sbagliarmi" sia una frase che renda migliore qualsiasi adulto se
detta frequentemente, a voce alta o in privato...
O che sia possibile (e desiderabile) che i figli imparino dagli errori dei
genitori e che li sorpassino...
O che un'età dell'oro non la si debba rimpiangere nostalgicamente in antichi
messali ma che si possa guadagnarla in un domani migliore e più saggio...
Ed ora la domanda bonus: prendo per serio tutto questo?
E' proprio vero che i "memi" infettanti delle visioni del mondo si trovino
realmente in guerra nelle teste umane per avere come premio finale il futuro
della civiltà umana e del pianeta?
Naturalmente no. Il mio lavoro consiste nel condurvi lungo percorsi di
intrattenimento in groppa a strane e nuove metafore. E' ciò per cui mi pagate e
voi mi avete seguito di vostra spontanea volontà (almeno quelli che ancora
stanno leggendo l’articolo!) e spero che abbiate trovato di vostro gradimento
questo viaggio attraverso la stranezza.
Comunque ho pensato ad un esperimento divertente che potete fare usando questi
cinque protagonisti (i cinque memi) che ho descritto più sopra. Provate ad
immaginare cosa accadrebbe se mai venissero sulla Terra degli extraterrestri ed
atterrassero in una cultura macho, o in una feudale o in una società paranoica o
nell’Est.
Otterreste quattro scenari completamente differenti, non è così?
Bene, ora fate un altro passo avanti ed immaginate il contatto alieno con gente
cresciuta nella maniera finale che ho descritto, sotto il Dogma dell’Alterità.
Dimenticate il pathos di Hollywood per tipi della CIA brutti e abietti e per
razzisti dal grilletto facile. Quei film automaticamente colpevoli sono stati
responsabili in parte del fatto di credere che (con fortuna) quel tipo di
sdolcinatezza non potrebbe accadere. Piuttosto immaginate un disco volante che
si posa in un parcheggio dell’odierna California. La Guardia Nazionale lo
circonderebbe... per proteggere i nostri visitatori alieni dai cercatori di
novità, dai reporter, dagli ospiti dei talkshow, dai talentscot e da tutte le
orde in cerca di risveglio della propria coscienza!
La giuria è ancora in camera di consiglio per decidere se il feticismo per
l’alterità sia in qualche modo più sano degli altri modi (a volte ho i miei
dubbi!) Né c’è nessuna prova che alla fine possa o debba vincere. Comunque io so
dove sto. La mia educazione non può non venire fuori in quello che scrivo, o
nello sperare che i lettori dei miei libri ne escano ogni volta sentendosi un
pochettino più tolleranti, più orientati verso il futuro, più critici e più
desiderosi di diversità e di cambiamento.
Se anche voi provate la stessa cosa, allora non ha poi molta importanza se sia
un meme o una visione del mondo ribelle, o semplicemente un modo di vita.
Potremmo non essere d’accordo sul come e sul perchè e sul percome dell’Alterità,
mentre saremmo d’accordo su ciò che conta...
...E' il nostro paese.
Il territorio della speranza.
Il commonwealth aperto della meraviglia.
FINE
Titolo Originale The New Meme,
(c) 1993 David Brin, in http://hsv.com/editorials/davidbrin/dbrin2.htm
- http://maxwell.lucifer.com/virus/alt.memetics/,
traduzione italiana Danilo Santoni
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