Menu Principale
News precedenti
Venerdì, 05 febbraio | · | Il Gondoliere |
Venerdì, 15 gennaio | · | Cinema d'animazione: tre esempi francesi |
Mercoledì, 16 dicembre | · | Fumetti Digitali |
· | VITA IN LETTERE (Novembre) |
· | VITA IN LETTERE - Ottobre 2009 |
Venerdì, 04 dicembre | · | Il quinto principio di Vittorio Catani su Urania |
Venerdì, 06 novembre | · | Dalla fantascienza alla guerriglia mediatica |
Martedì, 03 novembre | · | De ''Gli Inganni di Locke Lamora'' e di altre stronzate... |
Venerdì, 30 ottobre | · | La narrativa di Ted Chiang |
· | VITA IN LETTERE - Settembre 2009 |
Martedì, 27 ottobre | · | CORRADO MASTANTUONO - Tra Tex e Paperino: il disegnatore dei due mondi |
Domenica, 11 ottobre | · | Fissione |
Domenica, 04 ottobre | · | Yupanqui |
Giovedì, 24 settembre | · | VITA IN LETTERE - Agosto 2009 |
Martedì, 22 settembre | · | VITA IN LETTERE (Agosto) |
Martedì, 15 settembre | · | Le lezioni sempre ignorate della Storia |
Lunedì, 14 settembre | · | Isole |
Giovedì, 03 settembre | · | I 10 libri da riscoprire |
· | VITA IN LETTERE (Luglio) |
· | VITA IN LETTERE - Luglio 2009 |
Sabato, 11 luglio | · | L'ermetismo nei lavori di Alexey Andreev |
Giovedì, 09 luglio | · | VITA IN LETTERE (Giugno) |
Domenica, 05 luglio | · | I ciccioni esplosivi |
Mercoledì, 01 luglio | · | VITA IN LETTERE - Giugno 2009 |
· | Futurama |
Domenica, 21 giugno | · | Venature |
Domenica, 31 maggio | · | VITA IN LETTERE (maggio) |
Sabato, 16 maggio | · | Il bacio della Valchiria |
Giovedì, 14 maggio | · | VITA IN LETTERE - Maggio 2009 |
Giovedì, 07 maggio | · | City of steel, city of air |
Martedì, 28 aprile | · | VITA IN LETTERE (aprile) |
Lunedì, 27 aprile | · | Ritratto di gruppo con signora |
Martedì, 21 aprile | · | L'ultima possibilità |
Lunedì, 20 aprile | · | J. G. Ballard |
Giovedì, 16 aprile | · | La voce nella notte |
Giovedì, 02 aprile | · | I primi dopo gli antichi persiani |
Mercoledì, 01 aprile | · | VITA IN LETTERE - Marzo 2009 |
Martedì, 31 marzo | · | ''Il giudice di tutta la terra (The judge of all the earth) |
Domenica, 29 marzo | · | ''Amici assenti (Absent friends)'' |
Sabato, 28 marzo | · | Considera le sue vie (Consider her ways - 1956) di John Wyndham (1903-1969) |
Venerdì, 20 marzo | · | ''A mezzanotte, tutti gli agenti… (At Midnight, All the Agents...)'' |
Mercoledì, 11 marzo | · | Vito Benicio Zingales e il Truccatore dei morti: intervista all’autore |
· | Vito Benicio Zingales: il Capolavoro noir è “Il truccatore dei morti” |
Martedì, 10 marzo | · | Timestealer |
· | Specchi irriflessi (The Tain - 2002) di China Miéville |
Lunedì, 02 marzo | · | La Rocca dei Celti |
Domenica, 01 marzo | · | Violazione di Codice |
· | QUANDO C'ERA IL MARE… |
Domenica, 22 febbraio | · | Rumspringa |
Lunedì, 01 dicembre | · | Il sogno delle 72 vergini |
Articoli Vecchi
Area Riservata
|
Donato Giancola
Inserito Giovedì 28 settembre 2006
|
|
Premio Hugo 2006 categoria Best Professional Artist
Uno degli artisti più interessanti del mondo del fantastico, Donato Giancola ha raggiunto il giusto apprezzamento per la sua opera ottenendo il premio Hugo per il 2006 nella categoria Best Professional Artist.
Dal suo sito proponiamo la presentazione che l'artista fa della propria arte:
Sono nato nel 1967 e sono cresciuto a Colchester nel Vermont, un sobborgo di Burlington, che è la città più grande del Vermont con una popolazione di circa 50.000 abitanti. Ho vissuto poi per tre anni a Syracuse mentre frequentavo la scuola e poi a New York City dopo il diploma, dove ora ho una casa a Brooklyn.
Sebbene
esistano pietre miliari nella mia carriera, non posso dire con esattezza quando
‘ho iniziato’ a dipingere e a disegnare in modo serio.
La mia infanzia è disseminate di ricordi
di pomeriggi in cui facevo modellini e giocattoli, disegnavo materiali militari e
astronavi e trovavo progetti altamente creativi in ogni cosa. Leggere fumetti,
pitturare miniature per Dungeons & Dragons, creare mappe e immagini
per giochi di ruolo, produrre oggetti artistici per la scuola, produrre i miei
film in 8mm... la lista è infinita!
L’arte è stata una passione, ma anche un hobby in quanto ero portato sia per la
matematica che per l’arte.
Il mio apprendistato formale
è arrivato in ritardo. Ho iniziato la mia carriera universitaria alla UVM con un
diploma in ingegneria elettrica, ma ho dovuto attendere il secondo anno alla
University of Vermont per abbandonare il percorso frustrato dalla mancanza di
creatività nelle lezioni, nelle materie e nei compiti. Mi ricordo ancora il
giorno che abbandonai tre lezioni di ingegneria a metà semestre, scioccando i
miei amici, la mia famiglia e me stesso. Non ci provate a farlo senza
un’adeguata supervisione da parte di qualche adulto! Mi iscrissi al corso
artistico il semestre successivo ed iniziai le prime lezioni formali di pittura.
Quello stesso anno mi procurai i primi colori ad olio, creai dei quadri orribili
e capii che avevo bisogni di insegnamenti, un sacco di insegnamenti. Ben presto divenne ovvio che per affrontare seriamente la pittura avevo bisogno di seguire un’educazione ad una scuola artistica più importante con dei compagni competitivi. Mi iscrissi alla Syracuse University nell’autunno del 1989 e mi laureai. Le porte aperte alla Syracuse si dimostrarono impenetrabili; dalla teoria dei colori alla composizione, all’anatomia, alle tecniche di pittura, alla pittura sperimentale, teorie postmoderne, moderne e astratte. Chiunque parli di talento innato non ha visto le ore spese per cercare di capire come passare in modo esatto uno smalto all’olio sulla pittura. Pratica, pratica, pratica. Creare, creare, creare. Una delle lezioni più importanti che ho imparato a scuola è che nessuna arte è perfetta e che tende a spostarsi nel tuo progetto/visione con sfide aggiuntive. Detto questo, la mia ‘carriera universitaria’ durò sei anni, ma si è ripagata: posso fare ciò che amo. Comunque, va aggiunto che la mia formazione non si è arrestata nel 1992 quando mi sono laureato. Nella primavera del 1992, ad
una esibizione di portfolio offerta dalla Syracuse University a New York City
per laureati, ricevetti qualche indicazione potenziale per rappresentanti nel
campo dell’illustrazione. Alla prima agenzia, Mendola Brothers, pensavano che
avessi potenziale ma trovavano che il mio lavoro mancava di rifinitura e mi
suggerirono di tornare quando fossi arrivato ad una pulizia maggiore nei miei
disegni (letto tra le righe: “Torna quando sarai un professionista.” Una situazione alla Comma 22.)
Al secondo colloquio Sal Barracca & Associates, ricevetti la stessa
risposta in merito alla qualità delle mie opere, MA Sal aggiunse un invito di
rappresentanza se fossi riuscito a creare delle prove di livello professionale
di copertine per libri. La specializzazione di Sal era nel mercato librario di
New York. Vidi la possibilità di diventare illustratore di copertine,
concentrandomi nel campo della fantascienza e del fantasy. Una volta tornato nel
Vermont, iniziai immediatamente a creare quelle prove con un ritmo di una al
mese. Terminata un’opera tornavo a New York per una seduta di minacce con Sal
che sottolineava le deficienze nelle mie prove e me ne ritonavo a casa a
realizzare la successiva.
A Settembre mi trasferii finalmente a New York City per stare più vicino alla
scena artistica più grande del mondo. Fu un grosso salto. Sarebbero passati
ancora molti mesi prima che ottenessi qualche commissione e NYC non è un posto
economico per viverci. Resistetti alla tentazione di trovare un lavoro
‘regolare’ e mi mantenni con occupazioni part-time alla Society of Illustrators.
Tutto il mio tempo libero era impegnato a creare prove mensili di illustrazioni
per Sal, a visitare musei, ad esaminare le opera di altri illustratori ed
artisti, a frequentare lezioni di pittura dal vivo e inaugurazioni di mostre.
Dividevo un piccolo appartamento con due altri artisti aspiranti e pitturavo
ogni giorno per 8-12 ore. Per dicembre ero a metà della mia sesta prova,
miglioravano progressivamente, ma i soldi stavano finendo e non sapevo fino a
quando sarei riuscito ad andare avanti. Ricorsi a farmi prestare i soldi dai
genitori della mia ragazza. Ma il duro lavoro, tutti gli espedienti e il
trasferimento alla fine mi ripagarono. Un lunedì mattina Sal mi chiamò con la commissione per le copertine per tre
classici di fantascienza The Time
Machine di H.G. Wells, A Connecticut
Yankee in King Arthur's Court di Mark Twain e Journey to the Center of the Earth
di Giulio Verne.
Non avrei potuto chiedere una commissione migliore per l’iniziazione
nell’illustrazione professionistica. Da allora non ho avuto un momento
libero senza lavoro come illustratore free-lance e mi sto spostando verso altri
settori di mercato mano a mano che porto avanti la mia arte. Ho un
debito di gratitudine per Sal Barracca e l’art director Joe Curcio per aver rischiato
il collo per un artista giovane e senza esperienza che cercava uno sbocco.
Tutto ciò che posso dire alle altre agenzie è “Non vi pentite ora di
non aver voluto rischiare allora su di me?”, è una lezione splendida sul potenziale
che si trova nel curare e appoggiare i talenti creativi
emergenti.
La mia opera è
derivata dalle esperienze quotidiane che si fondono poi con le
esigenze dell’illustrazione commerciale. Con l’astrazione come base mi sposto poi da
approcci classici al realismo, da Caravaggio a Rembrandt a J.W. Waterhouse, per
costruire le mie illusioni di altri mondi/luoghi. Sono un
realista-classico-astratto che lavora con la materia di soggetti
fantascientifici e fantasy.
Camminando per strada,
osservando il mondo in cui vico, leggendo libri sulla natura umana e assorbendo
grandi storie umane (narrativa e non) tento di riportare un po’ del mondo reale
che mi circonda nelle mie opere.
Il mio amore per i quadri ad
olio si è sviluppato dal periodo della mia educazione come pittore alla Syracuse
University. Per me, l’aspetto più importante della pittura non è l’immagine
commerciale stampata che raggiunge milioni di persone, ma ciò che una persona si
porta via dopo aver fatto esperienza con l’opera originale. Mi sono trasferito a New York per stare
vicino ai suoi stupendi musei come il Metropolitan Museum of Art, il Frick
Museum, il Brooklyn Museum of Art, Pierpont Morgan Library e il Museum of Modern Art. Passo ancora molti
pomeriggi a far visita ai miei artisti preferiti: Hans Memling, Jan Van Eyck,
Velazquez, Caravaggio, Vermeer, Mondrian, Rembrandt, Rubens e Tiziano. Mi sforzo
di comprendere la loro complessità e a riportarla nella mia opera. Per me non
c’è niente di più impressionante del trovarmi di fronte ad un immenso Velazquez
largo cinque metri e alto quattro con figure a grandezza naturale! (Un
pellegrinaggio al museo del Prado in Spagna è stato fatto proprio per vedere
quel quadro.) Oppure passo lunghi periodi di tempo ad osservare i dettagli più minuti
di un piccolo Van Eyck, dieci centimetri per quattordici, sbattendo il naso
contro il vetro nel tentativo di vedere particolari quasi invisibili per l’occhio
(sta al Philadelphia Museum of Art). E’ la combinazione di estetiche classiche
col mio amore per l’astrazione moderna che tento di fondere in forma d’arte
nelle mie opera. Queste
influenze sono visibili in alcune mie illustrazioni. Per esempio il
ritratto Cartographer
è ispirato dai ritratto di Lorenzo Lotto; la densa compressione delle figure in
Faramir at Osgiliath
vengono dalla fusione delle realizzazioni alla Caravaggio con la schematura
superficiale di un Pollack; e le colonne verticali in Ashling ricordano Barnet
Neuman mentre costruisce su illusioni atrmosferiche di prospettive Van Eyckiane.
Spesso mi ispira la musica; minimalisti e modernisti come Steve Riech e
Phillip Glass, anche se preferisco ascoltare John Schaffer su WNYC, alternative
rock e un buon giro di nostalgico Rush.
Per quanto riguarda la mia professione,
ciò che mi piace di più è l’ampio spettro di interpretazioni che ogni
pezzo riesce a portare. NON ci sono limiti. Nessuno sa come sia un drago, o come
funzioni la magia, come possa apparire un altro mondo. Tutto sta sul tavolo per
essere ridisegnato e ricreato, dalle interazioni umane, ai vestiti, all’architettura.
E per quanto riguarda il fatto d’essere un illustratore commerciale,
MILIONI di persone guardano la tua opera nei negozi, sugli scaffali o
nei giochi. E’ magnifico! Prendo le ferie ogni volta che mi va e per quanto tempo
desideri (il che, sfortunatamente, accade di rado). Ciò che mi piace di meno in
ciò che faccio è che sono immerso completamente nella mia carriera, non ci sono
giorni ‘liberi’, penso continuamente all’arte.
Abito in una casa di quattro
piani a Brooklyn, l’ultimo piano lo uso come studio. Lavoro a casa e molti
giorni non esco mai.
Per le mie opere mi servono
differenti colori ad olio, pennelli, trementina, olio di lino, masonite o
tavola, strofinacci, cavalletti, fotografie, macchine fotografiche, tappeti,
cornici, luci da studio per fotografare modelli (vestiti, costumi, etc.), libri
di consultazione per costumi, panorami e disegno architettonico (libri, libri e
ancora libri!), un computer, stampante, vari tipi di carta, matite, sagome,
righe… la lista potrebbe continuare all’infinito.
Preferisco lavorare da foto
nel creare un’illustrazione, ma produco sempre i gesti da figure dal vivo. Ci
sono così tanti ‘accidenti’ e tante scoperte che accadono nella vita reale che
la nostra mente non è abituata ad attendersene neppure l’uno percento. Uso
questi studi come schizzi per illustrazioni e disegni finali. Per quanto
riguarda i modelli, non ne ho mai usati nella creazione delle mie architetture o
dei draghi o degli alieni, non tanto perché non voglia, ma piuttosto per la mia
incapacità nel creare miniature passabili.
Per il mio lavoro non devo
viaggiare, ma mi piace quando sono invitato alle convention o ai tornei di
Magic, per fare conferenze per ditte o college, o per visitare musei in Europa o
in qualsiasi altra parte del mondo. Ho ricevuto inviti per volare in Indonesia o
Giappone e ho partecipato ad eventi che hanno avuto luogo in Cile, Italia,
Inghilterra, Portogallo, Spagna, Svizzera, Paesi Bassi, Germania e Francia (e
naturalmente in giro per tutti gli Stati Uniti.)
Se potessi avere la
possibilità di andare indietro nel tempo per osservare un artista all’opera,
credo che sceglierei Diego Velazquez. Mi piacerebbe osservare i suoi metodi di
lavoro nella tecnica ad olio e parlare con lui per quanto riguarda la struttura
psicologica nella narrazione del raccontare.
Sono particolarmente orgoglioso
di un quadro da The
Hobbit: Expulsion che è appeso in sala da pranzo. Rappresenta tutto
ciò a cui aspiro e che mi appassiona della mia carriera come illustratore e
pittore realista, interpretando l’opera di J.R.R. Tolkien; dispiegando l’umanità
di personaggi in conflitto epico e creando quadri di ampie dimensioni e carichi
emotivamente. Le ispirazioni accumulate in viaggi per musei di tutto il mondo
trovano finalmente espressione in un lavoro come questo. Questo quadro, insieme
a 'The Lord of the
Rings', si è rivelato come un
trampolino per un corpo di opera più ampio che rappresenta il mio secondo
livello della creazione di una pittura narrativa.
Nella mia opera ci
sono stati alcuni successi, ma nessuno fino ad ora ha eguagliato quello che mi
ha permesso di illustrare le copertine di due dei miei libri favoriti e fonte di
ispirazione: The Lord of the Rings and The Hobbit .
Il mondo
della fantascienza e del fantasy
si trova sempre in uno stato di movimento con nuove idee e nuovi artisti che trovano
la propria strada mentre altri scompaiono. Attualmente la proliferazione dell’illustrazione digitale
e la sua velocità nei tempi di produzione ha messo
un po’ di pressione addosso agli illustratori tradizionali. Sento a mia
volta il bisogno di essere più veloce, ma allo stesso tempo il mio lavoro è diventato
molto più apprezzato in quanto l’arte originale viene prodotta sempre meno.
L'hardware digitale non può sostituire una bella idea e una composizione forte,
queste sono cose che vengono da una mente creativa sia che essa lavori
tradizionalmente o no. Gli artisti di talento, quelli che sanno come pitturare,
hanno ora un mercato in crescita per vendere le opere a prezzi ancora più
alti di prima. Posso solo ringraziare i miei colleghi illustratori digitali per
farmi essere ancor più ricercato!
Leggere le opere di Tolkien
per la prima volta non è stato solo una introduzione a mondi di una fantasy
incredibile, ma sono stati i primi romanzi letti per piacere nel mio tempo
libero. Come potete immaginare hanno lasciato un’impressione così profonda nella
mia psiche che rappresentano per sempre uno standard a cui comparare altri
romanzi. Ricordo che mio fratello Michael mi ha allungato The Hobbit un
sabato pomeriggio e che io l’ho finito il giorno dopo. Ero rapito, i tre romanzi
di The Lord of the Rings vennero comprati subito dopo, tascabili con
copertine di Darrell Sweet. A tutt’oggi ho ancora quelle copie nel mio studio.
L’aspetto più divertente del leggere quei romanzi è la storia incredibilmente
ricca delle culture che Tolkien fornisce al suo lettore. Iniziò così una danza
infinita mentre leggevo The Fellowship e andavo ai riferimenti nelle
appendici di Return of the King . Chi era Beren? Che età aveva Moria?
Quand’era la First
Age? Ci volle un’infinità a leggere ogni capitolo mentre
ricercavo nomi, luoghi ed eventi in quelle note: ognuna che offriva un viaggio
verso un altro tempo ed un’altra storia complessa tanto quanto quella in cui mi
stavo allargando. Dovetti leggere quei libri una sola volta per essere per
sempre un conoscitore delle loro storie. Con questa mia smania di
approfondimenti potete immaginare quanto fossi eccitato nello scoprire The
Lost Tales, Unfinished Tales e il Silmarillion nella biblioteca
locale. Passai là molti pomeriggi immerso nel mondo della Terra di Mezzo.
Creare quadri
dai mondi della Terra di Mezzo vuol dire ritrovarsi poi sotto lo scrutinio più
profondo quando si arriva ai dettagli e all'accuratezza. Gli ammiratori di Tolkien non
conoscono pietà quando si arriva a deviazioni e inaccuratezze, e io non faccio
eccezione! Conosco quei libri da capo a piedi, ma mi ritrovo ancora a commettere
qualche errore. Attualmente faccio passare i miei schizzi tra i miei amici come
doppio confronto per cercare eventuali errori. Fortunamente Tolkien ha fornito
gli artisti con una grossa possibilità di libertà nell’illustrare i suoi
romanzi: descrizioni proprio scarse sia dei personaggi che dei luoghi. Le sue
descrizioni di solito sono emotive e per questa ragione entrano in risonanza col
lettore molto di più delle presentazioni di altri autori. E’ ciò che mi piace di
queste opere, una forte base emotiva su cui costruire un ampio spettro di
interpretazioni ‘fisiche’.
Nella
mia arte ho sempre affrontato grandi sfide, per questo, nel cercare ispirazione
per l’illustrazione di romanzi e storie, ho sempre provato a rendere quei
momenti che sono male descritti o sfuggenti in natura, cercando comunque di
catturare l’essenza del personaggio o della narrazione. Semplici scene
‘domestiche’ sono difficili da comporre per poter apparire accattivanti, eppure
un quadro che riesce in questo scopo può avere molta più potenza di un’eroica
scena di battaglia. Considerando il lettore e l’osservatore, si può dire che
quasi sicuramente non abbiano mai fatto l’esperienza dell’intensità di un
conflitto né nessun livello degli estremi a cui molti eroi sono sottoposti. E’
su di un terreno emotivo comune che tento di costruire i miei racconti, ed è con
queste semplici scene che J.R.R. Tolkien ci fa sentire l’umanità dei suoi
personaggi; le profondità della terribile oscurità di Moria; Merry e Pippin che
fumano la pipa dopo la distruzione di Isengard; Frodo e Sam che cuociono dei conigli all’Ombra di
Mordor.
In quanto alla quantità di
illustrazioni necessarie per illustrare i tre libri, faccio riferimento di nuovo
alla mia infanzia. Ero felice di avere solo le tre immagini di copertina per
indirizzare la mia immaginazione di The Lord of the Rings. Penso che
sarei stato ancor più felice se non ne avessi avuta nessuna. La potenza di
Tolkien sta nel fatto che non occorre un artista per interpretare la sua opera
affinché prenda vita. Eppure, allorché l’artista riesce a superare la
riproduzione pedissequa, si riesce ad aggiungere qualcosa a ciò che le parole
possono descrivere. Le due arti risuonano e creano una risposta emotiva più
grande della somma delle parti. Ciò non sempre si può raggiungere, ma quando
accade è una cosa magica. Non saprei dire quale numero sarebbe quello giusto per
le illustrazioni, ma so che devo sentire che sono poste in modo appropriato
all’interno del contesto dei libri.
La mia prima commissione per
il gioco di carte collezionabili Middle-Earth dalla Iron Crown Enterprises (ICE)
mi insegnò una lezione preziosa. Già dalle superiori ero un avido giocatore ed
iniziai a collezionare i moduli per la
Middle-Earth della ICE, sia per usarli nelle partite sia per i
magnifici disegni nelle copertine e all’interno. Essendo un appassionato di
Tolkien e un aspirante artista, spedii alla ICE il mio portfolio mentre ero alla
Syracuse University. Non li ho più sentiti fino a che, quattro anni dopo
ricevetti una chiamata dal loro art director. Stavano cercando nuovi artisti per
un nuovo gioco di carte (Middle-earth Collectible Card Game: The
Wizards) e si chiedevano se potessi mai spedire loro un nuovo portfolio. Io
ero migliorato dai tempi del college ed ora avevo una ventina di copertine professionali da
mostrare loro. Furono estasiati dalla mia produzione e mi presentarono
un’offerta: quante carte volevo fare, Una, Cinque, Trenta? Mi sistemai su
quindici e passai un periodo stupendo lavorando su un soggetto che amavo
profondamente. Non c’è bisogno di dire che iniziarono a ripresentarsi con altre
commissioni. La lezione? Sii generoso verso chiunque e tratta tutti i clienti
con cortesia perchè non sai mai da dove potrebbe arrivarti il lavoro.
Il piacere maggiore che ho
tratto dalle Magic è stato il sapere che milioni di persone guarderanno ed
apprezzeranno la tua arte. Mi piace l’atto di condividere ciò che apprezzi con
così tanti altri giocatori poiché sono un giocatore anche io.
Ho sentito per la
prima volta della Wizards of the Coast nel 1995 ad una convention sui fumetti.
Un artista della stessa WOTC, Bryon Wackwitz, mi mostro alcune carte che
aveva fatto e fu sommerso da giocatori che gli chiedevano l’autografo. Mi
impressionò il potenziale creativo dell’illustrare per il gioco e, soprattutto,
desideravo ottenere un po' di quella passione dei fan!! Poiché stavo ancora lavorando
a porre le basi per la mia carriera di illustratore, passarono sei mesi prima
che mi decidessi ad inviare un mio portfolio alla WOTC. Sue Ann Harkey,
l’art director, fu graziosa e piena di complimenti e commissionò
immediatamente quattro pezzi per il mazzo di espansione Mirage dopo aver visto il mio
portfolio di illustrazioni per le copertine. Fui entusiasta di avere tale
opportunità.
Decisi di impormi uno
standard più alto nelle qualità artistiche per quelle carte. Mi fornii di libri
su varie culture africane e mi misi a ricercare gli stili e i progetti di
vestiti e gioielli dell’Africa orientale per inserire un forte esempio di
cultura alle immagini che la WOTC desiderava. Sono orgoglioso di quei primi prodotti e
colpito dal successo che si sono guadagnati: Grinning Totem, Amber Prison, Village Elder e Moss
Diamond
.
Penso
che il pezzo che preferisco delle Magic sia Sisay’s Ring
, per molti fattori a cominciare dall’inclusione
delle mani (che ritengo riescano a descrivere una persona quanto il
suo viso), e poi c’è il mio amore per le mappe, il sentimento classico che vi si
ritrova e c'è anche il fatto che quelle mani siano di un mio amico, un meccanico
che vive ad un quartiere di distanza da me a Brooklyn. Cerco sempre di
personalizzare le mie immagini.
Il miglior consiglio che
posso dare ad un amante della pittura è pratica. Pratica. Pratica. Visitare le mostre,
le gallerie, gli studi di altri artisti e i musei. Prendere lezioni d’arte e
cercare di disegnare le cose che si amano. Imparare a combattere. Sfidarsi costantemente e imparare a
disegnare le persone.
il sito di Donato Giancola
|
|
|
|