QUATTRO DOMANDE A RUDY RUCKER
Per IntercoM: Marco Mocchi
Abbiamo intervistato Rudy Rucker, ponendogli quattro domande sul suo rapporto con le opere di Escher, sulle dimensioni superiori, e sull'uomo moderno. Inoltre Rucker ci ha svelato in anteprima che nel settembre 1998 è stato a Roma, per una lunga intervista che verrà riportata in un libro "Cyberpunk Philosopher" (Filosofo cyberpunk) che sarà pubblicato dalla Di Renzo Editore.
IntercoM:Parli spesso di infinito, paradossi, dimensioni superiori e dell'esistenza di altri mondi. Sei stato influenzato da M.C. Escher?
Rucker: Ho amato Escher da quando ho
visto per la prima volta una sua opera, che forse era riportata
in una rubrica di giochi matematici di Martin Gardner. Possedevo
un'edizione tedesca delle sue stampe, prima che ne fosse stampata
una inglese e la ammiravo spesso. Ho utilizzato molte
"costruzioni" simili a quelle di Escher in "Luce
Bianca". Per esempio descrivo la terrazza di un ristorante
il cui centro è infinitamente lontano perché una persona
rimpicciolisce man mano che vi si avvicina; questa immagine è
simile alle opere di Escher "Sempre più piccolo I" e
"Sempre più piccolo II" ("Kleiner en kleiner
I", "Kleiner en kleiner II"). La sua opera
"Altro mondo" è stata fonte di ispirazione per una
scena in "Signore dello spazio e del tempo": descrivo
una camera in cui le pareti, il pavimento e il soffitto sono
"porte magiche" verso altri mondi. A Escher piaceva
molto prendere spunti dai matematici, per esempio era in
corrispondenza con il matematico H.S.M. Coexter, esperto in
geometrie delle dimensioni superiori. Escher è
"fantascientifico" per il modo in cui mostra i
sorprendenti effetti matematici che nascono dalla disposizione
ingegnosa di oggetti familiari.
IntercoM: Se consideriamo seriamente le sue opere, Escher sembra suggerirci che le nostre percezioni sono limitate e la nostra visione della realtà è parziale e incompleta. Questo concetto si trova anche nei romanzi di P.K. Dick. Sei d'accordo?
Rucker: Sembra molto probabile che ci
siano dei livelli di realtà diversi rispetto a quelli che
percepiamo quotidianamente. Noi siamo, dopotutto, un tipo molto
specifico di esseri biologici, evoluti per vivere in condizioni
particolari. Un anellide dei profondi abissi non ha la più
pallida idea di cosa sia il cielo, né degli uccelli nel cielo,
né delle stelle. Una creatura del deserto non sa cosa sia la
pioggia. Sarebbe assurdamente egocentrico credere che gli umani
siano in condizioni tali da capire tutto del cosmo. Sicuramente
ci sono regioni dell'Universo in cui spazio, tempo e materia si
comportano in modo diverso ed è sensato supporre che queste
regioni siano abitate da molte tipologie di esseri senzienti. Ma
è ancor più affascinante pensare che ci possano essere livelli
di realtà diversi proprio qui attorno a noi. Forse ci sono
davvero dimensioni superiori di spazio. Naturalmente il tempo è
una dimensione superiore, ma sto pensando a una dimensione
superiore di tipo spaziale. I fisici che si occupano di
"teoria delle stringhe" utilizzano delle piccole
dimensioni superiori accartocciate e leggermente raggomitolate,
ma queste sono curvate in modo da essere delle dimensioni di un
elettrone. Mi piacerebbe vedere una dimensione superiore spaziale
reale, diversa dal tempo e dalle raggrinzite "dimensioni
parassite" della teoria delle stringhe. O forse dopotutto è
possibile compiere qualche genere di trasformazione per entrare
nelle dimensioni "parassite". O forse ancora l'intera
nozione di spazio dovrebbe andarsene dalla finestra e noi
dovremmo considerare i pensieri che vivono nelle nostre menti
come fossero dei pesci nel mare. Forse quello che io considero
essere "io" è solo un particolare "branco di
pesci".
IntercoM:Credi che la nostra incapacità di vedere le dimensioni superiori sia un problema legato solo alle percezioni umane o che coinvolga anche il nostro aspetto spirituale?
Rucker: Se preghi o mediti ti può
capitare l'esperienza di entrare a contatto con un essere di
ordine superiore, che possiamo anche chiamare Dio. A volte, per
esempio, provo la sensazione che il singolo individuo umano sia
parte di un unico corpo spazio-temporale, che ognuno di noi sia
una specie di "occhio" con cui Dio osserva le cose e
che le persone siano come occhi parlanti sul Corpo Mistico
dell'Umanità, se si vuole. Una volta per un attimo provai la
sensazione dell'assenza del tempo, l'impressione di guardare il
mondo dal di fuori dello spazio-tempo. Queste sensazioni sono
fuggevoli ed è difficile forzarle a manifestarsi. Una persona
può pensare che le droghe psichedeliche possano essere d'aiuto,
ma queste sembrano aiutarti solo le prime due-tre volte e solo
dopo che ti hanno riportato allo stato normale, intrappolandoti
nel tuo egoismo, in uno stato di paranoia e tossicodipendenza.
Per quanto sembrino annoianti, preghiera e meditazione sono gli
unici metodi di "illuminazione" a lungo termine che
conosco. Bé, in realtà anche parlare e scrivere riguardo a
questo argomento è un percorso possibile. Questo è uno dei
motivi per cui trovo divertente scrivere fantascienza.
IntercoM: I limiti cognitivi dell'uomo moderno sono tecnologici, filosofici o epistemologici?
Rucker: E' difficile esserne sicuri. Ho un amico fisico che sogna di creare una specie di campo di forza che ti porti effettivamente in risonanza quantistica con gli oggetti attorno a te, in modo che ogni cosa sembri "viva". Ma credo che abbia realizzato di più di quanto potesse prevedere. La mia idea riguardo alla natura della realtà superiore è che sia strettamente collegata al concetto di un Dio amorevole e onnipotente. Credo che bontà e compassione siano parte di una realtà di ordine superiore nella quale vivono. Se ti porti dietro un fucile, non sei adatto ad attraversare le porte del tempio. I diversi percorsi che gli uomini percorrono per cercare di raggiungere la trascendenza, forse corrono tutti su differenti facce della stessa piramide, che immagino avere la grande "Luce bianca" sulla cima, simili all'immagine tradizionale di un occhio fiammeggiante sulla cima di una piramide. La fantascienza è uno dei possibili strumenti per cercare di esplorare le realtà più grandi. E' un buono strumento perché cerca di partire da cose nuove, introducendo ogni tipo di concetto scientifico. Ed ha una capacità palesemente irriverente di farlo. Ci possiamo dimenticare, almeno per un attimo, di essere seri e religiosi, possiamo giocare e porci domande riguardo al fatto che ci possano essere molti dei, su come possa essere il loro mondo, su quante dimensioni di spazio e di tempo abbiano e così via. A volte è un sollievo non impegnarsi per una crescita spirituale e semplicemente fare congetture. Alla fine, comunque, queste congetture non solo diventano parte della nostra visione del mondo, ma assumono anche un significato spirituale.
IntercoM: Grazie per la disponibilità!
© Rudy Rucker, Marco
Mocchi 1999
traduzione di Marco Mocchi
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