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a cura
di Roberto Sturm |
SANGUE SINTETICO |
Ancona, peQuod, 1999
pagine 221, L.
22.000 |
Nel novembre '97 appariva sulle
pagine della rivista Pulp l'articolo Fantascienza
italiana: la terra dei cactus, dove Domenico Gallo ripercorreva brevemente
l'evoluzione del genere "fantascienza" nel
nostro paese, sottolineando le avvisaglie di crescente
interesse per la fantascienza targata Italia da parte
dell'editoria nostrana.
A un anno e mezzo di distanza possiamo stendere un
bilancio della situazione: il risveglio c'è stato, le
premesse c'erano e sono state rispettate. Mondadori
ha ristampato in un volume unico i primi tre romanzi
della serie di Eymerich, di Valerio Evangelisti; Urania
ha pubblicato quattro romanzi (Picatrix, la scala per
l'inferno e Cherudek di Valerio Evangelisti, il Premio Urania Ai
margini del caos di Franco
Ricciardiello e I
predatori di Gondwana di
Stefano Di Marino) e una raccolta di racconti (Strani giorni a cura di Franco Forte); Castelvecchi ha
dato alle stampe un agile volume di critica, Storia del romanzo di
fantascienza di Fabio
Giovannini e Marco Minicangeli (un testo di questo tipo
mancava da anni); le riviste-libro della Perseo Libri
hanno ripreso vigore ed escono a scadenze regolari; Garden
Editoriale è ritornata nelle edicole con Nuovo Millennio, rivista che ha pubblicato nel primo
numero 19 racconti italiani tratti da Delos; è uscito il primo numero della rivista di
critica e narrativa di fantascienza Carmilla; ShaKe ha pubblicato Retrofuturo, antologia di Vittorio Curtoni, nella sua
collana di prestigio.
Il merito di questo rinato
interesse per la SF è da attribuire in parte allo
straordinario e meritato successo di Valerio Evangelisti,
che ha dimostrato lesistenza di un mercato della
fantascienza italiana se lo si affronta con opere scritte
con mestiere, e in parte al fenomeno del cyberpunk e al
suo devastante impatto sull'immaginario collettivo: il
cyberpunk, con la sua capacità di convertire in icone e
metafore la straordinaria evoluzione tecnologica
post-industriale, il bombardamento di informazione di
fine millennio e i loro riflessi sulla società ha saputo
imporre una nuova visione del mondo, influenzando
radicalmente le filosofie di pensiero in ambiti diversi,
non solo legati alla fantascienza.
In questo panorama di risveglio
editoriale, si inserisce Sangue Sintetico - Antologia
del cyberpunk
italiano, curata da Roberto
Sturm e pubblicata dalla piccola e promettente peQuod
di Ancona.
E inevitabile il confronto con Cyberpunk, antologia di racconti cyberpunk italiani a
cura di Franco Forte, pubblicata nel novembre 1995 da Stampa
Alternativa: mentre in questa raccolta si affrontava
il genere cyberpunk sullonda del suo crescente
successo (nella sua forma narrativa era esaltato
dalledizione italiana dellIsaac Asimov Science Fiction
Magazine curata da
Brolli per la Phoenix), sfruttandone
limpatto iconografico e visivo a livello di forma,
senza però cogliere appieno la forza innovativa di
questo genere e restandone lontano a livello di contenuti
(se non in pochi racconti), Sangue Sintetico coglie e sviluppa coscientemente e in maniera
definitiva le tematiche cyberpunk, segnando
implicitamente anche in Italia - con leggero ritardo
rispetto ai paesi di lingua inglese - il definitivo
tramonto di questa corrente di pensiero intesa come
genere letterario.
L'antologia si apre con
un'interessante introduzione di Roberto Sturm, che
sottolinea come il cyberpunk si sia rivelato letteratura
di indagine e di analisi del presente, e comprende undici
racconti di altrettanti autori: (in ordine alfabetico)
Vittorio Catani, Giuseppe De Rosa, Emiliano Farinella,
Franco Forte, Domenico Gallo, Francesco Grasso, Alberto
Henriet, Franco Ricciardiello, Danilo Santoni, Francesco
Scalone, Roberto Sturm.
I nomi degli autori non sono nuovi
agli appassionati di fantascienza italiani: praticamente
tutti hanno qualche appartenenza al fandom (in questa
antologia c'è molto IntercoM: Farinella, Gallo,
Ricciardiello, Santoni, Sturm e Antonio Folli - autore
della visionaria illustrazione di copertina - sono
redattori di IntercoM; e molti tra gli altri
autori hanno gravitato, più o meno sporadicamente,
attorno ad IntercoM): l'antologia si rivela
infatti una dimostrazione della capacità degli autori di
fantascienza italiani, espressa ordinariamente nelle
fanzine o in altre iniziative amatoriali, e che
straordinariamente sbocca nel professionismo, dimostrando
di non avere nulla da invidiare ai colleghi stranieri.
I racconti riescono, con rara forza
ed efficacia, ad esplorare le più caratteristiche
tematiche cyberpunk: la fusione carne/metallo
uomo/macchina (Forte); la trasformazione del corpo umano
che viene ridotto a merce (Catani, Sturm); la
tecnologia che esalta la funzionalità e annulla la
personalità dell'uomo, permeata in modo viscerale nelle
sue abitudini (Farinella, De Rosa); la perdita del valore
delle cose nel processo post-industriale (Grasso);
levoluzione tecnologica che esalta il disagio e
uccide la sensibilità umana (Henriet, Santoni); gli
sconvolgenti effetti della tecnologia informatica sui
sentimenti tramite linterfaccia uomo-computer
(Riccciardiello, Scalone); lanarchia e il rifiuto
delle potenze multinazionali nell'estremizzazione della
figura degli hacker (Gallo).
Queste tematiche sono in realtà
diversi aspetti di un solo tema: la "ridefinizione
del concetto di identità, [...] il soggetto si è
smarrito, incerto sulla nuova dislocazione fra corpo,
mente e memoria", citando il saggio di
Piergiorgio Nicolazzini che chiude il volume. Questa
"ridefinizione" viene elaborata secondo le
differenti - e a volte contrapposte - sensibilità degli
autori, in ambientazioni anche molto diverse: Giuseppe De
Rosa, in Soldati evidenzia il senso di disagio
provocato dal distacco corpo-mente in un racconto
ambientato in uno scenario di guerra ricco di particolari
e di stupefacente realismo, nel racconto forse più
avvincente per trama e forza inventiva; Franco
Ricciardiello in Combat film immagina un futuro
non troppo remoto, in cui le interfacce tra mente e
computer sono tra i pochi prodotti della tecnologia a non
aver perso la propria potenzialità durante la guerra,
potenzialità che viene sfruttata in maniera
raccapricciante per vivere in diretta televisiva le
sensazioni delle persone morte in guerra; Danilo Santoni,
nel racconto più surreale e italiano nell'ambientazione,
Vita di sogno, sottolinea ancora il senso di
inadeguatezza nei confronti di un'esistenza sdoppiata,
provato da attori in carne ed ossa a causa
dellincarnazione virtuale di stelle del cinema del
passato; Vittorio Catani in L'angelo senza sogni
disegna un futuro remoto in cui la vita di un uomo è
sconvolta dalla mercificazione dei suoi organi per una
triste sopravvivenza; Francesco Grasso in Un soldo per
i tuoi pensieri immagina un futuro dove la totale
mercificazione delle idee è ordinaria quotidianità,
nell'evoluzione di una società che ha il denaro come
valore... questi sono solo cinque degli undici racconti,
ma ogni autore sviluppa questi contenuti in modo
originale e personale.
Il volume si chiude con due
riflessioni: Mirko Tavosanis e Fabio Gadducci danno
risalto all'apice espressivo del cyberpunk, il cui
regresso ha lasciato inevitabilmente un vuoto
interpretativo, mentre Piergiorgio Nicolazzini -
nell'articolo già citato - individua nell'avant-pop una
via per il post-cyberpunk.
Gli argomenti affrontati in questi
due articoli mettono ulteriormente in risalto
l'importanza di questo libro nel fare il punto della
situazione, segnando la fine italiana del cyberpunk come
genere e impostando allo stesso tempo nuove vie per
un'analisi del presente attraverso le strutture tipiche
della fantascienza.
Marco Mocchi
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