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James G. Ballard, una bibliografia 1 (1951-1960)


James Graham Ballard nasce il 18 novembre del '30 a Shangai, in Cina, da genitori inglesi, James Ballard, medico, là per lavoro, e Edna Johnstone.

Là frequento la Cathedral School, e, durante la 2ª guerra cino-nipponica, la famiglia dovette evaquare, in un subborgo, di Shangai.

Durante la seconda guerra mondiale, poi, quando i giapponesi la occuparono, sarà, sempre con genitori e sorella minore, Margaret, internato per quattro anni in un campo di concentramento, il Lunghua Civilian Assembly Center, da cui uscirà solo nel '46.

In questa data Ballard arriva, con la madre e la sorella, per la prima volta in Inghilterra, residendo nei sobborgi di Plymouth, dove frequenterà a The Leys School a Cambridge.

Dopo un paio d’anni, la madre e la sorella tornarono in Cina, per rincontrare il padre, lasciandolo alle cure del nonno.

Seguendo le orme del padre, nel ’49 si iscrive all'università di medicina di Cambridge, il King's College, per diventare psichiatra.

Ma già il suo desiderio era quello di scrivere, e, incoraggiato dalla pubblicazione di "The Violent Noon", decise di lasciare quell’Università e di tentare di laurearsi in Letteratura inglese. Si iscrisse alla Queen Mary di Londra, ma alla fine del 1° anno gli chiesero di ritirarsi.

Iniziò quindi a svolgere alcuni lavori precari, quali il copywriter, il facchino e il venditore di enciclopedie, scrivendo, nel frattempo, ma non riuscendo a farsi pubblicare.

Nel ‘53 si arruola nella Raf, nella quale resterà due anni, e per la quale passerà un periodo in Canada, dove scoprì la fantascienza.

Concluso il servizio militare fa ritorno in Inghilterra, dove, nel ’55 sposa Helen Mary Matthews, dalla quale avrà un figlio, James Christopher Ballard, e due figlie, Fay e Bea Ballard; abitarono a Chiswick.

Nel ’56 iniziarono le sue pubblicazioni professionali, e dal ’57 fu assistente editore delle rivista "Chemistry and Industry".

Lo stile di queste sue prime opere letterarie sarà subito sperimentale.

Sempre in quell’anno la sua partecipazione alla Science Fiction Convention di Londra lo depresse e scoraggiò, e non scrisse per un anno.

Nel ’60 si trasferirà, con la famiglia, a Shepperton, nel Surrey, e decise di diventare scrittore a tempo pieno. Dopo la pubblicazione di "The Wind from Nowhere", nel gennaio del ‘62 lasciò l’occupazione a "Chemistry and Industry", e lo divenne.

Nel ’64 Helen Mary morirà; il Nostro non si risposerà mai più, anche se di lì a pochi anni Moorcock gli presentò Claire Walsh, con la quale convisse.

Ballard collaborerà alla rivista inglese "New Worlds", da cui è partito il movimento di rinnovamento dei canoni fantascientifici noto come "New Wave", diventandone ben presto il rappresentante più significativo, e, a detta di alcuni, l'unico che abbia realizzato qualcosa di veramente valido e duraturo.

È morto il 29 aprile 2009 a Shepperton, di cancro alla prostata.



-"(Ballard) è la prima voce chiara di un movimento destinato a fondere le idee letterarie-surrealismo, stream of consciousness, simbolismo, fantascienza, ecc.-del ventesimo secolo, plasmandole in qualcosa che è prosa, ma non più fiction (nel senso corrente del termine), un nuovo strumento per trattare il mondo del futuro visibilmente contenuto nel mondo del presente." (Michael Moorcock)


-"James Ballard… ha più o meno rinunciato fin dagli inizi a gran parte delle convenzioni fantascientifiche per costruire un suo personale universo a sfondo psicanalitico e di derivazione junghiana. (…) … il merito maggiore di Ballard… è quello d’aver condotto, per la prima volta e con grande coraggio, la science-fiction in un ambito psicanalitico, dove tutto diventa simbolo, dove l’azione vera e propria non esiste perché sostituita da una successione stratificata di gradi di discesa verso l’inconscio, dove il paesaggio è l’esatto corrispettivo esterno delle situazioni interne." (Vittorio Curtoni)


-"In Ballard ritorna sovente l’incapacità di staccarsi dalle proprie radici affondate nel passato, insieme al rifiuto di adeguarsi alle nuove esigenze del presente… (…) Gli anti-eroi di Ballard possono apparire come particelle fallite del genere umano, incapaci di adeguarsi alle comuni istanze di sopravvivenza, ma rivelano sempre una partecipazione estrema (in alcuni casi un abbandono) alle pulsioni del loro mondo che è soltanto una leggera deformazione del nostro." (Gianni Montanari)


-"Il processo conoscitivo e il soggetto che aspira a fissare dentro la coscienza una rappresentazione della realtà costituiscono un punto fermo, ricorrente, della narrativa di J.G. Ballard… l’immagine che ne risulta è una di crisi e di disperazione: l’individuo è scaraventato dentro l’evento catastrofico della trasformazione che, rimettendo in discussione la conoscenza acquisita, coinvolge nel mutamento soggetto e ambiente i quali, spesso, divengono l’uno espressione dell’altro, l’uno commento dell’altro." (Laura Di Michele)


-"Le condizioni mentali dell’uomo si riflettono all’esterno, e al tempo stesso le condizioni esterne producono effetti drammatici sulla sua psiche: interno ed esterno si corrispondono, come in un giuoco di specchi deformati. Spazio e tempo, per Ballard, sono parametri psichici, condizioni dell’esperienza, come in Kant, con la differenza che in Ballard il razionalismo "critico" della filosofia kantiana si dissolve nell’irrazionale, giacchè la personalità umana è strutturalmente frammentaria." (Antonino Fazio)


-"… Ballard ha perfettamente centrato in pieno con la sua analisi della Catastrofe all’interno; la Catastrofe è prima di tutto in noi stessi, e poi negli elementi e nelle cose che ci circondano." (Domenico Cammarota)


-"Ballard… si è gettato a capofitto nel famoso "inner space", che poi è uno spazio comune a cui tutti attingiamo, una specie di patrimonio collettivo ed universale nel quale identificarsi e riconoscersi. (…) Quest’operazione, condotta con la serietà e la profondità del grosso scrittore, lo ha portato a toccare i punti nevralgici del nostro essere, a mettere a nudo la nostra essenza più intima, in breve a sbatterci in faccia la nostra verità." (Maurizio Nati)


-"… sue capacità di evocare paesaggi così vividi ed alieni, e di descrivere stati mentali strani e sconnessi. (…) Malgrado alcuni difetti, le sue storie rappresentano una delle poche forze stimolanti della fantascienza contemporanea." (Brian W. Aldiss)


-"I romanzi e i racconti di Ballard sono zeppi di "cose viste": paesaggi, oggetti, creature. È uno scrittore intensamente visivo che si serve a profusione di immagini e di "materiale scenico"…." (David Pringle)


-"J.G. Ballard è uno dei pochi scrittori che esplorino coerentemente il potenziale visionario del buon nevrotico. (…) Nel regno di Ballard, la nevrosi è una versione ultra-civilizzata del rituale primitivo in cui oggetto e soggetto si fondono in una fusione alchemica." (Joseph Lanz)


-"… J.G. Ballard, stella surreale, oscura e duratura della letteratura inglese, ora diventato lo sciamano di Shepperton, tuttora santo patrono della fantascienza di coloro che pensano. (…) Quando raggiunge il massimo, la prosa di Ballard è una massa complessa d’immagini, densa e iridescente come il mercurio, più strana, si potrebbe dire, della fiction." (Angela Carter)


-"Ammiro da molti anni l’opera di Ballard. È una delle voci della fiction contemporanea più importanti e intelligenti." (Susan Sontag)


-"Ballard va letto non solo come scrittore, per quanto originale, affascinante, sconvolgente, ma come un vero e proprio sismografo della nostra epoca postmoderna." (Paolo Prezzavento)


-"… Ballard è una fonte essenziale di immagini e di sapere, una specie di pozzo senza fondo dell’ermeneutica del nostro tempo." (Pippo Ciorra)


-"Impareggiabile indagatore degli anfratti più profondi dell’animo, vero e proprio "palombaro della psiche"… (…) … l’immaginario, per lo scrittore inglese, si incarna da sempre in un rapporto acutamente indagato fra psicologia individuale e collettiva dei personaggi e luoghi da essi abitati…" (Antonio Caronia)


-"… Ballard… incrina con violenza il vetro dell’arte, frantumando con la sua scrittura ogni convenzione narrativa tradizionale." (Paolo Simonetti)


-"… la sua narrativa è chiaramente una narrativa di estremi, in cui l’orribile è normale." (Robert Scholes-Eric S. Rabkin)


-"… "Crash"… è senza dubbio… il modello attuale di questa science-fiction che non è più tale. "Crash" è il nostro mondo… (l’)accelerazione dei nostri modelli, di tutti i modelli che ci circondano, mescolati e iperoperazionalizzati nel vuoto. (…) In "Crash" non c’è più né finzione né realtà, l’iperrealtà le abolisce entrambe." (Jean Baudrillard)


-"Il mondo di Ballard è quello in cui viviamo, con la differenza che il peggio (l’unione di carne e tecnologia, pubblicità, morte…) viene accettato e gradito. (…) La morte dell’affetto, lo sviluppo di una forma di individualismo spietatamente priva di sentimento e senso di colpa è uno dei principali temi della narrativa di Ballard." (Žiga Leskovšek)


-"Ballard ha elevato il meccanismo narrativo dell’analisi fino al flusso di coscienza e all’esperimento letterario, pure non ha mancato all’intento principale dell’onesto fictioner: regalarci delle storie avvincenti, con situazioni non costrette nei limiti della normalità mainstream…" (Enzo Verrengia)


-"Pur prediligendo tematiche apparentemente riconducibili al genere, Ballard né annegò le valenze antimoderne e le problematiche di vasto respiro in un soffocante quanto vacuo psicologismo, che rende il complesso della sua opera a dir poco illeggibile." (Alex Voglino)


-"Un altro caso maiuscolo della fantascienza nuovissima è l’inglese J. G. Ballard, di cui può pure notarsi la originale efficienza stilistica… con una curiosa commistione di restauri Art nouveau e di una pungente satira delle nuove mode informali e della poesia elettronica." (Sergio Solmi)


-"Questo grande artista del nostro genere, con il suo sfrenato istinto surrealista, ha fatto sembrare dei fossili tutti i ballerini gogo anni Sessanta della old wave, con il loro battersi il petto e le loro inutili pignolerie. La sua fantascienza è ancora pienamente rilevante, mentre la loro è diventata un insieme di nostalgici espedienti svenduti da Sotheby’s come kitsch casalingo degli anni Sessanta. (Bruce Sterling)


-"Ballard è inimitabile. Ha esercitato però una notevole influenza per la meravigliosa scioltezza della prosa e le improvvise, straordinarie espansioni delle immagini." (Martin Amis)


-"… Ballard… era uno scrittore di idee, veicolate da potenti metafore. (…) … Ballard è unico come prosatore-poeta del 20° secolo, tanto che basta una sola frase per identificare il suo stile." (Ian Watson)


-"Qui potrebbe esserci una radice della forza di Ballard e dei suoi ineffabili disastri mondiali e psichici: fra gli analisti del nostro mondo postmoderno, Ballard è quello che ci ha restituito il senso del meraviglioso." (Salvatore Proietti)


-"Il tema del disastro assume nella produzione di (Ballard)… una rilevanza assoluta… in lui trova compimento un secolo di proposte letterarie e filosofiche, in modo così originale che dopo di lui ci sarà il vuoto…" (Giuseppe Caimmi)



1951

-Racconto: "The Violent Noon", "Varsity", giornale studentesco, maggio; tradotto in francese da Bernard Sigaud, come "Midi le violent", nel 3° vol. di "The Complete Short Stories", che lo aggiunge, pagg. 683-692; "Judge's Report", "Varsity", 2 giugno ’51, dell’Autore: "'Violent Noon' was the most mature story; it contains patches of high tension, the characters come to life, and the ending is brilliant in its cynicism. The author should, however, avoid a tendency to preach."; tradotto in russo, in "Мертвый астронавт", 2017

1956

-Racconto: "Prima Belladonna", "Science-Fantasy" vol. 7, #20, dicembre, poi antologizzato in "Sf: ’57: The Year’s Greatest Science Fiction and Fantasy", a cura di Judith Merril, (Gnome Press, ’57: 3.95 $, 320 pagg.), pag. 220 poi come "Sf: The Year's Greatest Science-Fiction and Fantasy Second Annual Volume", (Dell, ’57: 0.35 $, 320 pagg.), pag. 220, "Billenium", ’62; ed. francese: "Prima belladonna", pagg. 211-229, giapponese: "プリマ・ベラドンナ", spagnola: "Prima Belladonna", pagg. 730-749; "The Four-Dimensional Nightmare", ’63; ed. francese: "Prima belladonna", pagg. 111-129; "Sf: The Best of the Best", a cura di Judith Merril, (Delacorte, ’67: 6.50 $, 438 pagg.) poi (Dell, ’68: 0.95 $, 438 pagg.) , pag. 71 e in "… Part One", (Mayflower, ’70: 5 scellini, 203 pagg.), pag. 55, "Vermilion Sands", ’71; ed. italiana: "Prima Belladonna", pagg. 19-33 , francesi: "Prima Belladonna", trad. Laure Casseau, pagg. 7-27, 39-62, 9-26, 41-59, 11-29, giapponese: "プリマ・ベラドンナ", trad. Hisashi Asakura, norvegese: "Prima belladonna", olandese: "Prima Belladonna", pag. 7, russa: "Прима Белладонна", trad. А. Елькова e Ю. Копцова, pagg. 33-52, spagnola: "Prima Belladonna", tedesca: "Prima Belladonna"; "First Voyages", a cura di Damon Knight, Martin H. Greenberg e Joseph D. Olander, (Avon, ’81: 2.95 $, 373 + x pagg.), pag. 345, "Ascent of Wonder", a cura di David G. Hartwell e Kathryn Cramer, (Tor, ’94: 35.00 $, poi ’97: 27.95 $: 990 pagg.), pag. 323, poi (Orbit, ’94: 25.00 £, 990 pagg.) e (Sfbc, ’94: 17.98 $, 990 pagg.), pag. 323, e in "The Complete Short Stories", 2001; ed. italiana: "Prima Belladonna", vol. 1, pagg. 11, 11, francese: "Prima Belladonna", pagg. 9-26 vol. 1, trad. Laure Casseau, revisionata da Bernard Sigaud, giapponese: "プリマ・ベラドンナ", trad. Hisashi Asakura, vol. 1, spagnole: "Prima Belladonna", pagg. 13-24, 17-32, vol. 1, tedesca: "Prima Belladonna", trad. Alfred Scholz, vol. 1; tradotto in polacco, da Robert Stiller, "Feniks" n. 1/’84, #1, come "Prima Bella Donna", e in "Rzeźbiarze chmur", 2010, in russo, come "ПримаБелладонна", in "Чужаяагония", a cura di Ю. Копцов., (Отечество, ’91: 40.00 rubri, 222 pagg.), pagg. 132-148, e in "Затонувшиймир", ’94, in serbo, da Ingrid Jurela, come "Zlatna", "Sirius" n. 71, maggio ’82, pagg. 17-30, in spagnolo, sempre come "Prima Belladonna", anche in "El Péndulo 1", a cura di Marcial Souto, (Ediciones de la Urraca, ’90: 138 pagg.), pagg. 57-69, ancora da M. Souto, in tedesco, anche da Lore Matthaey, come "Die Frau und die Orchidee", in "Der rationierte Raum", a cura di L. Matthaey, (Pabel, ’64: 0,70 marchi, 63 pagg.), e in "Der Garten der Zeit", ’90, e in ungherese, da Vári Zsuzsanna, come "Prima Belladonna", "Galaktika" nn. 14 (Kozmosz), ’75, pag. 36 e 146 (Móra), novembre ’92, pag. 44, poi in "Metagalaktika", a cura di Kuczka Péter, (Kozmosz, ’78: 36 Ft, 396 pagg.), pag. 275; vedi "La fantascienza immaginativa di J. G. Ballard nel racconto "Prima Belladonna"", di Francesca Guidotti, "Il confronto letterario: quaderni del dipartimento di Lingue e Letterature Straniere Moderne dell’Università di Pavia", anno XV, n. 30, novembre ‘98, pagg. 601-616, e "Ballard’s Debt to Hawthorne: "Prima Belladonna"", di Michael Andre-Driussi, "The New York Review of Science Fiction" #316, dicembre 2014, pagg. 17-19

-Racconto: "Escapement", "New Worlds", dicembre, pag. 27, poi antologizzato in "Passport to Eternity", ’63; ed. italiana: in "Passaporto per l'eternità", "Il tempo si guasta", segnalato erroneamente come "Tredici verso Centauro", pag. 29, giapponese: "逃がしどめ", portoghese: "Escape", spagnola: "Escape"; "The Overloaded Man", ’67, "The Venus Hunters", ’80; ed. italiana: "Il tempo si guasta", trad. Hilia Brinis, pagg. 264-279, francese: "Perte de temps", pagg. 87-105, tedesca: "Hemmung"; e in "The Complete Short Stories", 2001; ed. italiana: "Girotondo", vol. 1, pagg. 27, 29, francese: "Échappement", pagg. 27-43 vol. 1, trad. Bernard Sigaud, giapponese: "エスケープメント", trad. Kazuko Yamada, vol. 1, spagnole: "Escape", pagg. 25-36, "Rueda de escape", pagg. 33-47, vol. 1, tedesca: "Hemmung", trad. Charlotte Franke, vol. 1; tradotto in bulgaro, da Александър Хрусанов, come "Разместеното време", "Наука и техника“, '82, in francese anche da Bruno Martin, ancora con quel titolo, in "Grands classiques de la science-fiction", a cura di Alain Dorémieux, (Opta, ‘70: 7,00 franchi, 272 pagg.), pagg. 72-89, e in "Le livre d'or de la science-fiction: J. G. Ballard", ’80, in giapponese anche da Hisashi Asakura, come "タイム・チャンネル", "S-F Magazine" n. 94, maggio ’67, illustrato da Tooru Kanamori, in olandese in "De Wachtvelden", ’73, in polacco, in "Rzeźbiarze chmur", 2010, e in russo, in "Билет в вечность", 2017; ne sono stati tratti un radiodramma, recitato da James R. Wallen, per la serie "The Vanishing Point" della radio nazionale canadese, e il cortometraggio "Ceiling Unlimited", di Dominic Johnson, Gran Bretagna 2011

1957

-Racconto: "Build-Up", "New Worlds", gennaio, pag. 52, illustrato da Gerard Quinn, poi antologizzato in "Billenium", ’62; ed. francese: "Urbi et orbi", pagg. 111-138, giapponese: "大建設", spagnole: "Viaje a ninguna parte", pagg. 623-651, "Ciudad de concentración"; "Connoisseur’s Science Fiction", a cura di Tom Boardman, (Penguin, ’64: 3 scellini e 6 pence, poi ’66: 0.95 $, ’76: 1.50 $, 0.60 £; 234 pagg.), pag. 124, "The Disaster Area", ‘67, come "The Concentration City"; ed. italiana: "Città di concentramento", trad. Vittorio Curtoni, pagg. 25-46, francese: "La ville concentrationnaire", pagg. 35-64, russa: "Концентрационный город", trad. Г. Шокина, pagg. 39-71, spagnola: "Ciudad de concentración", trad. Marcial Souto, pagg. 32-56, tedesca: "Die Konzentrationsstadt"; "Chronopolis and Other Stories", ’71, "As Tomorrow Becomes Today", a cura di Charles W. Sullivan, (Prentice-Hall, ’74: 4.95 $, 456 + xv pagg.), pag. 329, "The Best of J.G. Ballard", ‘77, come "The Concentration City"; ed. giapponese: "強制収容都市", polacca, trad. Lech Jęczmyk: "Miasto koncentracyjne"; "The Best Short Stories of J.G. Ballard", ‘78, come "The Concentration City", e in "The Complete Short Stories", 2001, come "The Concentration City"; ed. italiana: "Città di concentramento", vol. 1, pagg. 43, 46, francese: "La ville concentrationnaire", pagg. 45-69 vol. 1, trad. Pierre K. Rey, revisionata da Bernard Sigaud, giapponese: "集中都市", trad. Tōru Nakamura, vol. 1, spagnole: "Ciudad de concentración", pagg. 37-54, "La Ciudad de Concentración", pagg. 48-70, vol. 1, tedesca: "Die Konzentrationsstadt", trad. Charlotte Franke, vol. 1; tradotto in giapponese anche da Hisashi Yoshida, come "無限都市", "S-F Magazine" n. 93, aprile’67, illustrato da Hiroshi Manabe, in olandese in "De Wachtvelden", ’73, in russo, da Ю. Эстрина, come "Безвыходный город", in "Рай земной", a cura di Ростислав Рыбкин, (Радуга, '90: 672 pagg.), pagg. 68-89, in "Утонувший великан", '91, "Хрустальный мир", 2000, e in "Территория бедствия", 2018, e in tedesco, anche da Lore Matthaey, come "Die Mauer", in "Tyrannei der Uhren", a cura di L. Matthaey, (Pabel, ’64: 0,70 marchi, 63 pagg.), e in "Der Garten der Zeit", ‘90; vedi "Unnatural envelopment: fieldwork on the active tectonics of J. G. Ballard's Build-up (1957)", di Richard Cathcart, "Journal of Geoscience Education" vol. 50, n. 2, marzo 2002, pagg. 176-181

-Racconto: "Mobile"; tradotto anche (vedi "Vermilion Sands" e "The Complete Short Stories"), da Hilja Brinis, come "Le sculture di Vermillion Sands", in "Il primo libro delle metamorfosi", "Urania" n. 482, ed. Mondadori, ’68 (250 £, 168 pagg.; prezzo dei remainders: 4,50 €), pag. 133; "Science-Fantasy" vol. 8, #23, giugno, pag. 35, poi antologizzato in "Billenium", ’62; ed. francese: "Mobile", pagg. 157-176, giapponese: "モビル", spagnole: "La estatua", pagg. 670-690, "Móvil"; e, come "Venus Smiles", in "If", settembre ‘67, pag. 75, in "Vermilion Sands", ’71; ed. italiana: "La vendetta della scultrice", pagg. 119-133, francesi: "Le sourire de Vénus", trad. Arlette Rosenblum, pagg. 81-100, 165-189, 75-93, 61-80, 31-50, giapponese: "ヴィーナスはほほえむ", trad. Hisashi Asakura, norvegese: "Venus smiler"; olandese: "Venus Glimlacht", pag. 139, russa: "Улыбка Венеры", trad. Г. Соловьёвой, pagg. 123-140, spagnola: "Venus sonríe", tedesca: "Die Venus laechelt"; e in "The Complete Short Stories", 2001; ed. italiana: "Il sorriso di Venere", vol. 1, pagg. 65, 71, francese: "Le sourire de Vénus", pagg. 71-89 vol. 1, trad. Arlette Rosenblum, revisionata da Bernard Sigaud, giapponese: "ヴィーナスはほほえむ", trad. Hisashi Asakura, vol. 1, spagnole: "Venus sonríe", pagg. 55-67, "La sonrisa de Venus", pagg. 71-87, vol. 1, tedesca: "Die Venus laechelt", trad. Alfred Scholz, vol. 1; ne è stato tratto l’adattamento radiofonico omonimo di Michelene Wandor di 47’, radiotrasmesso dall BBC Radio 4 il 13 marzo ’85 nella serie "The Storytellers", con, fra i lettori, Philip Voss, Graham Seed e Anna Nygh; tradotto in bulgaro come "Венера се усмихва", in "Разкази от Британските острови" (Народна култура, ’86: 688 pagg.), in francese, ancora da A. Rosenblum, ma come "La statue qui chantait", anche "Galaxie" n. 56, gennaio ’69, pagg. 85-99, in polacco, come "Uśmiech Wenus", "Feniks" n. 3, #8, ‘86, poi in "Feniks" (As-editor, ’89: 220 pagg.), da Monika J. Sujczyńska, e come "Uśmiech Wenery", in "Rzeźbiarze chmur", 2010, in serbo, da Božidar Stančić, come "Pokretna skulptura", "Sirius" n. 44, febbraio ’80, pagg. 5-18, e in tedesco, anche da Michael Nagula, come "Das Laecheln der Venus", "Sf-Stories" (Ullstein) n. 81, ‘80

-Racconto: "Manhole 69", "New Worlds", novembre, pag. 45, poi antologizzato in "The Voices of Time and Other Stories", ’62; ed. giapponese: "マンホール69", spagnole: "Agujero para tres ombre", pagg. 147-176, "Nicho 69"; "Best Tales of Terror", a cura di Edmund Crispin, (Faber & Faber, ’62: 16 scellini, poi ’66: 6 scellini e 6 pence; 255 pagg.), pag. 179, "The Disaster Area", ’67; ed. italiana: "Cubicolo 69", trad. Vittorio Curtoni, pagg. 132-157, francese: "Trou d'homme n° 69", pagg. 183-217, russe: "Люк 69", pagg. 246-266, "Горловина 69", trad. А. Кондракова, pagg. 197-235, spagnola: "Nicho 69", trad. Carlos Gardini, pagg. 152-181, tedesca: "Einstieg 69"; "Chronopolis and Other Stories", ’71, "The Best of J.G. Ballard", ’77; ed. giapponese: "六九型マンホール", polacca, trad. Lech Jęczmyk: "Studzienka 69"; "The Best Short Stories of J.G. Ballard", ’78, e in "The Complete Short Stories", 2001; ed. italiana: "Cubicolo 69", vol. 1, pagg. 81, 89, francese: "Trou d'homme n° 69", pagg. 91-120 vol. 1, trad. Pierre K. Rey, revisionata da Bernard Sigaud, giapponese: "マンホール69, trad. Mamoru Masuda, vol. 1, spagnole: "Sumidero 69", pagg. 68-86, "Desagüe 69", pagg. 88-113, vol. 1, tedesca: "Einstieg 69", trad. Charlotte Franke, vol. 1; letto in "Youtube"; tradotto in francese anche da Alain Derémieux, ancora con quel titolo, in "Territoires de l'inquiétude", a cura di Alain Dorémieux, (Casterman, ‘72: 342 pagg.), pagg. 249-276, in giapponese, ancora come "六九型マンホール", anche da Hisashi Asakura, "S-F Magazine" n. 103, gennaio ’68, illustrato da Tooru Kanamori, in greco, come "Ανθρωπότρυπα 69", "Αναλόγιο" (ΤεχνικέςΕκδόσεις) n. 3, dicembre ’76, e in russo, anche da А. Кондраков, come "Горловина 69", in "Фата-моргана 6", a cura di С.Б. Барсов, (Флокс, ’93: 496 pagg.), pagg. 220-239, e in "Территория бедствия", 2018, e da А.С. Казаков, come "Люк 69", in "Возвращениезлогодуха" (Калита, ’93: 15.00 rubri, 416 pagg.), pagg. 198-216, e in "Затонувшиймир", ‘94

1958

-Racconto: "Track 12", "New Worlds", aprile, pag. 62, poi antologizzato in "Penguin Science Fiction", a cura di Brian W. Aldiss, (Penguin, ’61: 3 scellini e 6 pence, 236 pagg), pag. 230, poi in "The Penguin Science Fiction Omnibus" (Penguin, ’73: 0.60, poi ’80: 1.95 £, ’85: 3.50 £, 2007: 9.99 £; 616 pagg.), pagg. 197-219, ed. 2007; ed. olandese: "Fontein Science Fiction" (De Fontein, ’75: 176 pagg.), trad. Hans Kemming: "Spoor", spagnola: "Cae la noche" (Vértice, ’66: 320 pagg.), trad. Fernando M. Sesén, pagg. 97-108: "Pista 12"; "Passport to Eternity", ’63; ed. italiana: in "Essi ci guardano dalle torri", "Amplificazione", pagg. 85-92, giapponese: "十二インチLP", portoghese: "A Gravação", spagnola: "Banda 12"; "The Overloaded Man", ’67, "The Venus Hunters", ’80; ed. italiana: "Amplificazione", trad. Hilia Brinis, pagg. 233-239, francese: "La plage douze", pagg. 50-57, tedesca: "Spur 12"; e "The Complete Short Stories", 2001; ed. italiana: "Amplificazione", vol. 1, pagg. 107, 118, francese: "La plage 12", pagg. 121-127 vol. 1, trad. Michel Demuth, revisionata da Bernard Sigaud, giapponese: "トラック12, trad. Kazuko Yamada, vol. 1, spagnole: "Pista 12", pagg. 87-91, 114-119, vol. 1, tedesca: "Spur 12", trad. Charlotte Franke, vol. 1; tradotto in bulgaro, da Людмила Георгиева, come "Дванайстата пътечка", "Нова Орбита“, quotidiano, '92, in ceco, come "Záznamč. 12", "Salamandr" n. 3, ’84 e, da Jaroslav Veis, in "Hledání budoucíhočasu", a cura di Jaroslav Veis e Zdeněk Volný, (Práce, ’85: 40 Kč, 486 pagg.), in estone, da Martin Kivimets, come "Surmaheli", "Mardus" n. 2/‘93, in francese, anche da Bruno Martin, come "Bande son", "Fiction" n. 223, luglio ’72, pagg. 123-128, in giapponese anche da Norio Itō, come "トラック 12", "Men's Club", maggio ’69, in greco, da Ηρακλής Ρενιέρης, come "Κομμάτι Νο 12", "Το Κτήνος" n. 11, giugno ’88, in olandese in "De Wachtvelden", ’73, in polacco, in "Rzeźbiarze chmur", 2010, in russo, da Татьяна Шинкарь, come "Двенадцатая дорожка", "Наукаижизнь" n. 6/‘90, pagg. 148-150, e in "Последний берег", 2016, poi come "Месть", "Мирзазеркалья" n. 24/2000, pag. 12, e in "Затонувшиймир", ’94, e in tedesco, anche da Dagmar Tuerck-Wagner, come "Technische Spielerei", in "Liebe 2002", a cura di Thomas Landfinder, con lo pseudonimo di Juergen Vom Scheidt, (Baermeier & Nikel, ’71: 413 pagg.) poi (Fischer Orbit, ’73: 4,80 marchi, 272 pagg.) e in "Sex im All", a cura di Juergen Vom Scheidt, con lo pseudonimo di Atrak Lohm Sabadu, (Goldmann, ’87: 9,80 marchi, 282 pagg.), e da Wulf Teichmann, come "Aufnahme", in "Dolly Dolittle's Crime Club 4", a cura di Dolly Dolittle, (Diogenes detebe, ’79: 6,80 marchi, poi ’82: 7,80 marchi; 273 pagg.)

1959

-Racconto: "The Waiting Grounds", "New Worlds", novembre, pag. 41, poi antologizzato in "The Voices of Time and Other Stories", ’62; ed. giapponese: "待ち受ける場所", spagnole: "Esperaré en Murak", pagg. 177-215, "Zona de espera"; "The Day of Forever", ’67; ed. italiana: "Le terre di attesa", pagg. 61-100, spagnola: "Zona de espera", trad. Marcial Souto, tedesca: "Die Warte-Gruende"; "The Best of J.G. Ballard", ’77; ed. giapponese: "待つための根拠", polacca, trad. Lech Jęczmyk: "Miejsce oczekiwania"; "Galactic Dreamers", a cura di Robert Silverberg, (Random House, ’77: 8.95 $, 276 + xii pagg.), pag. 75, e "The Complete Short Stories", 2001; ed. italiana: "Terre di attesa", vol. 1, pagg. 113, 125, francese: "Les terrains d'entente", vol. 1, pagg. 129-168, trad. Bernard Sigaud, giapponese: "待ち受ける場所", trad. Kiichirō Yanashita, vol. 1, spagnole: "La zona de espera", pagg. 92-117, "Región de contenencia", pagg. 120-154, vol. 1, tedesca: "Die Warte-Gruende", trad. Michael Walter, vol. 1; tradotto in olandese in "De Wachtvelden", ’73, in russo, in "Утонувшийвеликан", ’91 e in "Фантастикавека", a cura di Вл. Гаков, (Полифакт, ’95: 620 rubri, 624 pagg.), pagg. 435-446, da В. Баканов, come "Местоожидания", e in "Последний берег", 2016, e in spagnolo anche da Fernando M. Sesén, come "Los terrenos de espera", in appendice a "Próxima parada: las estrellas" (Next Stop the Stars), di Robert Silverberg, (Vértice, ’67: 50,00 pesetas, 224 pagg.), pagg. 167-220; vedi il commento in "Quaderni d’altri tempi" n. 8, primavera 2007

-Racconto: "Now: Zero", "Science-Fantasy" #38, dicembre, pag. 61, poi antologizzato in "Billenium", ’62; ed. francese: "Trois, deux, un… zero", pagg. 139-155, giapponese: "最後の秒読み", spagnole: "...tres ...dos ...uno ... ¡cero!", pagg. 652-669, "Ahora: cero"; "The Overloaded Man", ’67, "The Best of British Sf 2", a cura di Mike Ashley, (Orbit, ’77: 0.95 £, 378 pagg.), pag. 278, "The Venus Hunters", ’80; ed. italiana: "Ora zero", trad. Laura Serra, pagg. 196-211, francese: "Trois, deux, un, zéro!", pagg. 7-24, tedesca: "Jetzt: Null"; e in "The Complete Short Stories", 2001; ed. italiana: "Ora: Zero", vol. 1, pagg. 147, 164, francese: "Trois, deux, un, zéro!", vol. 1, pagg. 169-184, trad. Michel Demuth, revisionata da Bernard Sigaud, giapponese. "最後の秒読み", trad. Tōru Nakamura, vol. 1, spagnole: "Ahora cero", pagg. 118-128, "Ahora: cero", pagg. 155-168, vol. 1, tedesca: "Jetzt: Null", trad. Charlotte Franke, vol. 1; tradotto in olandese in "De Wachtvelden", ’73, in polacco, in "Rzeźbiarze chmur", 2010, in rumeno, come "Ahora: Cero", in russo, in "Хрустальныймир", 2000, e in "Последний берег", 2016, in serbo, da Božidar Stančić, come "Tri, Dva, Jedan... nula", "Sirus" n. 48, giugno ’80, pagg. 66-75, in spagnolo, ancora come "Ahora: cero", anche da José María Aroca, in "Antología de novelas de anticipación III", a cura di Ana María Perales Herrero, (Acervo, ’64: 238 pagg.), pagg. 283-299, poi (Orbis, ’86: 1,74 €, 192 pagg.), pagg. 89-104, in svedese, come "Nu: Noll", "Häpna!" n. 2/’63, pagg. 81-93, in thailandese, da ชัยคุปต์, come "สาม...สอง...หนึ่ง...แล้วก็!...ศูนย์", in "สมการเย็น" (ยาดอง, ‘91: 181 pagg.), e in tedesco anche come "Jetzt: Null!", in 2 parti, in appendice a "Das Atom-Gespenst", di Karl Zeigfreid, (Pabel, ’64: 0,70 marchi, 64 pagg.) e a "Vom Grauen gejagt", di J. Hunter Holly, (Pabel, ’64: 0,70 marchi, 63 pagg.), e in "Der Garten der Zeit", ‘90

1960

-Racconto: "The Sound-Sweep", "Science Fantasy" #39, febbraio, pag. 2, poi antologizzato in "The 5th Annual of the Year’s Best S-f", a cura di Judith Merril, (Simon & Schuster, ’60: 3.95 $, 320 pagg.) poi, come "The Year's Best S-F: 5th Annual Edition", (Dell, ’61: 0.50 $, 320 pagg.), pag. 204 e, come "The Best of Sci-Fi 5", (Mayflower-Dell, ’66: 5 scellini, 317 pagg.), pag. 204, poi (Mayflower, ’69: 5 scellini, 317 pagg.), pag. 204, "The Voices of Time and Other Stories", ’62; ed. giapponese: "音響清掃", spagnole: "Mangon", pagg. 57-104, "El barrendero de sonidos"; "Sf: The Best of the Best", a cura di Judith Merril, (Delacorte, ’67: 6.50 $, 438 pagg.), pag. 355, poi (Dell, ’68: 0.95 $, 438 pagg.), pag. 355, e in "Sf The Best of the Best Part Two", (Mayflower, ’70: 6 scellini, 221 pagg.), pag. 137, "Chronopolis and Other Stories", ’71, "Tomorrow and Tomorrow", a cura di Damon Knight, (Simon & Schuster, ’73: 8.95 $, 251 pagg.), pag. 98, "The Four-Dimensional Nightmare", ’63; ed. italiana: "Lo spazza suoni", trad. Lidia Lax, pag. 177-217, francesi: "Le ramone-son", pagg. 57-107, "Le vide-sons", pagg. 58-111, portoghese: "O Limpa-Som", serba: "Čistač zvuka", tedesca: "Der Klangsauger"; "The Best of J.G. Ballard", ’77; ed. giapponese: "音を取りのける男", polacca, trad. Zofia Uhrynowska-Hanasz: "Wymiatacz dźwięków"; e "The Complete Short Stories", 2001; ed. italiana: "Lo spazza suoni", vol. 1, pagg. 163, 181, francese: "Le débruiteur", vol. 1, pagg. 185-234, trad. Gisèle Garson e Pierre Versins, revisionata da Bernard Sigaud, giapponese: "音響清掃", trad. Seiichi Yoshida, vol. 1, spagnole: "El barrendero de sonidos", pagg. 129-161, "El barrendero acústico", pagg. 169-213, vol. 1, tedesca: "Der Klangsauger", trad. Wolfgang Eisermann, vol. 1; tradotto in russo, in "Билет в вечность", 2017; vedi "The Sound Stage", di George Thomson, "Architectural Design" vol. 79, n. 5, settembre/ottobre 2009, pagg. 88-91, e "On Listening in a Future City", di Michael Fowler, "Grey Room" #42, inverno 2011, pagg. 22-45

-Racconto: "Zone of Terror"; tradotto anche (vedi "The Disaster Area", "Cyber-Killers" e "The Complete Short Stories"), ancora da Stefano Torossi, come "Il signor Larsen e il dottor Bayliss", in appendice a "Il diluvio", di John Creasey, "Urania" n. 319, ed. Mondadori, ’63 (200 £, 168 pagg.; prezzo dei remainders: 13,50 €), pag. 147; "New Worlds", marzo, pag. 52, poi antologizzato in "The Voices of Time and Other Stories", ’62; ed. giapponese: "恐怖地帯", spagnole: "¿Cuál era el doble?", pagg. 124-146, "Zona de terror"; "The Disaster Area", ’67; ed. italiana: "Zona di terrore", trad. Stefano Torossi, pagg. 113-131, francese: "Zone de terreur", pagg. 155-182, russe: "Зона ужаса", pagg. 320-333, "Зона ужаса", trad. В. Томилова, pagg. 175-194, spagnola: "Zona de terror", trad. Carlos Gardini, pagg. 129-151, tedesca: "Zone des Schreckens"; "Chronopolis and Other Stories", ’71, "Cyber-Killers", a cura di Ric Alexander, (Orion/Millennium, ’97: 9.99, 16.99 £, 408 + vii pagg.), pag. 317, poi (Orion, ’98: 6.99 £, 540 + ix pagg.), pag. 417; ed. italiana: "Millemondi inverno 1998: La macchina che uccide", "Millemondi" n. 18, ed. Mondadori, ’98 (9.900 £, 352 pagg.; prezzo dei remainders: 5,00 €; correlati critici: presentazione del curatore, pagg. 276-277), trad. Stefano Torossi, pagg. 277-293: "Zona di terrore"; e "The Complete Short Stories", 2001; ed. italiana: "Aberrazione", vol. 1, pagg. 207, 231, francese: "Zone de terreur", vol. 1, pagg. 235-257, trad. Pierre K. Rry, revisionata da Bernard Sigaud, giapponese: "恐怖地帯", trad. Mamoru Masuda, vol. 1, spagnole: "Zona de terror", pagg. 162-175, 214-232, vol. 1, tedesca: "Zone des Schreckens", trad. Charlotte Franke, vol. 1; tradotto in bulgaro come "Зоната на ужаса", "Зона F" n. 1, 2001, in estone, da Mario Kivistik, come "Hirmu vöönd", in "Hirmu vöönd" (Nõmm & Co, ‘93: 159 pagg.), in francese, anche da François Valorbe, con quel titolo, in "Les meilleurs auteurs anglo-saxons", a cura di Alain Dorémieux, (Opta, ‘61: 3,35 franchi, 240 pagg.), pagg. 5-20, in polacco, in "Rzeźbiarze chmur", 2010, in russo, come "Зона ужаса", da В. Томилов, "Если" n. 2/’93, #7, pagg. 89-93, e in "Территория бедствия", 2018, da А. Кондраков, in "Фата-моргана 6", a cura di С.Б. Барсов, (Флокс, ’93: 496 pagg.), pagg. 204-220, da А.С. Казаков, in "Возвращениезлогодуха" (Калита, ’93: 15.00 rubri, 416 pagg.), pagg. 265-276, in "Хрустальныймир", 2000, e da Алексей Казаков, in appendice a "Увратпреисподней-ветрено..." (The Winds of Limbo), di М. Муркок (M. Moorcock), (Терра, 2001: 36.00 rubri, 336 pagg.), pagg. 217-333, e in "Тёмноеблагословение" (ИД, 2002: 105 rubri, 413 pagg.), pagg. 257-272, in spagnolo, ancora come "Zona de terror", anche da Fernando M. Sesén, in "Cae la noche" (Vértice, ’66: 320 pagg.), traduzione di "Penguin Science Fiction", che lo aggiunge, pagg. 139-173, e in tedesco, sempre da C. Franke, con quel titolo, anche in "Nervenkitzel", a cura di Almut Gaugler, (Deutscher Buecherbund, ’89: 507 pagg.)

-Racconto: "Chronopolis"; tradotto anche (vedi "The Four-Dimensional Nightmare" e "The Complete Short Stories"), ancora da Beata Della Frattina, come "Cronopoli", in "Otto racconti", "Urania" n. 321, ed. Mondadori, ’63 (200 £, 168 pagg.; prezzo dei remainders: 20,00 €), pag. 109, e in "Imparare dal futuro", a cura di Daniele Barbieri e Riccardo Mancini, ed. La nuova Italia, ’88 (9.500 £, 160 pagg.; prezzo dei remainders: 10,43 €; correlati critici: traccia per l'approfondimento del testo, al termine), pag. 121, illustrato da Raffaello Gori; "New Worlds", giugno, pag. 64, poi antologizzato in "Billenium", ’62; ed. francese: "Chronopolis", pagg. 177-209, giapponese: "時間都市", spagnole: "La ciudad del tiempo", pagg. 691-729, "Cronópolis"; "The Vintage Anthology of Science Fantasy", a cura di Christopher Cerf, (Vintage, ’66: 1.65 $, 310 + x pagg.), pag. 213, "Chronopolis and Other Stories", ’71, "The Four-Dimensional Nightmare", ’63, ed. ‘74; ed. italiana: "Cronopoli", trad. Beata Della Frattina, pagg. 151-176, francese: "Chronopolis", pagg. 247-280, portoghese: "Chronopolis", serba: "Hronopolis", tedesca: "Chronopolis"; "Science Fiction Stories ", a cura di John L. Foster, (Ward Lock Educational, ’75: 1.50 £, 152 pagg.), pag. 69, "The Best of J.G. Ballard", ’77; ed. giapponese: "クロノポリス(時間都市)", polacca, trad. Zofia Uhrynowska-Hanasz: "Chronopolis"; "The Best Short Stories of J.G. Ballard", ’78, "The World Treasury of Science Fiction", a cura di David G. Hartwell, (Bomc, ’89: 29.95 $, 1083 + xix pagg), pag. 70, poi (Little, Brown, ’89: 22.95 $, 1083 + xix pagg.), pag. 70 e (Qpbc, ’89: 12.95 $, 1083 pagg.), pag. 70, "Science Fiction Stories", a cura di Andrew Goodwyn, (Oxford University Press, ’91: 3.95 £, 154 + vi pagg.), pag. 1, e in "The Complete Short Stories", 2001; ed. italiana: "Cronopoli", vol. 1, pagg. 227, 253, francese: "Chronopolis", vol. 1, pagg. 259-290, trad. Gisèle Garson e Pierre Versins, revisionata da Bernard Sigaud, giapponese: "時間都市", trad. Kazuko Yamada, vol. 1, spagnole: "Cronópolis", pagg. 176-196, 233-261, vol. 1, tedesca: "Chronopolis", trad. Wolfgang Eisermann, vol. 1; tradotto in francese anche in "Le livre d'or de la science-fiction: J. G. Ballard", ’80, in olandese in "Chronopolis", ’75, in russo, come "Хронополис", da Д.А. Жуков, in "НФ 9", a cura di Н. Огородникова, (Знание, ’70: 135 pagg.), pagg. 117-135 e in "Нулевойпотенциал", a cura di Д.А. Жуков (Пресса, ’93: 480 pagg.), pagg. 331-355, e in "Затонувшиймир", ’94, e da Т. Шинкарь, come "Хронополь", "Компьютерра" nn. 1, #229, pagg. 32-33, 2, #230, pag. 32, 3, #231, pag. 55, 4, #232, pagg. 56-57, 9, #237, pagg. 53-55, e in "Последний берег", 2016, in tedesco, anche da Lore Matthaey, come "Tyrannei der Uhren", in "Tyrannei der Uhren", a cura di L. Matthaey, (Pabel, ’64: 0,70 marchi, 63 pagg.), come "Chronopolis", in "Maschinenmenschen", a cura di Erik Simon, (Das Neue Berlin, DDR, ’80: 336 pagg.), e ancora da W. Eisermann, con quel titolo, anche in "Die Fussangeln der Zeit", a cura di Karl Michael Armer e Wolfgang Jeschke, (Heyne, ’84: 7,80 marchi, 346 pagg.) e in "Die Gehaeuse der Zeit", a cura di Karl Michael Armer e Wolfgang Jeschke, (Heyne, ’94: 25,00 marchi, 784 pagg.), e in ungherese, come "Chronopolis", "Galaktika" (Metropolis Media) n. 318, settembre 2016, pag. 6; vedi ""Chronopolis" di J.G. Ballard: la città e il tempo", di Francesco Marroni, "La città e le stelle" n. 1, ed. Nord, '82, pagg. 18-22, poi nello speciale "James Graham Ballard" di "Intercom", e "Il tempo e lo spazio in Chronopolis di J. G. Ballard", di Ignazio Sanna, "Between" vol. 1, n. 1, maggio 2011, pagg. 1-13

-Racconto: "The Voices of Time"; tradotto anche (vedi "The Four-Dimensional Nightmare", "Isaac Asimov Presents the Great Sf Stories #22 (1960)" e "The Complete Short Stories"), ancora da Abramo Luraschi, come "Le voci del tempo", "Robot" n. 18 (800 £, 160 pagg.; prezzo dei remainders: 8,00 €; correlati critici: "James G. Ballard", biografia, pag. 18) poi in "Raccolta Robot" n. 7 (1.300 £, 160 + 160 pagg.; prezzo dei remainders: 10,00 €), ed. Armenia, ’77, ‘78, illustrato da Giuseppe Festino, pagg. 16-45; "New Worlds", ottobre, pag. 91, poi antologizzato in "The Voices of Time and Other Stories", ’62; ed. giapponese: "時の声", spagnole: "Las voces del tiempo", pagg. 11-56, "Las voces del tiempo"; "Spectrum 3", a cura di Kingsley Amis e Robert Conquest, (Gollancz, ’63: 21 scellini, 272 pagg.), poi (Harcourt, Brace & World, ’64: 4.50 $, 272 pagg.), (The Science Fiction Book Club, Uk, ’64: 10 scellini e 6 pence, 272 pagg.), (Berkley Medallion, ’65: 0.60 $, poi ’69: 0.75 $; 254 pagg.), pag. 81, (Pan, ’66: 5 scellini, poi ’71: 0.30 £; 288 pagg.), pag. 91, "One Hundered Years of Science Fiction", a cura di Damon Knight, (Simon & Schuster, ’68: 7.95 $, 384 pagg.), pag. 352, poi (Gollancz, ’69: 6.95 £, 368 pagg.) e in "… , Book Two", (Pan, ’72: 0.30 £, 179 + x pagg.), pag. 142; ed. spagnola: "Antología de novelas de anticipación X" (Acervo, ’70: 435 pagg.), pagg. 363-403, poi "Antología de ciencia ficción" (Orbis, ’86: 1,74 €, 256 pagg.), pagg. 207-247, trad. José María Aroca: "Las voces del tiempo"; "The Inner Landscape" (Allison & Busby, ’69: 21 scellini, 151 pagg.), pag. 99, poi (Corgi, ’70: 0.25 £, 190 pagg., poi ’75: 0.40 £, 187 pagg.), pag. 79, e (Paperback Library, ’71: 0.75 $, 160 pagg.), pag. 67; edd. spagnole: "Mundos paralelos" (Lidiun, ’80: 170 pagg.), pagg. 67-108, poi "El paisaje interior" (Orbis, ’86: 1,74 €, 160 pagg.), pagg. 65-104, trad. Marta Muñiz Moreno: "Las voces del tiempo"; "Chronopolis and Other Stories", ’71, "Alpha 2", a cura di Robert Silverberg, (Ballantine, ’71: 0.95 $, 310 + vii pagg.), pag. 221, poi, come "Alpha 2", (ReAnimus Press, 2022: 16.99 $, 344 pagg., 3.99 $, ebook), pag. 225, "The Four-Dimensional Nightmare", ’63; ed. italiana: "Le voci del tempo", trad. Lidia Lax, pagg. 7-42, francesi: "Les voix du temps", pagg. 11-54, 11-57, portoghese: "As Vozes do Tempo", serba: "Glasovi vremena", tedesca: "Die Stimmen der Zeit"; "Modern Science Fiction", a cura di Norman Spinrad, (Anchor Press/Doubleday, ’74: 3.50 $, 540 + xiv pagg.), pag. 275, poi (Gregg Press, ’76: 25.00 $, 540 + x + xiv pagg.), "Best Science-Fiction Stories" (Hamlyn, ’77: 5.95 £, 750 pagg.), pag. 454, "The Best of J.G. Ballard", ’77; ed. giapponese: "時間が語りかけてくる", polacca, trad. Zofia Uhrynowska-Hanasz e Aniela Iwicka, nella 2ª ed. della sola Zofia Uhrynowska-Hanasz: "Głosy czasu"; "The Best Short Stories of J.G. Ballard", ’78, "The Golden Age of Science Fiction", a cura di Kingsley Amis, (Hutchinson, ’81: 6.95 £, 370 pagg.) poi (Penguin, ’83: 2.95 £, 365 pagg.), pag. 148, "Isaac Asimov Presents the Great Sf Stories #22 (1960)", a cura di Isaac Asimov e Martin H. Greenberg, (Daw, ’91: 4.50 $, 351 pagg.), pag. 304; ed. italiana: "Le grandi storie della fantascienza: 1960", "Classici Urania" n. 181 (6.000 £, 320 pagg.; prezzo dei remainders: 8,00 €), poi "I libri di Urania" n. 1 (8.000 £, 320 pagg.), trad. Abramo Luraschi, pag. 279, ed. Mondadori, ’92, ’92: "Le voci del tempo", ceca: "To nejlepší ze SF roku 1960" (Návrat-Radomír Suchánek, 94: 75 Kč, 316 pagg.), trad. H. e J. Kudrnáčovi e/o M. Němec: "Hlasyčasu"; "The Road to Science Fiction Volume 5: The British Way", a cura di James Gunn, (White Wolf, ’98: 14.99 $, 622 pagg.), pag. 329; ed. tedesca: "Von Ballard bis Stableford" (Heyne, 2001: 12,50 €, 508 pagg.), trad. Wolfgang Eisermann: "Die Stimmen der Zeit"; "The Complete Short Stories", 2001; ed. italiana: "Le voci del tempo", vol. 1, pagg. 255, 285, francese: "Les voix du temps", vol. 1, pagg. 291-333, trad. Gisèle Garson e Pierre Versins, revisionata da Bernard Sigaud, giapponese: "時の声", trad. Norio Itō, vol. 1, spagnole: "Las voces del tiempo", pagg. 197-225, 262-300, vol. 1, tedesca: "Die Stimmen der Zeit", trad. Wolfgang Eisermann, vol. 1, e in "The Big Book of Science Fiction: The Ultimate Collection", a cura di Ann e Jeff VanderMeer, (Vintage Crime/Black Lizard / Sfbc, 2016: 19.55 $, 25.00 $, 1178 + xxxi pagg., 25.00 $, ebook), pag. 403; ve ne è un estratto in "Other Worlds", a cura di Tim Stringer, (Thomas Nelson, ’90: 24.95 $, 48 pagg.); tradotto in giapponese, ancora come "時間が語りかけてくる", ancora da Norio Itō, anche "S-F Magazine" n. 81, maggio ’66, illustrato da Tooru Kanamori, in greco, da Τζένη Μαστοράκη, come "OιΦωνέςτου Χρόνου, Ανθολογία", in "Μεγάλη Ανθολογία Επιστημονικής Φαντασίας" vol. 3, (Εξάντας, ’76), pag. 15, in lituano, come "Golosa vremeni", in olandese, da Nettie van Straten, come "De stemmen van de tijd", in "Drie Sf-novellen" (A.W. Bruna, ’78: 220 pagg.), in polacco, ancora con quel titolo, anche in "Kroki w nieznane 3", a cura di Lech Jęczmyk, (Iskry, ’82: 485 pagg.), in russo, in "Затонувшиймир", ’94, e in "Фабрика Грёз", 2011, in spagnolo, sempre con quel titolo, ma da Fernando M. Sesén, anche in appendice a "Histrión del espacio" (The Wanton of Argus), di John Brunner, (Vértice, ’66: 224 pagg.), pagg. 149-220, e in tedesco, anche in "Der Garten der Zeit", ‘90

-Racconto: "The Last World of Mr. Goddard", "Science-Fantasy" #43, ottobre, pag. 67, poi antologizzato in "Terminal Beach", ’64; ed. giapponese: "ゴダード氏最後の世界", olandese: "De Laatste Wereld van de Heer Goddard", pag. 55, spagnola: "El último mundo del Señor Goddard", trad. Aurora Bernárdez; "The Day of Forever", ’67; ed. italiana: "L'ultimo mondo di Mister Goddard", pagg. 101-121, spagnola: "El último mundo del señor Goddard", trad. Marcial Souto, tedesca: "Mr. Goddards letzte Welt"; e in "The Complete Short Stories", 2001; ed. italiana: "L'ultimo mondo del signor Goddard", vol. 1, pagg. 293, 329, francese: "Le dernier monde de M. Goddard", vol. 1, pagg. 335-354, trad. Bernard Sigaud, giapponese: "ゴダードの最後の世界", trad. Yamada Junko, vol. 1, spagnole: "El último mundo del señor Goddard", pagg. 226-239, 301-318, vol. 1, tedesca: "Mr. Goddards letzte Welt", trad. Michael Walter, vol. 1; tradotto in polacco in "Rzeźbiarze chmur", 2010, in russo, in "Билет в вечность", 2017, e in tedesco, anche da Lore Matthaey, come "Die letzte Welt des Mr. Goddard", in "Science-Fiction Cocktail 3", a cura di L. Matthaey, (Pabel, ’65: 0,80 marchi, 62 pagg.); vedi "Dal doppio al simulacro: appunti per una storia del corpo nella Sf americana", di Antonio Caronia, in "L'Einstein perduto", coop. "Charlie Chaplin", '82, pagg. 51-65 (55)


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