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Sebbene su Bavel non esistessero prigioni, il luogo dove Asfwd e Resxew avevano rinchiuso Fjjk, Gudlaj e Haggar era quanto di più vicino a un carcere ci si potesse immaginare. Una casamatta tozza e squadrata, che architettonicamente faceva a pugni con le strutture troncopiramidali dell’Alveare. Si trattava del Quartier Generale della Milizia, una struttura che dominava con la sua mole il sobborgo orientale di Bavel, non lontano dalle Piane Rocciose e dalla Patria dei Marsupiali. All’interno, corridoi e alloggiamenti per le truppe d’assalto. In uno di questi ultimi, una stanza stretta e lunga con tre giacigli in paglia, erano stati confinati Fjjk e i suoi compagni.

- Piccolo, capisco il tuo dolore… - disse Haggar, una strana smorfia sbilenca sul muso dominato dal grosso naso. - Adesso però dobbiamo scoprire un modo per andarcene da qui. Forza, sei stato così coraggioso finora. Non mollare proprio adesso!

Mollare? La Lingua Bassa non si prestava a grandi elasticità nelle metafore, e Fjjk, che aveva capito di non dover allentare la presa dei suoi denti piatti, rimase interdetto un istante. Poi comprese cosa Haggar volesse dire e la pausa gli consentì di anestetizzare un poco il dolore. La perdita di una Prole era un momento devastante per un Figlio, specie se si trattava, com’era il caso di Radswe, dell’erede designato e il padre era di mezza età come Fjjk. Era, dolce Hassa, come perdere il proprio futuro. Questo gli aveva fatto Resxew. Fjjk sentì la ferocia di Seff montare dentro di sé.

- Sia fatta la volontà di Homm, onorato Fjjk, ora e sempre… - disse una voce flautata, mentre una mano tozza dal pollice opponibile si posava sulla spalla di Fjjk, tremante per il furore. - E che Hassa ci accordi la sua misericordia…

- La volontà di Homm, tu dici, Gondas? - rispose quasi urlando Fjjk - Era la volontà di Homm che friggessero il cervello della mia Prole anziana? E dov'era la tuab dolce Hassa?

- Tutto in questo mondo, e nel Di Sopra, accade per volontà di Homm e Hassa… - rispose Gudlaj - Sta solo alla misericordia della Dea dell'acqua fare sì che ciò che accade non ci travolga col suo procedere spietato… Non capisci, scienziato, Homm e Hassa sono due facce della stessa medaglia, due sensibilità della stessa trascendenza. Se capisci questo, ti sarà meno doloroso sopportare le angosce della vita, i momenti come ... questo. E... Seff, il male... E' dentro di noi. Spetta solo a noi tenerlo a bada, con l'aiuto di Hassa. E questa, in ultima analisi, è la volontà di Homm.

Fjjk riconobbe il tono del sacerdote, quale Gudlaj era.

- Cosa devo fare ora, Gudlaj? Siamo prigionieri e temo che per Asfwd sia più semplice ucciderci che lasciarci vivere. Siamo la testimonianza che lui è in errore. E io… non ho più niente con me che possa aiutarci a uscire di qui.. Qui non ci serve la trascendenza... Almeno non ora. Non ci sono finestre, e la porta è saldamente chiusa con una serratura elettronica, probabilmente con l’impronta della coda dello stesso Asfwd. Siamo in trappola!

- Non del tutto, piccolo, non del tutto… Non se uno sciagurato bipede di razza sconosciuta viene improvvisamente colto da avvelenamento da cibo per Figli… Non ricordi? - disse Haggar cominciando a impallidire e a tenersi l’addome. - Mi sono gettato su quelle … fibre? - continuò gemendo e indicando il piatto di licheni che era stato loro servito come unico pasto. - E… urghhh… senza nemmeno sapere cosa fossero…

Nello stupore assoluto di Gudlaj e Fjjk Haggar si gettò sul pavimento di keramyk cominciando a lamentarsi ad alta voce. Poi si girò, sempre gridando, ma chiudendo, stringendo e riaprendo subito una palpebra. Un gesto alieno, accompagnato però da un largo sorriso. Fjjk e Gudlaj capirono che si trattava di un trucco. Ingegnosi bipedi, pensò Fjjk, mentre il medico si rotolava per terra mugolando per un dolore che appariva genuino.

- Aprite questa porta! - cominciò a gridare Fjjk, battendo entrambe le palme delle mani sulla piastra di metalloy che chiudeva la loro cella.

- Aprite, per Hassa la dolce, - fece eco Gudlaj con la sua voce sonora, scoccando uno sguardo d’intesa all'anatomista.

- Cosa succede qui dentro? - chiese inquisitoria una guardia, che entrò nella cella non appena la porta rientrò nella fessura apertasi sul pavimento.

- Sta male, non vedi? - disse Fjjk. - Voi e i vostri licheni lessi! Quella creatura ha bisogno di una dieta adatta, e…

Fjjk si interruppe e la guardia si girò di colpo, per ricevere sul muso allungato di Figlio la mano di Gudlaj stretta a pugno. Un atto che con queste mani, non avrei mai potuto compiere con la stessa efficacia, pensò Fjjk mentre il miliziano strabuzzava gli occhi e si abbatteva a terra, stordito. Automaticamente, Haggar si alzò in piedi, impugnò il fulminatore e ne calò il calcio sulla testa della guardia, prolungandone il sonno per un po’.

- Adesso, amici miei, sorrise il medico togliendo la sicura alla grossa arma - mi sento molto più tranquillo. Andiamo a prendere il vostro Capocerimoniere?

- Aspetta, Haggar, qui fuori ci saranno decine di Figli armati fino ai denti - disse Fjjk preoccupato. Non ho nessuna voglia di mettermi a sparare all’impazzata come un delinquente in preda a Seff! pensò con terrore guardando il medico che giocherellava con il delicato fermo del grilletto del fulminatore.

- Ma come si impugna questo coso? - chiese Haggar che, istintivamente, cercava il posto per il pollice su un calcio predisposto invece per infilarvi dentro, salde, le quattro dita della mano di un Figlio. - Ahhh ecco! Così. Ma io ho le dita troppo grosse! Ci infilerò solo le ultime due, e il pollice, così, a reggere il tutto… Ma che scomodo! E… prendi un po’ questo!

Di nuovo il lampo rosso, stavolta a cadere un’altra guardia anch’essa armata di fulminatore. Hassa misericordiosa, non c’è più il tempo di pensare! Fjjk indossò senza difficoltà la lunga canna sagomata, come se da sempre avesse fatto parte della milizia. Il terzetto iniziò ad avanzare nel corridoio interno principale della casamatta, Gudlaj, l’unico disarmato, protetto dagli altri due.

- Ce ne saranno sicuramente degli altri, Fjjk - disse Haggar. - passa in coda e proteggici le spalle, questo corridoio non mi piace… Abbiamo fatto troppo rumore!

Un raggio, di ampiezza più ridotta e di colore rosso chiaro, staccò una sottile lamina di keramyk dal muro sopra la testa crinita di Haggar.

- Attenzione, riparatevi dietro quella sporgenza - urlò il medico imbracciando il fulminatore con una mano e indicando con l’altra il ridotto spazio che conduceva a un angolo. Ancora pochi passi e avrebbero svoltato in un altro passaggio, da dove probabilmente si arrivava all’uscita.

- C’è una specie di barricata là in mezzo - disse Gudlaj che aveva avuto il tempo di gettare uno sguardo dietro l’angolo. - Dietro una porta di metalloy scardinata e messa di traverso ci saranno tre o quattro guardie con fucili a fase e fulminatori pesanti. Non so se riusciremo a passare.

- Io dico di sì… - sorrise crudele Haggar. - Sai che i fulminatori possono lanciare anche delle granate? Io l’ho scoperto esaminando questo… - E, aprendo un alloggiamento laterale della sua arma, ne trasse due sfere di aspetto plastico, dotate su un lato di una specie di innesco. Ora, secondo logica, queste vanno inserite qui, vedi questa cavità tondeggiante? Co-osì! Con un sordo suono di incastro, le due sfere scomparvero, una dopo l’altra, in un compartimento. Una luce rossa si accese vicino al grilletto, poi diventò verde.

- Vediamo, - disse pensoso Haggar - secondo me si fa così! - E facendo capolino da dietro l’angolo sparò la prima granata contro la barricata.

L’esplosione fu devastante. La porta di metalloy si disintegrò con quanto c’era dietro. Haggar, Fjjk e Gudlaj si affrettarono a oltrepassare i rottami fumanti, in mezzo ai quali si riconoscevano parti anatomiche di Figlio. Fjjk distolse lo sguardo, sconvolto. Una breve, guardinga corsa verso la porta in fondo al nuovo corridoio. Sì, la piastra è verde, se Hassa vuole è l’uscita…

- Porta chiusa! - esclamò Haggar notando la luce rossa vicino alla piastra di identificazione.

- Non funziona! Lo sapevo! - si lamentò Fjjk dopo avere invano infilato il bordo rugoso della propria coda nella fessura di identificazione. L’idea era stata pessima. Subito, al di fuori della casamatta, cominciò a risuonare angosciosa la sirena di un allarme.

- Onorato anatomista… - disse Gudlaj. - dovevi immaginare che le tue credenziali sarebbero state revocate da Asfwd Fasd.

- Aspetta un istante, Gudlaj… - rispose Fjjk. - Questi dispositivi hanno in genere anche un comando vocale, nel caso remoto in cui il lettore centrale dovesse sbagliare a scannerizzare il bordo della coda di un Figlio… Vediamo… - Sì! Passando e ripassando il palmo della mano davanti alla piastra, Fjjk riuscì ad azionare un pannello quasi invisibile, che si ribaltò infine sotto i suoi occhi evidenziando un microfono. Fjjk inserì dentro i propri dati e la porta, incredibilmente, si aprì. Contemporaneamente, la sirena smise di suonare.

- Asfwd doveva avere molta fretta, - disse Fjjk trionfante - per dimenticare di bloccare anche questo dispositivo. Ora dobbiamo sbrigarci. Kà-dingirra ci aspetta!

- Asfwd ti ha lasciato uscire, figlio di Okjieko, solo perché sapeva che qui avresti trovato me! - Fjjk si girò al suono della voce conosciuta. Davanti a lui si parava ancora una volta il Portavoce della Schiera Resxew, nuovamente armato di fulminatore pesante. - Non sai che gioia mi darà il poter dire ad Asfwd che, dopo la Prole, ho dovuto uccidere anche il Padre!

Resxew caricò la pesante arma e la sollevò lentamente, senza avvedersi che silenzioso, alle sue spalle, era scivolato Gudlaj il Gondas. Il sacerdote marsupiale afferrò la tunica del Portavoce della Schiera, abbassandogliela dal collo fino alla vita. Resxew rimase imprigionato, le braccia immobilizzate. Haggar gli strappò il fulminatore dalle deboli mani, impugnandolo saldamente nelle sue.

- F... Fjjk... Stimato, onorato scienziato! - balbettò l'ex Araldo di Bavel. - A... avrai capito che ero costretto a fare tutto questo... As... Asfwd mi avrebbe ucciso! Ha detto che mi avrebbe smembrato se non ti fossi stato addosso, e...

-... E tu lo hai fatto, vero, povero Resxew, come potevi opporti al Capocerimoniere della Gilda dei Medici? - lo schernì Fjjk, in preda al furore. Quello era il Figlio che aveva massacrato la sua Prole prediletta, destinata a succedergli. - Che tu ti sia autoproclamato Portavoce della Schiera è solo un piccolo dettaglio, no? Tu non desideravi il potere per te... era tutto un trucco, non è vero?

-...Sì, è così! Asfwd! Asfwd mi ha plagiato, io non avrei mai voluto fare del male a te o a Otgejn... La tua casata, casa Fjjk, possa vivere per generazioni! Se... se tu vorrai, Fjjk, io potrò pubblicare la versione finalmente corretta della tua storia, io sarò il tuo cronista!

- Non ce la fai proprio a riprovarci ogni volta, vero, Resxew? - disse mesto Fjjk, percorrendo con una carezza il muso dell'ex amico. Vide che la tunica gialla ormai strappata si sollevava febbrilmente sulla pancia prominente del Figlio. Stava per averne pietà, quando ricordò lo scempio della testa di Radswe, i propositi di ucciderlo e impossessarsi della sua Famiglia.

- Già, casa Fjjk. - mormorò l'anatomista capo di Bavel - E' quasi una buona idea, sai Resxew? - e sottolineò la frase con un violento ceffone che colpì il Figlio in pieno muso, facendolo vacillare.

- Non farmi del male, ti prego, scienziato! - squittì Resxew inciampando e cadendo a terra, raspando il suolo con le zampe posteriori, le braccia ancora immobilizzate dalla resistente seta della tunica.

- Le fanno bene le vostre tuniche, eh, ex Araldo? - chiese Fjjk avvicinandosi lentamente a Resxew, che continuava a retrocedere.

- Ti prego, Fjjk. Non farlo! - Resxew aveva visto che lo scienziato impugnava una pistola a fase regolata in modalità incisivo-percussiva. La spia color magenta parlava chiaro. - Dolce Hassa, non puoi uccidere un Figlio come se fosse uno...

- ... Uno schiavo, Resxew? Un animale? Oh, no. Non lo farò infatti. - Fjjk si fermò, tenendo sempre di mira l'ex Araldo di Bavel. - Ma forse qui c'è qualcuno che desidera farlo. Gudlaj?

- Onorato scienziato... - disse piano il Gondas facendosi avanti aondeggiante. - Hassa la misericordiosa mi è testimone di quanto io desideri la morte di questo Figlio. Ma non voglio macchiarmi le mani con il suo sangue impuro. Haltaj... Haltaj non lo avrebbe voluto. Lascia che viva, Fjjk. Lascia che viva per ricordare la sua superbia e la sua iniquità. Che di lui sia quello che Hassa vuole!

- Hai ragione, Gudlaj... - disse lentamente Fjjk. - Ma forse c'è un modo per ricordare a questo Figlio di cosa è fatta la sua ambizione. Ora aiutami a sollevarlo per le gambe, così...

- No, non un'altra volta! - strillò Resxew, che aveva capito le intenzioni di Fjjk.

Fjjk e Gudlaj portarono a braccia Resxew verso il grande bacino isolato in cui confluivano i rifiuti del Corpo di Guardia e i residui della latrina. I due dentepiatto si scambiarono un cenno d'intesa, poi presero lo slancio e scagliarono il pesante corpo dell'ex Araldo di Bavel nel mezzo del cumulo di spazzatura ed escrementi.

Una volta regolati i conti con Resxew, uscire dalla zona del Quartier Generale della Milizia si dimostrò meno difficile di quello che Fjjk aveva temuto. La seconda identificazione vocale aveva annullato ogni segnale di allarme che in precedenza la sua coda aveva iniviato ai sistemi di sicurezza dell’Alveare. I rinforzi della vigilanza arrivarono perciò in grave ritardo, appena in tempo per salvare l'ex Araldo dall'annegamento nei liquami, e ben dopo che Gudlaj, Fjjk e Haggar ebbero imboccato la rete dei canali, che da Bavel li avrebbe portati alla base dell’Acropoli di Kà-dingirra.

- Aspetta, piccolo, maledizione! - sbottò soffocato Haggar dopo che, per l’ennesima volta, Fjjk gli aveva dato sei lespam di acqua battendo per una sola volta la sua coda piatta. Nella disciplina del nuoto si ribaltava lo svantaggio motorio dei Figli nei confronti dei bipedi come Gudlaj o come lo stesso Haggar, costretti a utilizzare le loro braccia in un faticoso e ritmico movimento. Fjjk riusciva a distanziare nettamente i suoi amici, nonostante questi, per riuscire a nuotare a velocità accettabile, avessero caricato sulla schiena dello scienziato i due pesanti fulminatori. Non mi sono mai sentito meglio , notò Fjjk fra sé e sé. Nonostante la morte di Radswe, in lui era subentrato non già il furore cieco di Seff, ma una nuova fredda determinazione: doveva fare i conti con Asfwd, una volta per tutte, perché la giustizia doveva essere riportata all’interno della Schiera.
Lo scienziato si chiese chi potesse essere la divinità a ispirare quello stato d’animo. Certo non la dolce Hassa, dea della tenerezza e della misericordia. Doveva dunque essere Homm a ispirare questa riscossa. Ma forse Gudlaj aveva ragione. Homm e Hassa, due volti della medesima trascendenza... Lui stesso non riusciva più a distinguere quale Dio muoveva le sue singole pulsioni. Quanto era cambiato da quando aveva messo piede sul duro carapace! Uno scienziato, un ex schiavo marsupiale e un medico bipede, reliquia del remoto passato sulla superficie del pianeta! Un bell’assortimento, non c’era che dire. Erano passati… Quattro o cinque lekhter, da quando, in quello stesso canale, aveva visto la sguenda che lo aveva guardato? Sembrava passata una vita da Figlio, e quante cose aveva visto! Ora, ammettere che un barlume di coscienza risiedesse anche negli occhi di quel dentepiatto selvaggio non lo turbava più. Molte cose sarebbero dovute cambiare, sotto il cielo fasullo della Schiera… Già, il cielo… Gli astri! Non avrebbe mai visto quelle meraviglie, se si fosse rassegnato ad accettare alla lettera il tabù di Homm: la superficie appartiene agli dei… No, la superficie di appartiene a tutte le sue creature! Meravigliato della forza con cui la sua mente ora formulava simili concetti, Fjjk quasi non si accorse di essere arrivato alle mura esterne di Kà-dingirra.

- Strano posto, questo…- mormorò Haggar, disorientato di fronte alle moli troncoconiche.

- Ecco, di qui si procede solo a piedi, - disse Fjjk scaricando i fulminatori sul selciato di keramyk. - Ma dovremo fare attenzione. Haggar, dovrai sacrificarti per il bene di tutti!

- Cosa vuoi dire, piccolo mius?

- Che noi siamo i grandi cacciatori e tu sei la nostra preda! - rise Fjjk divertito, mentre traeva dalla borsa da medico una lunga e stretta fibra. Con questa legò i polsi dell’esterrefatto Haggar. Poi raccolse le armi e diede uno dei fulminatori a Gudlaj. - Ecco, così desteremo meno sospetti. Abbiamo catturato uno stranissimo bipede, e lo stiamo portando agli Anziani per decidere cosa farne!

- Io spero che tu sappia cosa fai, - disse preoccupato Haggar, mentre i due dentepiatto lo affiancavano, le armi a tracolla.

- Ho sempre sognato di portare agli Anziani una creatura come te, - disse Fjjk sorridendo in un modo che a Haggar sembrò strano.

- Piccolo, non farai scherzi, vero?

- Tranquillo, Haggar, Fjjk è solo… molto eccitato. - disse calmo Gudlaj. - Quando quelli come lui si eccitano, diventano così … febbrili. La sua religione in realtà gli proibisce di cedere a Seff, vero Fjjk? - Gli occhi tondi del Gondas guardavano Fjjk pieni di riprovazione.

- Ahhh… behh… Sì, è vero. Scusami, Haggar - implorò Fjjk, le estremità delle ampie orecchie rosse d’imbarazzo. - Ma devi capire. Finora una creatura come te era considerata una favola qua sotto. Io… io ho un fossile, in laboratorio, uno scheletro in tutto e per tutto uguale al tuo… E secondo gli Anziani erano falsificazioni! Adesso dovranno guardarti per bene!

- Calma, Fjjk - disse Gudlaj. - rimane Asfwd a cui pensare…

- Accidenti, il Capocerimoniere! Che Seff sia maledetto se per un momento non me ne sono dimenticato! L’imbarazzo portò stavolta Fjjk ad abbassare addirittura le orecchie in giù lungo il cranio. Guardò Haggar con aria colpevole.

- Io… - cominciò a dire.

- Non ci pensare, Fjjk. - rispose Haggar sorridendo. - La fedeltà alla tua Razza è una caratteristica molto forte dentro di te. Vedi solo di ricordarti da che parte stai, una volta che saremo dai tuoi… Anziani!

- Sarà molto presto, Haggar! - disse Fjjk indicando la piramide sulla sommità di Kà-dingirra. Quello è il palazzo del Consiglio. Lì dentro ci sono una decina di Figli molto vecchi e semiciechi la cui decisione collettiva vale le nostre vite e… di più, il futuro stesso della Schiera! Vorrei che qui ci fosse Radswe… La sua abilità nelle discussioni retoriche sarebbe potuta tornarci utile. Ma la mia Prole è andata, e devo pensarci io…

Un palmo della mano posato sulla piastra d’entrata bastò a Fjjk per disattivare la serratura di sicurezza del Palazzo degli Anziani. Strano. Molto strano. A questo punto Asfwd non può ignorare che ci siamo liberati dalle sue guardie. Perché nessuno ci ferma nemmeno qui?

Non appena la porta ad energia si dissolse davanti a loro, con un brivido di terrore Fjjk capì. Gli Anziani sedevano accucciati come loro costume a semicerchio, ad attorniare una grassa figura di Figlio al centro della pedana cerimoniale. Asfwd lo guardava con il segno di Seff negli occhi, infilata in mano una pistola a fase, che teneva puntata contro la testa della sua Moglie Anziana Otgejn.






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