E ora arriva l’Orfeo new age
di Maurizio Porro
"Al di là dei sogni", effetti speciali per Robin Williams
Anche il grande clown Robin Williams paga il debito con la moda spiritualistica del momento, in un film in cui la tendenza new age si sposa con i più sofisticati sistemi di «virtualizzazione» della realtà. Il regista-creatore neozelandese Vincent Ward, come quello di «Truman show», domina la materia con il suo potere digitale: al computer cambia clima, paesaggi, tempo, flora e fauna. Ma senza fatica, solo schiacciando un tasto. E alla fine tutto ciò si paga, perché «Al di là dei sogni» è una fantastica offerta paesaggistica dell'al di là con richiami pittorici ottimi e abbondanti, da Bosch a Piranesi, da Van Gogh a Doré, dal romantico Friedrich a Monet. Gli manca il dolore e la disperazione, gli mancano i sentimenti, che anche Williams qui fatica a rendere: lui nell'altro mondo incontrerebbe Marilyn e Kennedy.
È lui il nuovo Dante di questo Olimpo che si avventura nel mezzo del cammin della sua vita puro spirito in quanto già morto in un incidente di macchina, alla ricerca dell'adorata moglie che, essendosi suicidata, sta in un altro girone, ed è la brava Annabella Sciorra. Orfeo ed Euridice, Divine commedie e tragedie. Dal Paradiso all'Inferno, dove tra i dannati fa capolino anche Herzog, attraverso lo Stige e la Guida Max Von Sidow. Grazie alla fratellanza new age, c'è perfino un virtuale happy end, basta fidarsi dell'amore coniugal eterno, come accade nel cinema paranormale, da «Dna scala in Paradiso» di Powell e Pressburger a «Ghost». 271 effetti specialissimi computerizzati cercano di esplorare i misteri dell'anima mettendo la cinepresa nella zona di confine e creando una specie di macchina celibe dotata di caleidoscopico fascino, ma incapace di superare la meraviglia.
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