Non risvegliate la faraona
di Leonardo Autera
Il romanzo "Il gioiello delle stelle", scritto da Bram Stoker (il narratore irlandese famoso soprattutto per "Dracula") agli inizi del secolo, sotto lo stimolo delle grandi scoperte archeologiche in Egitto, è stato più volte portato liberamente sullo schermo, fin dall'epoca del «muto», per produzioni di serie B di cui si conserva la memoria e pare anche che abbia suggerito lo spunto e due versioni di "La mummia".
Una trascrizione poco fedele (non soltanto per la posticipazione della fantastica storia ai giorni nostri) è stata ora operata anche da tre sceneggiatori e dal regista inglese Mike Newell per "Alla trentanovesima eclisse" (The Awakeng).
Per grandi linee, la vicenda da brivido è quella dell'archeologo inglese che, nonostante la maledizione che incombe sull'eventuale profanatore vìola il sepolcro egiziano di una regina che quattromila anni fa la stirpe dei faraoni volle cancellare dalla storia per le di lei efferatezze spinte fino a pratiche incestuose con il padre. Ne consegue che diciotto anni dopo, in coincidenza con determinati fenomeni astrali la malvagia svegliata dal sonno eterno si reincarna nella figlia del professore, la quale ne eredita le crudeli arti magiche con le conseguenze disastrose che si posso immaginare.
Su questa traccia del racconto s'innestano: però, varie reminiscenze di recenti film dell'orrore quali "L’esorcista" e "Il presagio", all'uno rimandando la figura dell'adolescente posseduta da un essere diabolico e all'altro quel succedersi di morti violente per interventi sovrannaturali.
Per la facile meccanica degli effetti orrorifici e per la forma alquanto datata (nonostante alcune ricercatezze fotografiche del prestigioso Jack Cardiff) il prodotto lascia comunque un'impressione di stantio.
Poco convincenti anche le prestazioni troppo seriose di Charlton Heston, dell’altrimenti brava e sensibile Susannah York e della giovane Stephanie Zimbalist.
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