Cose dell'altro mondo "rapiscono" Cattolica
di Maurizio Porro
Sugli schermi, "Black rainbow" (Arcobaleno nero) dell'inglese Mike Hodges, rispettando la tradizione del gotico con guglia sull'aldilà, ha ricordato che il miglior mistero di questo mondo è quello che riguarda l'altro mondo.
E racconta una favola della middle America di provincia, quella di una ragazza che va in tourneé, col padre a dar spettacolo di virtù medianiche, fungendo da «centralino» tra gli spettatori e i loro cari morti.
Finché non prevede, come nei «39 scalini», un efferato delitto, che puntualmente si avvera, e poi un altro, ancora più diabolico. Qui scatta una trappola che metterà in gioco ogni facoltà razionale, complice un giornalista in cerca di scoop: solo il buon senso parapsicologico ci impedisce di rivelare il finale.
Grazie al non banale panorama di un'America che tratta lo spiritualismo di massa come una majorette e grazie all'ottima prova di Rosanna Arquette, alla buona prova di Jason Robards e a quella mediocre di Tom Hulce, il film, illuminato dall'operatore Gerry Fisher, ha una forte presa di judo spettacolare, agendo direttamente sull'inconscio e sulle più ancestrali paure e curiosità.
Qualche preveggenza sulla conclusione lo spettatore attento ce l'ha, ma non si può pretendere che Mike Hodges, dotato di budget medio riveli il mistero dell’esistenza.
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