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Dedico a Fellini questo barone di Munchausen e Sting canterà sulla luna


di Giovanna Grassi


L'ora di ritardo con la quale il regista Terry Gilliam si presenta all'incontro con la stampa, nel teatro 5 di Cinecittà, gli viene rapidamente perdonata.

Scendendo in corsa da una bicicletta rossa Legnano, infatti, il quarantasettenne Terry non soltanto conserva la contagiosa aria da eterno ragazzo burlone, già geniale membro del gruppo ricco di umorismo dei «Monty Python » e autore di film come «Brazil » e «I banditi del tempo», ma conferma che con la produzione della sua nuova pellicola «Le avventure del barone Münchhausen» porterà lavoro nei nostri studios per un prodotto internazionale dal costo di 25 milioni di dollari.

Nel teatro campeggia una gigantesca mongolfiera colorata come i pezzetti di vetro di un caleidoscopio. Terry ride scostandosi il ciuffo ribelle da ex disegnatore di fumetti nato nel Minnesota e dice: «La mongolfiera è stata costruita dai vostri artisti artigiani con tutti i brandelli della biancheria più o meno intima delle signore incontrate, amate o soltanto corteggiate dal mio pazzo, pazzo, pazzo barone. Al fianco, con l'attore inglese prescelto per il ruolo, John Neville, lavoreranno il vostro scenografo Dante Ferretti, la costumista Gabriella Pescucci, il direttore della fotografia Peppino Rotunno. È inutile ribadire che io sono davvero e totalmente felice di aver varato dopo mesi attesa, trattative e smentite la produzione di questo kolossal per grandi e piccini, una specie di favola in perenne equilibrio tra realtà e fantasia di cui il primo ciak sarà dato lunedì con una sequenza ambienta in un vostro teatro sventrato durante l'ultima guerra e che fungerà da palcoscenico per la rappresentazione di un gruppo di guitti spagnoli del 1700, che nel secolo dell'età della Ragione stanno dando vita alle gesta, ai viaggi e alle campagne del poetico e bizzarro Barone ».

-Quali sono gli altri attori che affiancheranno John Neville nelle sue scorribande a cavallo di palle di cannone e di navicelle dorate o di mongolfiere?

«Chiarisco subito che nella troupe non ci saranno né Marlon Brando né Christopher Lambert: mistificando o la realtà, proprio come il Barone, il produttore Thomas Schuehly ed io ci siamo divertiti a spargere sino a oggi notizie più o meno glamour.

Sono assolutamente soddisfatto della scelta del cast e della formula produttiva del film, che nel mondo sarà Columbia per la distribuzione e che in Italia ha come nostri distributori Mario e Vittorio Cecchi Gori. Sean Connery, dunque, che aveva già lavorato con me, sarà il signore della Luna, Valentina Cortese sua moglie, la bambina canadese Sarah Polley interpreterà la piccola e straordinaria accompagnatrice del Barone, la bella Uma Thurman ricoprirà il duplice ruolo di Rose/Venus e, inoltre, gli attori comici Eric Idle, Charles McKeown, Jack Purvis e Wiston Dennis saranno altri compagni di ventura e sventura del nobile ufficiale.

Sting apparirà sulla Luna ed è probabile che compaia una canzone per la sua sequenza e il musicista Michael Kamen (Arma letale) sta lavorando alla colonna sonora.

-Nella stesura della sceneggiatura scritta con il suo fedele collaboratore Charles McKeown, lei è rimasto fedele al libro del 1785 di R.E. Raspe?

«Ho utilizzato il libro come spunto e non ho certo preso come esempio il film di Joseph von Baky "Il barone di Münchhausen", ma eventualmente no rivisto quello del cecoslovacco Karel Zeman.

Nel mio film, il vero barone, molto vecchio, si alza scandalizzato nella platea in cui i guitti stanno dando vita alla sua esistenza e dice che è tutto falso. Ha inizio una avventura che va avanti e indietro nel tempo e che mescola il senso del meraviglioso alla realtà rompendo i vincoli con la Storia, reinventando con un'arte di arrangiarsi anche napoletana la sua capacità di essere sempre e comunque un nobile bugiardo.

-Come definisce il Barone e perché ha scelto come protagonista il sessantaduenne John Neville?

«Il Barone è un inimitabile poeta dell'esistenza e lo scintillio della sua fantasia non ha eguali: lo vedremo in Spagna, dove gireremo in Almeria e nella cittadina abbandonata di Belchite, lo accompagneremo al centro della Terra, nel cuore di un vulcano, sulla Luna, a Costantinopoli, negli harem più segreti, tra le braccia di donne bellissime o sfiorite o della Donna Morte, uno scheletro con una parrucca rossa»,

«Poi, a Natale del 1988 - conclude Terry Gilliam - spero che andremo tutti a vederlo al cinema per uno spettacolo che spero renderà omaggio ai miei autori prediletti: a Kurosawa, a Frank Capra, a Buñuel, ai miei eterni amici Monty Python, a mio padre falegname che mi ha insegnato l'arte dell'artigiano, al cinema americano da cui sono fuggito, scegliendo la Gran Bretagna, come terra d'adozione, e dal quale tuttavia sono condizionato. Ma, questo è un piccolo segreto, il Barone sarà soprattutto un omaggio a Federico Fellini che è il vero Münchhausen e al quale avrei voluto chiedere, purtroppo però non ho osato, di interpretare il mio film».






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