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Hitler, Cuba, la Luna. Così i nuovi supereroi "riscrivono" la Storia


di Paolo Mereghetti


Kubrick non aveva dubbi: «Una delle cose che il cinema sa fare meglio di ogni altra forma d'arte è mettere in scena soggetti storici». Bisogna però aggiungere subito che non tutti i registi dimostrano la stessa serietà dell'autore di Spartacus e Barry Lyndon, la cui pignoleria storica è diventata un mito. Anzi, più la tecnologia fa passi da gigante nell'aprire nuove possibilità creative al cinema, più i film (e i registi) si prendono delle libertà sulla Storia che faticano a trovare giustificazioni. Perché non è più il tempo dei kolossal ambientati nell'antichità dove la fantasia degli sceneggiatori poteva permettersi di integrare i «buchi» degli storici o addirittura della Bibbia. No, adesso a essere preso di mira è il passato più recente, l'ieri e l'altro ieri, la cui conoscenza tutti sembrerebbero pronti a dare per scontata. E che invece ...

Prendiamo l'ultima guerra mondiale. Credevate che il nemico dei nemici fossero Hitler e i suoi nazisti in camicia bruna? Captain America: il primo vendicatore, eroe dei fumetti Marvel trasformato in personaggio cinematografico che oggi esce nei cinema italiani, ci spiega che non è vero niente. Che il vero nemico era (è?) un altro, tal Johann Schmidt, a capo di un'organizzazione segreta e potentissima -l'Hydra,- decisa a mettere fuori combattimento lo stesso Hitler se l'eroe a stelle e strisce non si affretterà a sconfiggerlo. Certo, siamo in un fumetto, dove la verità storica non è propriamente di casa, ma un conto è inventare eroi dotati di superpoteri (in fondo anche Ercole e Giasone lo erano), un conto è cancellare tutte quelle componenti «morali» del nazismo, dall'antisemitismo al superomismo al disprezzo per ogni tipo di differenza culturale, che da sole possono spiegare il sacrificio di tante vite umane sui campi di battaglia.

Una deriva, a metà tra la semplificazione e il complottismo, che è ancora più evidente in due film ancora in programmazione. Prendiamo X-Men: l'inizio. Ambientato negli anni Sessanta, butta - tra un effetto speciale e un colpo di scena - che la crisi dei missili di Cuba, nell' ottobre del 1962, non c'entra niente con la Guerra fredda, lo scontro Usa-Urss, Kennedy, Castro e Kruscev. No, tutta colpa degli alieni che frequentano il «Club Infernale» e che vogliono distruggere l'umanità per impadronirsi del nostro mondo. Allo stesso modo, in Transfonners 3, la gara tra russi e americani per la conquista dello spazio diventa solo un comodo paravento. Perché le due superpotenze vogliono arrivare per prime sulla Luna? Perché sulla sua faccia nascosta è allunata una misteriosa astronave e solo chi arriverà per primo potrà impadronirsi dei suoi segreti.

Innocenti «licenze storiche» di un cinema alla disperata ricerca di audience? Lo storico Etienne Augé, autore di un interessante «Petit traité de propagande» (Trattatello di propaganda) è di parere decisamente diverso: «Al centro dei film - ha scritto su Slate.fr - c'è la volontà di togliere all'umanità il senso di colpa per i suoi errori». Una «rivisitazione in piena regola della storia dell'umanità» aggiunge, tanto più convincente quanto il pubblico giovanile, a cui questi film sono specificamente indirizzati, da una parte non conosce più la Storia e dall'altra è particolarmente influenzabile dalla spettacolarità di questi film.

Una manipolazione della realtà che in due film (X-Men: l'inizio e Transfonners 3) acquista ancora più forza- e quindi una maggior ambiguità storica - grazie al montaggio di autentici spezzoni documentari sulla crisi di Cuba e la conquista dello spazio: con la forza del loro bianco e nero televisivo e il sigillo della loro autenticità, anche la rilettura di quei due fatti storici assume, agli occhi di un pubblico facilmente suggestionabile, una nuova forza testimoniale. «Che la diffusione sempre maggiore delle teorie complottiste - sottolinea Augé - contribuisce ad accreditare come vere».

E se riflettiamo sul fatto che queste tentazioni «revisioniste» non sono certo una novità per il cinema hollywoodiano - dallo stravolgimento delle cause della guerra civile alla base di Nascita di una nazione di Griffith, su su fino ai «meriti» diplomatici di Forrest Gump, cioè del più candido e apolitico tra i personaggi «all american» - ecco che questa recente infornata di riletture storiche assume ben altro peso e importanza. Certo, non vorremmo mai essere annoverati tra i sostenitori del complottismo, però ...






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