Ritornano le streghe
di Giovanni Grassi
Si tratta di un film dell’orrore a basso costo, che sfrutta i temi e i moduli più scontati del genere e che, per differenziarsi dall'ondata di film americani sulle case maledette e infestate dai fantasmi “alla Poltergeist”, presenta anche alcuni intermezzi «storici».
Gli spiriti smarriti che, infatti, sembrano aleggiare nella casa di legno situata vicino a un laghetto in Arizona hanno a che fare con la crocefissione di una strega condannata nel 1784. A scoprire la fosca parentela è un giovane pastore, che dopo aver assistito impotente alla semidistruzione di una famigliola da parte dei satanassi viene messo sull'avviso da una megera. Costei alloggia accanto alla villetta misteriosa e, con occhio spiritato e parrucca scarmigliata, narra storie antiche e suggerisce al ministro del culto protestante di fare ricerche in una biblioteca ricca di testi satanici e di cronache di processi ai ministri dei Male.
Mentre il pastore, che nel frattempo ha recuperato dallo stagno una croce di ferro, cerca di far luce sulla paternità della catena di omicidi avvenuti nella villetta, i superstiti se la devono vedere con una graziosa bimbetta dall'aspetto angelico e dal sorriso maligno. Si maschera, forse, sotto le sue delicate sembianze lo spirito diabolico e immortale della strega crocefissa? Ma chi si nasconde nella stanza segreta della cantina della villa?
Il film non risolve che alle ultime sequenze gli interrogativi, ma la vicenda si snoda senza suspense e senza riservare sorprese ai neofiti o agli amanti del cinema-brivido.
James Roberson, il regista di Superstion (titolo originale), lavora abitualmente per la mini-major hollywoodiana produttrice anche di questa pellicola tratta dal romanzo The Witch di Michael Sajbel e fotografata con colori spenti da Richard Haller. La colonna sonora di David Gibneyl è, invece, molto appropriata e, sibilando, suggerisce e sottolinea i paranormali delitti.
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