Ringo Starr è un "cavernicolo" che quando è innamorato dice "sog-sog"
di Giovanna Grassi
Imitando male, con toni grevi e privi dell'umorismo e della sottile filosofia dei suoi caratteri le strip di B.C (Before Christ), questo film narra le gesta della tribù degli spostati, del drappello dei suoi nemici e di un gruppo di cavernicoli e cavernicole. Non mancano in questa commedia preistorica un abominevole uomo delle nevi, una lucertolona ululante, un pterodattilo e altre invenzioni di esseri umani di mostri che, secondo gli autori avrebbero abitato l’alba delta civiltà e che dovrebbero simboleggiare l’età della pietra con tutte le sue scoperte tecniche, sessuali e naturalistiche.
La tribù degli spostati è braccata da un gruppo di agguerriti nemici capitanati dall’irsuto Tonda sposato alla conturbante Lana.
Atouk, il capo degli spostati, è attratto dalla furba Lana, che esegue il ruolo di "moglie", di Tonda con noia evidente, con languide occhiate di desiderio all'indirizzo di Atouk e con conturbante femminilità, malgrado le pelli di orso che coprono le i sue forme, Lana, però, è doppiogiochista nata e conta, in realtà, di accompagnarsi al vincitore. capito il giochetto, Atouk si innamorerà di Tala, una bellezza meno appariscente, la tipica ragazza della caverna accanto, ma più fedele e coraggiosa.
Dipanando questo filo sottile sullo sfondo del deserto del Messico, il regista Carl Gottlieb cerca di divertire lo spettatore e fa parlare ai suoi personaggi primitivi un lessico gutturale composto di 15 suoni e mono o bisillabi. Non basta, però, urlacchiare "macia" per indicare l'arrivo di un animale selvaggio o sospirare sog-sog per manifestare il proprio desiderio d'amore: il dialogo subnormale non riesce in definitiva a divertire la platea e complica inutilmente una commediola affidata a poche trovate comiche e a una interpretazione mimica pedestre.
Gottlieb proviene dai teatri cabaret del Village di New York e ha sperimentato con successo la sua verve comica d'autore in numerose trasmissioni televisive americane di successo, ma qui fallisce il bersaglio di un umorismo surreale e non riesce neppure a stimolare la curiosità dello spettatore perché la storiella è ripetitiva e i cavernicoli o preistorici mancano visibilmente di simpatia, A parte alcuni sketches divertenti, il film si snoda lentissimo verso lo scontato "happy end".
Alla sceneggiatura piatta e banale suppliscono la buona veste tecnica, forte della fotoqrafia di Alan Hume e delle piacevoli musiche di Laio Schifrin, e alcuni effetti visivi speciali. Accanto a un Ringo Starr d’animalesche sembianze, Barbara Bach recita soprattutto con il corpo e la palma della comunicativa va al giovane attore, attualmente molto richiesto oltreoceano, Denis Quaid.
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