Giochi proibiti per Ken Russell
di Giovanni Grazzini
Giocattolone per adulti in calore. In cui si suppone che una certa Joanna Crane, impiegata in un'azienda di Los Angeles, abbia una doppia vita: di giorno lavora, di notte batte le strade e riceve clienti al "Paradise Motel" nel quartiere a luci rosse di Hollywoood. Stando a Barry Sandler, sceneggiatore e produttore del film, Joanna - che al tramonto si ribatezza China Blue - è una donna molto infelice, la quale cerca conforto alla solitudine sottoponendo ai propri voleri maschi altrettanto afflitti e con consorti poco dotate di fantasia. Uno di questi è Bobby Grady, che è stato incaricato di investigare su Joanna Crane e invece ne è irresistibilmente attratto.
Giacché la signora è maestra d'erotismo, maneggia sguaiati porno-oggetti, e gli procura deliri insospettati.
Tutto bene, insomma, se la donna non fosse tallonata da un prete: un maniaco sessuale a sua volta, che vuole redimerla crocifiggendola, e invece muore ammazzato ...
China Blue non merita che ci si dilunghi su quel rapporto >a tre, e sulle svolte d'un supposto dramma incentrato sul binomio passione-violenza. È un film sofistico, un nuovo pretesto offerto a Ken Russell per delirare sull’impasto fra sesso e religione che gli ha dato gran fama di provocatore. "Prendo le vacche sacre e le distruggo", ama dire il regista che fin dal tempo dei Diavoli si compiace di dare scandalo (e trova sempre chi lo prende tanto sul serio da denunciarlo per oscenità). Qui Ken Russell distrugge il buon gusto, nonostante tenti di nobilitare la materia con ampie citazioni dall'arte erotica orientale, da Beardsley e dai secessionisti. Sfiora la pornografia con modi spavaldi, accentua il vizio della decorazione, cade spesso nel verboso. Il suo talento visivo e innegabile, e anche la sua virtù di raggiungere momenti d'intima commozione (l'incontro fra China Blue e un vecchio malato è uno di quei momenti), ma lo sfarzo della confezione, diciamo pure la buona confezione del giocattolo, non ripaga il fastidio di un grottesco quasi tutto declamato, che fa smarrire il senso ultimo del racconto consegnandolo al voyeurismo più infantile.
L'attrice protagonista è Kathleen Turner, che esordì in Brivido caldo e qui continua a far leva sulle proprie grazie. Le è al fianco John Laughlin, e l'assedia Anthony Perkins, come non mai isterico e sinistro sacerdote di Priapo.
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