Un incidente in barca priva i genitori del figlioletto di otto anni. La famiglia vive nella disperazione sino a che Skye, la madre, non vede per caso un bambino identico al suo: gioia, paura, terrore e sgomento nei suoi occhi. Così Skye si trasforma in una investigatrice, riuscendo persino ad intrufolarsi nella clinica dove hanno luogo i misteriosi esperimenti di clonazione. Decide di avvertire le autorità, ma senza prove gli agenti sono inermi. Non le rimane che lottare da sola, ma i dubbi la sorprendono quando, in cambio del silenzio, le paventano la possibilità di riavere il suo piccolo grazie un gene conservato.

Anno 2008 la biogenetica non ha limite alcuno: le nascite vengano controllate da ambigue autorità e gli scienziati si dedicano allo studio della clonazione, che permette di ottenere attraverso la manipolazione di embrioni una copia genetica identica all'originale, ovvero la possibilità di riprodurre un essere umano. Gli esperimenti, nonostante il nuovo secolo e la frantumazione di molte barriere, sono comunque considerati illegali. I medici ricercatori non si fermano davanti a nulla, legge ed etica comprese. Pochi geni sono sufficienti a ricreare un numero elevato di bambini identici, non solo fisicamente, ma anche nel carattere, l'unica variabile è il contesto di crescita. Non è certo il Duemila che porta a tali orripilanti sperimentazioni, persino durante la seconda Guerra Mondiale i Nazisti non si limitavano ad anestetizzare "a vita" gli ebrei, a farne saponette o a sottoporli ad estenuanti lavori forzati, ma i cervelloni ariani li usavano anche come cavie, sino al plausibile tentativo di riavere Hitler, lo stratega della razza, clonato come descritto nel film I ragazzi venuti dal Brasile. È mostruoso verrebbe da dire e facile sarebbe opporsi, lottando contro tali nefandezze, ma più arduo risulta essere madre, perdere un figlio di otto anni per poi sentirsi proporre di riaverlo indietro: come rispondere, "No grazie"? Come rifiutarsi di rivedere il frutto di un seme schiacciato quando ancora acerbo, adducendo a giustificazione questioni etiche e morali? Come scegliere tra un cuore e un seno di madre che palpita, e una testa che pensa? E la morte? La morte diverrebbe un breve intervallo di attesa per i vivi e una coazione a ripetere per i morti.

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