Corvo 2, fumetto gotico un pò lagnoso
di Lietta Tornabuoni
Non è un caso che il regista de "Il corvo", Alex Proyas, e il regista de "Il corvo 2", Tim Pope, vengano tutt'e due dalla realizzazione di video musicali e abbiano rapporti stretti con la musica amata dai ragazzi. Originale e sequel, con personaggi diversi, hanno in comune la linea narrativa: il protagonista, assassinato da teppisti metropolitani (insieme con la sua ragazza, insieme con suo figlio bambino), ad Halloween, nella Notte del Diavolo del 30 ottobre, risorge dalla tomba per vendicarsi ammazzando uno dopo l'altro gli uccisori; un corvo nero, emblema della vita nella morte, scorta, guida e aiuta il protagonista nel suo percorso di massacro; compiuta la vendetta, il protagonista torna nel regno delle ombre. Corvo l e Corvo 2 hanno in comune un romanticismo nero: notte, oscurità, fumi o piogge luride, sentimentalismo e violenza accompagnati da una colonna sonora bella, cimiteri e distruttività insignificante, abiti tutti neri, macabra bellezza, enigmatici legami psichici, caos anarco-delinquenziale e frastuono da discoteca, sangue e lutto.
I due protagonisti morti risultano naturalmente immortali e invulnerabili (il che attenua molto la tensione degli scontri), ma non sono portatori dello stesso pathos: Brandon Lee de "Il corvo" morì sul set a 28 anni, ucciso da un incidente rimasto misterioso il 31 marzo 1993, tre giorni prima del termine delle riprese del film; Vincent Perez de "Il corvo 2", un poco più lagnoso, è truccato da clown triste o da Pierrot lunare, con la faccia candida di biacca solcata da segni-lacrime neri, e attraversa in motocicletta il degradato universo notturno di una Los Angeles spopolata e marcia dominata da pushers sadici e da criminali sghignazzanti. II primo, terribilista, invocava "Fuoco e fiamme!"; il secondo, dolente, sentenzia "Il mio dolore è il mio potere" e cita Tennessee Williams, "Fiori per i morti, fiori per i morti". La vendetta e spietata: in "Il Corvo 2" Vincent Perez uccide un avversario dandogli fuoco, ne elimina un altro precipitandolo dall'alto, ne strazia un terzo sorprendendolo in un peep-shop tra le braccia d'una bambola-donna di gomma. L'ideologia della vendetta (avete ucciso, vi uccido) è considerata in tutt’e due i film molto più che legittima o giusta: assolutamente naturale. La pratica del girare a risparmio, del basso costo, è analoga.
Il fatto è che i due "Corvi" sono estranei alla consueta cultura del cinema, lontani persino dalla accorata malinconia, dalla dolce desolazione di Tim Burton, che quasi sempre conserva una vibrazione ironica. Nascono invece dai fumetti creati negli anni Ottanta da James O'Barr, americano di Detroit; dalla musica (nel corvo "Corvo 2" Iggy Pop, con la sua faccia di rivoltoso invecchiato, il suo corpo rinseccolito, disidratato, è un personaggio centrale, e Ian Dury ha un ruolo secondario): da una speciale sensibilità giovanile e amica del nulla che predilige, scriveva Giorgio Manganelli, quell'"amore dell'eccesso, del macabro, dell'angoscioso, del funebre che è un modo estremo di esorcizzare la morte, di respingere la realtà vista come il male perché è in contrasto con i desideri». "Il corvo 2", come il suo predecessore, si può certo definire un film gotico, ma non si può attribuire a un genere cinematografico preciso, meno che mai all'horror: è partecipe piuttosto d'una tendenza dark minoritaria ma forte e fortemente assunta da una parte della cultura giovanile, che di rado affiora e arriva al cinema. Soltanto questo rende interessante un film per altri versi mediocre, puerile, a volte ridicolo: questo, e 1° grazia patetica di Mia Kirshner dalla faccia di camelia, che recita a perfezione il suo personaggio di lavoratrice dei tatuaggi e che surclassa senza fatica Vincent Perez.
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