Tra il brivido e il sorriso
di Leonardo Autera
Il titolo si riferisce a una rivista di fumetti-horror, "Creepy", assai popolare dagli anni Cinquanta in poi tra i ragazzi anglosassoni, Già il regista inglese Freddie Francis si era rifatto, nel 1971, ad alcune di quelle strisce disegnate per i suoi Racconti dalla tomba. Ora, a sfruttare la popolarità dei celebri fumetti che temperano il macabro con l'umorismo, ha provveduto anche l'americano George A. Romero (il troppo venerato autore di La notte dei morti viventi) per una singolare operazione, consistente nel trasferire allo schermo cinque racconti dell'orrore, appositamente ideati sullo stampo di quelli di "Creepy" dallo scrittore Stephen King (rinomato per le storie demoniache di Carrie e Shining, cercando di conservare il taglio e le caratteristiche dei fumetti medesimi.
Gli short di Creepshow è come se nascessero dalle pagine della rivista dallo stesso nome che un padre autoritario sottrae al figlio e getta nella spazzatura, così ogni storia parte disegnata per poi animarsi e quindi concludersi ancora come fumetto; e anche nel corso del racconto talora le immagini si incorniciano in riquadri come nelle strisce disegnate.
In quanto alle macabre storielle: c'è la salma decomposta di un morto assassinato dalla figlia che esce dalla tomba reclamando la torta per il suo anniversario e vendicandosi atrocemente; c'è un contadino che, contaminato dal liquido verdastro di un meteorite, si trasforma in vegetale; c'è un marito che si vendica in maniera ingegnosamente complicata della moglie infedele e del suo amante assistendo in diretta sui video alla loro agonia (ma le vittime, "post mortem", si vendicano a loro volta); c'è, nell'episodio più cruento e paradossale, un infelice professore che si sbarazza orrendamente della moglie ingombrante; c'è infine un odioso uomo d'affari, maniaco dell'igiene, in lotta disperata contro una miriade di scarafaggi che invadono il suo asettico appartamento. E per ricorniciare il tutto, assistiamo al bambino dell'inizio che ricorre alla magia nera per fare pagar caro al padre l'avergli sottratto il suo giornalino degli orrori.
Tra il brivido e il sorriso, tutto questo potrebbe essere simpatico, invece risulta quasi sempre noioso. Per il semplice motivo che, nonostante le ellissi del montaggio ed altri espedienti per suggerire l'equivalenza con i fumetti, le immagini in movimento subiscono per forza di cose una dilatazione perdendo il ritmo e l'immediatezza delle figure staccate dei fumetti.
Pur riconoscendo a Creepsbow una certa eleganza formare, un buon lavoro di trucco da parte dello specialista Tom Savini e una volonterosa partecipazione dei numerosi interpreti (curiose le presenze dello stesso scrittore Stephen King con il figlio e della veterana del cinema svedese Viveca Lindfors), l'ambizioso tentativo di Romero è sostanzialmente fallito.
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