L'orrore dentro la casa
di Valerio Salvi
La nuova serie ideata da Ryan Murphy e Brad Falchuk non ha nulla a che vedere con Glee, come a sua volta Glee non era lontanamente accostabile alla serie precedente di Murphy, Nip/Tuck. Niente chirurgia né allegri numeri da avanspettacolo.
Stavolta Murphy ci offre una porzione di horror classico fumante.
Il palco di questa storia è una casa in perfetto stile Amityville Horror, con tanto di bambina affetta dalla sindrome di Down e gemelli morti in circostanze misteriose. La sceneggiatura miscela sapientemente tutti gli elementi del genere, dal coltellaccio di Psycho fino ai vasi con parti umane in formaldeide, passando per spettri, bambole impiccate, ragazzi psicopatici e marchi demoniaci.
La trama: gli Harmon si trasferiscono da Boston a Las Angeles (ma potrebbe essere qualsiasi altro posto ai confini della realtà) sperando di ricomporre una famiglia a pezzi. I due coniugi, infatti, hanno qualche problema da quando lei ha scoperto il marito psichiatra insieme a una sua paziente. Il dottor Ben Harmon (interpretato dal protagonista di Dark Blue, Dylan McDermott) è specializzato nel supporto di teenager maniaco-depressivi, mentre Vivien (Connie Britton) è una casalinga nella peggior casa possibile. E poi c'è Violet (Taissa Farmiga, sorella dell'attrice Vera), la figlia, che proprio non riesce ad ambientarsi e stringere nuove amicizie. Di fatto una famiglia allo sbando in una casa che sembra l'anticamera dell'inferno, e non certo perché costruita su un antico cimitero indiano (Poltergeist insegna). A rendere più instabile il già precario equilibrio degli Harmon ci pensa, infatti, la figlia down della loro vicina Constance (la splendida Jessica Lange), che continua a intrufolarsi in casa per dispensare strani avvertimenti.
Chiude il quadro la cameriera (Frances Conroy): una donna sfiorita e priva di un occhio che, però, a Ben appare come una procace e sexy modella (con il corpo e il viso di Alexandra Breckenridge). In tutto questo, ovviamente, non può mancare lo psicopatico di turno, e sarà Jamie Harris a vestirne i cruenti panni. American Horror Story ha insomma tutti gli ingredienti di un "thriller psicosessuale", come lo ha definito lo stesso Murphy, che esplora le nostre paure più nascoste, sollevando il velo dal volto di quell'Uomo Nero che ci spaventava quando eravamo bambini. Sebbene questo tipo di storie si prestino a episodi autoconclusivi (si pensi a I racconti della cripta), la serie conta 10 puntate in cui sarà mostrata l'evoluzione del rapporto tra gli Harmon e gli orrori nel loro animo. Consigliata a un pubblico adulto e poco impressionabile.
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