Nel paese dei malvagi alla fine vince il Bene
di Renzo Fegatelli
Dark Crystal può essere considerato per alcuni rispetti il film di Pasqua per i bambini. Allegoria dei buoni scacciati dai cattivi, delle loro sofferenze e del riscatto finale con resurrezione dell’eroina sacrificatasi per la sua gente, la favola di Jim Henson e Frank Oz è nattata mediante l'impiego di pupazzi animati. I Muppet hanno fatto scuola.
Henson ha imbastito una vicenda di tipo medievale ambientata in magici paesaggi dove, dopo mille anni di regno, stanno morendo gli ultimi Skeksi, mostri malvagi dalle sembianze di avvoltoi spelacchiati che custodiscono il cristallo nero che genera l'energia vitale. Diverranno immortali se riusciranno a tenere il cristallo fino alla prossima congiunzione dei tre soli, ma la profezia parla di un giovane che, portando nel castello il frammento mancante del cristallo, annienterà i malvagi. Tra la descrizione della vita dissipata dei decrepiti Skeksi e della serena e laboriosa vita dei mistici, s'inserisce l'abbozzo di una storia d'amore tra i due giovanissimi elfi che lottano per la salvezza della loro gente.
Henson e Oz pur non sviluppando un canovaccio originale, hanno puntato tutto sulla costruzione e sull'animazione dei pupazzi, sui costumi e sulle scenografie barocche e, in particolare, sulle espressioni dei personaggi.
La favola è sostenuta dal tono epico dei dialoghi scritti da David Odell, dal suspense legato alla sorte dei piccoli elfi attaccati dai malvagi e da piccole invenzioni che animano la natura selvaggia.
Il tono, però, è cupo. L'illustrazione delle crudeltà degli Skeksi non appare sempre adatta ai più piccoli, e alcune sfumature nella composizione dei personaggi sfuggiranno forse ai bambini.
Non sempre l'ironia riesce a neutralizzare la crudeltà e forse avremmo voluto che la favola fosse più lieta anche se da un punto di vista tecnico e iconografico merita tutta la nostra ammirazione.
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