Che paura, ma ridiamoci su
di Giovanni Grazzini
Lecca-lecca per collegiali in libera uscita e per patiti del genere «horror». Gli uni gongoleranno sentendosi venire ogni poco la strizza, gli altri faranno i complimenti al regista Fred Dekker, il quale esordisce battezzando alcuni suoi personaggi Cameron, Landis, Raimi, che sono appunto i nomi di altrettanti «maestri» dell' «horror». All'infuori di ciò, Fred Dekker non ha idee luminose. Scrivendo il film che ha diretto immagina cose sinistre: il risveglio, dopo ventisette anni, di un mostro che nel 1959 compì in California stragi terrificanti, tenuto in frigorifero dagli scienziati, e riportato in vita, senza poterne prevedere le conseguenze, da due studenti universitari, Chris e J.C..
Si tratta, alle corte, di zombies, abitati da minuscole creature striscianti che per continuare la specie entrano nella bocca dei cristiani e fanno le uova nel loro cervello. Venuti dallo spazio, non hanno benevole intenzioni: il loro sport preferito è mozzare le teste. Aiutato dal detective Cameron, che ha qualcosa da farsi perdonare e a malapena ha vinto la tentazione di suicidarsi col gas; e affiancato dalla sua intrepida fidanzatina Cynthia, Chris libera il «college» da quella peste, grazie al nobile sacrificio dell'amico J.C., ma si è proprio sicuri di essere in salvo? Eliminati gli zombies, restano nei paraggi i gatti e i cani morti-viventi...
Dimensione terrore ("Night of the creeps") è uno dei molti filmetti che coniugano horror, cronache studentesche e amori adolescenziali per introdurre variabili inquietanti nell'universo sentimentale della gioventù americana di oggi. La quale non si contenta di alternare allo studio feste da ballo e incontri sportivi: eccita il proprio immaginario con incubi truci ereditati dal cinema di fantascienza, e insinua nel proprio benessere fantasie sanguinose. Ma, grazie a Dio, anche ci ride su, per cui i tuffi al cuore sono compensati dall'autoironia.
«Cos'è, un filmaccio di serie B?» si chiede il detective di fronte al primo cadavere.
Messe così le mani avanti, il debuttante Fred Dekker sa farsi perdonare tutto: il prologo fra le galassie, la biondina trucidata a colpi d'ascia nel '59 (con le immagini in bianco e nero), le innumerevoli incongruenze e citazioni dai classici del genere. Serve a poco addebitargli come errori di sceneggiatura e difetti di buon gusto quelli che invece, per il suo pubblico, sono punti di forza giacché lo tengono col fiato sospeso.
Sia il sociologo a fare il proprio mestiere.
Noi diamo la notizia, vedete quanto preziosa, che il detective (Tom Atkins) risponde «Stupiscimi» a chi gli rivolge la parola (ma sarà lui a stupirci nell'epilogo), e che gli altri poverelli sono Jason Lively (Chris), Steve Marshall (J.C.), Jill Whitlow (Cynthia). Resta comunque accertato che per disfarsi d'uno zombie non occorre più una pallottola d'argento su cui è incisa una croce. Ci vuole il lanciafiamme, ma anche una bomboletta spray può bastare. L'essenziale è sparargli al cervello. È appunto ciò che facciamo ogni lunedì...
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