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La zombi? È mia figlia
di Tullio Kezich
Dovevi essere morta lo dice un cattivo papà che dopo aver ammazzato la figlia a botte se la ritrova davanti con aria vindice.
La battuta che fornisce il titolo italiano al film di Wes Craven, Deadly Friends è di quelle che fanno ridere, ma non è l'unica: dall'horror alla comicità il passo è breve. Di solito ai film dell'orrore si ride per esorcizzare la paura, ma qui la risata tende allo scherno.
Come mai Samantha, che doveva essere morta, va in giro con lo sguardo fisso e gli occhi cerchiati di blu a fare le sue vendette ammazzando i vicini poco simpatici? La colpa è del suo boy friend, un novello Frankenstein junior che non riuscendo a sopportare la perdita dell'amata ne ha rapito il cadavere all'ospedale e gli ha inserito un cervello elettronico. In questo modo la ragazza è risorta a immagine e somiglianza del robot BB, distrutto a fucilate da una vecchia bisbetica nella prima parte del film. Solo che BB era simpatico e Samantha ha la ferocia di uno zombi.
Visto che siamo in tema di acrobazie chirurgiche, se facessimo l’autopsia di Dovevi essere morta salterebbe fuori di tutto.
Da Frankenstein al dottor Jeckyll, dalle commedie su "the boy next door" a Halloween, da E.T. ai robot-buffoni di Guerre stellari e via enumerando. Autore di cinema neo-orrorifico finora considerato promettente (ma dopo questa prova dovrà riscattarsi agli occhi degli appassionati delusi) Wes Craven tenta di riciclare intorno alla trama del romanzo Friend di Diana Henstell ogni sorta di residuati hollywoodiani.
Il risultato? Una regia da rigattiere per una recitazione da luna park.
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