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Che disastro questa fine del mondo
di Lietta Tornabuoni
Il regista Ivan Reitman non è uno scemo: 54 anni, nato in Cecoslovacchia e cresciuto in Canada con i genitori sopravvissuti all'Olocausto, è ricco di fiuto commerciale e di spirito sarcastico, capace di identificare benissimo l'aria del tempo. Nel 1978 produsse il film-manifesto della comicità demenziale americana, "Animal House" di John Landis con John Belushi. Nel 1984 diresse "Ghostbusters-Acchiappafantasmi": primo esempio perfetto del mix terrore-buffoneria-effetti speciali; ideale dell'epoca. Adesso "Evolution", giudicato quasi unanimemente una gran scemenza, è il film-simbolo della puerilità, della volgarità, dell'antistituzionalità e dell'amore per il già visto del pubblico contemporaneo.
All'inizio, come in ogni film di fantascienza di seconda serie degli anni Cinquanta, c'è un meteorite che precipita sulla Terra diffondendo creature unicellulari aliene in rapidissima evoluzione dal verme al mostro gigantesco: scopo ovvio, distruggere la specie umana. Alla fine, a salvare l'umanità basta un immenso clistere praticato a uno scimmione. Nell'affollarsi di citazioni dal cinema di fantascienza storico o recente, senza cadere nella parodia, s'incontrano vecchie conoscenze: l'esercito comandato da ufficiali cretini, che pensano di risolvere ogni emergenza con bombardamenti napalm-nucleari; l'autorità politica vanesia e inetta, il Governatore dello Stato che non sa come cavarsela; l'autorità scientifica smarrita e ottusa; e gli eroi anti-alieni sono naturalmente una coppia di simpatici cialtroni falliti, perdenti. Turpiloquio e scatologia, quanto se ne vuole: con una non rara ma particolarissima mania per il sedere.
La critica americana ed europea è stata severissima con "Evolution". Se il film avrà successo di pubblico sarà confermato l'intuito di Ivan Reitman, se non ne avrà potrà anche voler dire che Reitman (gli è già accaduto) è arrivato troppo presto: ma la sua consonanza con lo Zeitgeist Duemila resta innegabile. Attori molto adeguati all'insieme: Duchovny di "X Files" sembra non avere la più lontana idea di dove si trovi, Julianne Moore lo stesso, mentre Orlando Jones pare non riuscire a pensare ad altro che alla propria fissazione per le ragazze e Dan Aykroyd è perfetto come stupido istituzionale.
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