The experiment: un film sadico candidato all'Oscar
di Maurizio Porro
Al «Noir in Festival», dove ha tenuto banco lo scrittore-attore di Tarantino Edward Bunker, ex detenuto di San Quintino ed ora autore di best seller, si parla di prigioni. È apparso un film tedesco particolarmente sadico e feroce, catalizzatore di una violenza che pericolosamente e subliminalmente passa dalle immagini al cervello, rimbalzando poi sui sentimenti di vendetta.
Si tratta di «The experiment», che la Germania ha candidato all'Oscar come miglior film straniero. Dice il regista Oliver Hirschbiegel, che ha lavorato molto per la Tv, che si è ispirato alla realtà virtuale del «Grande fratello», «perché è sempre l'osservazione televisiva di alcuni codici di comportamento, ma i nostri protagonisti non recitano per il video, si immedesimano davvero nei ruoli».
Il racconto ipotizza infatti che, chiamati e stipendiati per un esperimento di 15 giorni, 20 uomini normali entrino, come topolini cavia, in un finto carcere; 12 col ruolo di detenuti e 8 di guardie, seguiti da una videocamera e obbligati a non essere violenti. Ma solo dopo 36 ore, indossata la divisa, i peggiori istinti (di origine nazista) si rivelano nei secondini, che torturano ferocemente i così detti prigionieri, umiliandoli materialmente e psicologicamente, soprattutto infierendo sul n. 77, un giornalista infiltrato che sarà il casus belli che porterà, seguendo la trafila di un film carcerario classico, a sadici episodi che terminano con una rivolta, morti, feriti e un panorama romantico.
Se l'assunto non è certo nuovo e contraddice il filosofo Rousseau che dava tutta la colpa alla società, il film è furbescamente giocato su un ping pong emotivo molto forte ed è un'esercitazione pessimista sulla violenza innata.
Per ritrovare una risata, lo studio Universal ha presentato uno dei trailer con cui Ale e Franz, comici dello Zelig, bravi e surreali, marxisti nel senso dei fratelli, presenterà in gennaio 8 film neri, mentre i corti di paura, sempre sullo stesso canale, potranno contare sulla presentazione del divo hard Rocco Siffredi, ormai sdoganato dalle sue note prestazioni.
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