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Eastwood supersonico contro Mosca


di Leonardo Autera


Vedendo Firefox: volpe di fuoco sembra di essere tornati ai tempi della guerra fredda tra americani e russi. Talora il cinema di Hollywood sa anche giocarci brutti scherzi del genere, che non favoriscono certo la distensione. Tutto il bene da una parte e tutto il male dall'altra. Ma saranno veramente così crudeli, malvagi, armati delle peggiori intenzioni aggressive i sovietici, e al tempo stesso tanto sprovveduti da farsi mettere nel sacco nella maniera più clamorosa da un intrepido e generoso pilota americano che più modello di virtù non potrebbe essere?

Ecco quanto accade nel film interpretato e diretto da Clint Eastwood secondo i dettami della sceneggiatura che Alex Lasker e Wendell Wellman (la stessa coppia che collaborò a I predatori dell' Arca perduta) hanno ricavato dal romanzo di Craig Thomas. I servizi segreti americani sono venuti a conoscenza che i sovietici hanno approntato un aereo da guerra, il MIG-31 (in codice «Firefox»), di potenza sbalorditiva: la sua velocità supera di sei volte quella del suono, ha dispositivi antiradar e può lanciare missili per semplici impulsi mentali (purché pensati in russo). Per sventare l'immane pericolo per la pace nel mondo rappresentato dall'arma segreta, urge che qualcuno penetri in territorio sovietico, superi tutte le forze di sicurezza, raggiunga l'hangar dove si trova il velivolo e se ne impadronisca per pilotarlo infine verso una base americana forzando la fitta rete di Sorveglianza aerea dell'Urss.

Secondo gli esperti militari della Nato, soltanto il maggiore-pilota Mitchell Gant, che oltre tutto ha dei conti da regolare con i comunisti dopo il grave trauma che gli hanno fatto subire in Vietnam, è la persona adatta per portare a compimento tutta la difficilissima impresa. Lo vanno dunque a prelevare in Alaska, dove vive ritirato, ne vincono le reticenze e lo spediscono sotto finto nome a Mosca dove troverà appoggio da parte di un russo dissidente che lavora per i servizi segreti anglo-americani e che gli farà da guida fino alla base aerea sovietica.

Poi provvederanno a fornirgli l'ultimo aiuto gli stessi scienziati che hanno ideato il "Firefox", i quali, essendo naturalmente ebrei, non possono che essere anche anticomunisti. Fin dall'arrivo all'aeroporto di Mosca, inenarrabili sono le traversie che Gant deve affrontare scontrandosi ad ogni piè sospinto con poliziotti dall'aria e dalle maniere truci, ma dai quali riesce sempre a cavarsela (magari sgozzandone qualcuno nelle toilette) fino a raggiungere il sospirato hangar con l'aiuto del dissidente Pavel che per lui infine sacrifica la vita. Nell'hangar Gant sequestra il pilota che di li a poco dovrebbe collaudare il "Firefox" alla presenza del ministro, ne indossa la tuta e, approfittando della, confusione creata dall'incendio di un secondo aereo dello stesso tipo appositamente provocato da uno degli scienziati al suo servizio, monta sul MIG-31 e inizia il volo di ritorno che più pericoloso non si potrebbe immaginare.

Comunque, per tutta questa seconda parte del film, occupata dal volo ultrasupersonico contrastato in tutti i modi possibili dai sovietici, ma destinato al felice esito anche grazie alle missioni di appoggio americane, si mettono in moto gli effetti speciali di John Dykstra (quello di Guerre stellari) e così il film tralascia il genere di spionaggio per abbracciare quello fantascientifico con qualche migliore risultato spettacolare. Non sufficiente, tuttavia, a riscattare le balordaggini di anticomunismo viscerale e le ingenuità di racconto che dominano la prima parte.

La regia di Eastwood è anonima e scarsa di riflessi come la sua recitazione, Ad elevare il tono del film di qualche nota provvedono, oltre ai trucchi per le sequenze aeree, le accortezze fotografiche di Bruce Surtees e le aggressività del commento musicale di Maurice Jarre.






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