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Tutta l'America si arruola per "Guerre stellari"


di Ennio Caretto


Il titolo non potrebbe essere più appropriato. Non solo "Guerre stellari”, nell'edizione riveduta e corretta del suo ventesimo anniversario ha polverizzato tutti i record d'incasso nello scorso weeekend, oltre 36 milioni di dollari (ovvero oltre 57 miliardi di lire) sbancando i botteghini.

L'epopea hollywoodiana dello spazio ha anche innescato un conflitto di stelle, anzi superstelle, tra George Lucas e Steven Spielberg per il film più di cassetta di tutti i tempi.

Con 359 milioni di dollari incassati dal debutto «Guerre stellari» di Lucas, che prima del weekend era a quota 323 milioni, ha scavalcato «Jurassic park», e punta al sorpasso di «E.T.», primatista assoluto con 399 milioni di dollari, entrambi di Spielberg.

Anziché preoccuparsi, Steven Spielberg, che tra venerdì e domenica è stato tra i milioni di spettatori accorsi a rivedere il kolossal, se n'è rallegrato.

"Per la nostra generazione e per quella dei nostri figli» - ha dichiarato il cinquantenne regista-produttore -, "Guerre stellari" fa parte dei miti culturali americani. A me personalmente ha aperto orizzonti cinematografici inimmaginabili.

Lucas si è divertito all'idea di una «rincorsa spaziale» con «'E.T.». Ha ricordato ridendo che «Steven e io siamo vecchi amici, lavoriamo spesso insieme». Ma ha poi ammesso che il sorpasso non gli spiacerebbe per niente: «Abbiamo speso 10 milioni di dollari per i quattro minuti e mezzo di effetti speciali, ottenuti soprattutto con i computer, aggiunti al film. Sarebbe una bella ricompensa».

La: «Star wars mania», la mania delle guerre stellari, che ha travolto l'Ameria, come la chiamano i mass media, è indescrivibile. Tutti gli altri film sono stati dimenticati. «Jerry Maguire» con Tom Cruise, classificatosi secondo nel week end, ha incassato solo 5 milioni 600 mila dollari; ed «Evita» con Madonna e con Antonio Banderas è finita al quinto posto, 4 milioni 300 mila dollari.

La gente ha fatto la fila l'intera notte per vedere «Guerre stellari», e i botteghini hanno limitato le vendite a due biglietti a testa (in precedenza i bagarini li avevano sequestrati decuplicando i prezzi e costringendo la polizia a intervenire).

Molti spettatori si sono presentati indossando i costumi dei protagonisti del film. Molti avevano visto la pellicola ottanta volte, i fratelli Adam ed Eric Gordon di Los Angeles ben 83, probabilmente un record assoluto.

Dai sondaggi, il 62 per cento degli spettatori erano maschi, quasi tutti al disotto dei 50 anni. Le platee hanno sottolineato le scene con applausi e urla, inducendo il quotidiano «Usa Today» a commentare che «più che di una proiezione si è trattato di un party intergalattico».

I quattro minuti e mezzo di novità tecnologiche sono piaciuti, tanto che faranno parte delle nuove videocassette. Insomma, una gran festa, ravvivata a Hollywood dalla presenza alla «prima» di Mark Hamill, uno degli eroi del film, e nobilitata a Washington dal vicepresidente Al Gore, che ha definito «epocale» il ritorno di «Guerre stellari»: "È un'esaltazione dello spirito di pioniere americano, un inno all'ottimismo. Porta fortuna”, ha detto il vicepresidente degli USA.

È anche un'abile operazione finanziaria e di relazioni pubbliche.

George Lucas ha ritoccato la sua intera trilogia: presenterà la nuova versione di «L'impero colpisce ancora», girato nell'80, il 21 prossimo, e «Il ritorno dello Jedi», girato nell'83, il 7 marzo; più tardi darà il via alle maratone, diurne e notturne, con tutte e tre le pellicole, con i cinema aperti 24 ore su 24, nel weekend.

La casa produttrice, la 20th Century Fox, prevede guadagni enormi. Tom Sherak, uno dei suoi dirigenti, ha affermato che «è come Natale a febbraio: a ogni annuncio si registra subito il tutto esaurito, gli americani corrono a comprare i biglietti in anticipo».

George Lucas aveva giurato che la trilogia non avrebbe avuto un seguito. Ma l'entusiasmo del pubblico lo ha travolto. «S'è reso conto - ha riferito Tom Sherak - che la trilogia è un oggetto di culto, che non conoscerla è una grossa carenza per i nostri giovani».

Il produttore e regista si è perciò rimesso al lavoro. Non girerà un seguito, bensì un antefatto, una sorta ii «Prima delle guerre stellari». Lucas circonda l'opera di estremo riserbo. Ma, vent'anni dopo, dovrebbe essere un film ancora più spettacolare di quelli che l'hanno preceduto.






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