Harry Potter, brividi e catastrofi
di Giovanna Grassi
Amore e morte, perdite dolorose, gelosie, pozioni letali, l'ombra minacciosa del maligno Voldemort e romantici baci (non sempre casti) di fanciulle in fiore: ecco Harry Potter e il principe mezzosangue, favola più dark delle precedenti. Non è un caso che negli Stati Uniti il sesto film della saga abbia avuto il visto "PG", più restrittivo del precedente «PG 13». Diretti dallo stesso regista di questo round, David Yates, arriveranno ancora altri due episodi, che si stanno girando contemporaneamente in Gran Bretagna, entrambi tratti dal libro finale di J.K. Rowling.
I ragazzi della magica scuola di Hogwarts sono cresciuti: avevano all'incirca dieci anni quando cominciarono a interpretare i loro personaggi e ora sono diciannove/ventenni tramutati in star per più generazioni di fan. Ride Daniel Radcliffe, Harry senza i proverbiali occhialini e con un volto da elfo: «Non siamo più bambini: nella realtà, come sullo schermo, dobbiamo confrontarci con i grandi dilemmi della vita, l'assenza di amici e insegnanti che il tempo ci ha rubato. I vantaggi? Finalmente possiamo baciarci liberamente, andare al pub, vestirei come ci pare. E, questa volta, ce le diamo anche di santa ragione con Draco (Tom Felton), proprio come in un western all'ultima sfida. Parlo a nome di tutti gli amici del clan: la saga di Harry Potter ci ha aiutato a crescere nel modo migliore, dando a noi e a tanti altri coetanei il gusto della lettura, il mistero della magia, il significato del confronto tra Bene e Male».
Eccoli, spiritosi, tutti divertiti dal loro ultimo round di prodezze dove disputano, volando a cavallo di scope e con caschi di cuoio, una spettacolare partita di quidditch (il loro gioco tramutato anche in un vendutissimo videogame). Il film -153 minuti, un record! - inaugurerà il Festival di Giffoni e sarà sugli schermi italiani con 800 copie dal 15 luglio.
Positiva la prima recensione ufficiale, di Variety, dopo l'anteprima londinese: «Uno spettacolo ricco di sorprese, con effetti speciali che non dominano i temi importanti affrontati dal copione».
David Yates racconta di aver girato il film «a ritmo di rock'n'roll, con l'aiuto del compositore Nicholas Hooper e con la ripresa dei temi guida di John Williams». Infatti è molto rock la prima e sardonica sequenza in cui tre Mangiamorte nere piombano nel cielo di Londra e polverizzano antiche case Tudor facendo crollare anche il nuovo Millenium Bridge sul Tamigi, il ponte detestato da molti inglesi per la sua moderna architettura. Aggiunge Yates: Mi sono ispirato a Rembrandt, ai suoi paesaggi, ai ritratti sempre interiorizzati. Tutto il film ha i colori e le ombre dei suoi quadri».
È bella ed elegante Emma Watson, che dice: «Si sta chiudendo un periodo importante delle nostre vite. Io mi sono iscritta al college in Usa, sceglierò con oculatezza qualche altro film, se capiterà, ma soprattutto cercherò di vivere una vita normale a contatto con tanti studenti, che ... continueranno a chiamarmi Hermione. Un personaggio che mi assomiglia, come assomiglia alla mia amica J.K. Rowling nel carattere determinato e senza paure nei giudizi. È stato bello recitare con Helena Bonham Carter, la piromane Mangiamorte Bellatrix, fedelissima al Signore Oscuro Voldemort, che sarà al nostro fianco anche nel prossimo film in due parti Harry Potter e i doni della morte».
La forte (ma vulnerabile) Hermione piange per amore in questo sesto episodio, si sente tradita da Ron (Rupert Grint), conquistato da Lavander (Jessie Cave) che non solo prende l'iniziativa, ma lo bacia spesso e lungamente. Harry, a sua volta, s'innamora della sorellina di Ron, Ginny (Bonnie Wright) capelli rossi e viso saputello da acqua cheta, ma ...
«Hermione e io ci raccontiamo le nostre pene amorose- dice con humour Radcliffe - sapendo ormai che la vita ci riserverà altre illusioni e delusioni. Noi ragazzi siamo andati con la saga verso il futuro imparando, negli anni, a guardare anche al passato. Il mio bacio con Ginny è più pudico di quelli di Ron, ma io, d'altro canto, ho molto da fare in questa puntata con l'ombra di Voldemort».
Dichiarandosi come Emma e le altre ragazze del clan fan indiscussi di Twilight, che definiscono in coro «un epigono al sangue di Harry Potter», i maschietti si palleggiano le risposte più spiritose. Harry dichiara di preferire a tutti il quinto film (L'Ordine della Fenice), Ron nicchia mentre l'infido Draco sceglie questo sesto titolo, in cui ha un ruolo molto significativo. A tutti, dicono, piacerebbe anche nella vita poter e saper volare e diventare invisibili.
Li guarda con tenerezza mista ad ammirazione il premio Oscar (Iris) Jim Broadbent: "Questi ragazzi - sottolinea - hanno sopportato benissimo il peso di tanti blockbuster, film difficili da girare. Il mio professor Slughorn ha imparato molto da loro, in naturalezza e coraggio. Sì, la saga è stata un dono, una sorta di passaggio di mano tra adolescenza ed età adulta. E viceversa".
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