Quell'orrendo demone nella colonna infame
di Maurizio Porro
Niente di nuovo sotto il cielo dell’horror. Prosegue stancamente, in balìa degli effetti speciali, la saga di Hellraiser, giunta alla III puntata, nata brillantemente qualche anno fa da un soggetto di Clive Barker, che è anche un abile, visionario scrittore di orrori edipici.
La mano registica è oggi passata al professionale ma anonimo Anthony Hickox (è il destino dei serial, da 007 a Nightmare), i trucchi sono più o meno quelli, la star resta l'orrendo demonio con il viso a portaspilli, pronto a qualunque nefandezza.
I fattacci sono questi: il proprietario di un night, pensando ingenuamente all'arredamento, acquista nel solito misterioso negozio una colonna né dorica né ionica raffigurante il volto di Pinhead e altre scene miste di tortura, con corpi e facce urlanti di raccapriccio, voci lontane e sempre presenti dei gironi infernali.
Iniziano guai terribili, perché la reporter Joey, troppo curiosa e assegnata alla cronaca del pronto soccorso, osserva il corpo straziato di un giovane assalito da uncini manovrati da una mano invisibile. Morto il paziente, la ragazza prende ad indagare da sola, come si conviene al luogo comune del cinema, e cerca di rintracciare Terri, amica dello sfortunato giovane. Trattasi sempre dell'orribile Pinhead, capo dei supplizianti, che è risorto e vuole creare un suo impero di sofferenza.
Per sconfiggerlo la ragazza dovrà chiedere l'aiuto di Elliott, il soldato inglese che fu l'alter ego del demone, sempre pronto a ripresentarsi anche sotto mentite spoglie paterne, per ottenere alla fine la misteriosa scatoletta da cui nacque, nel 1987, tutto il sovrannaturale pasticcio. Lieto fine, si fa per dire, proprio un attimo prima che la Terra si trasformi in un inferno regolato dal potere demoniaco.
Tra le scene cruente di Hellraiser Il (Hell on Earth), un'apocalisse in discoteca e alcune svestizioni (anche della pelle, come nel finale di All that jazz) di povere vittime che vengono risucchiate nell'infame scultura onnivora (c'è bisogno di esseri umani per le varie reincarnazioni dal regno dei morti); ma c'è anche da dire che la tentazione del grottesco e la ridicola faccia puntaspilli rischiano spesso di rovinare l'incantesimo dell'orrore che era ben iniziato con Barker e che ora segue una sua linea di discesa, portandosi dietro i supplizianti e qualche nuovo eroe che, digiuno di tutto, si butta nell'ingorgo infernale, magari con l'aiuto della sceneggiatura di Peter Atkins, amico fidato di Barker, e di una sintonizzata colonna sonora.
Spaventi sì, che però non raggiungono mai un vero momento di tensione.
Per rassicurare i fans, è ancora Droug Bradley che raffigura l'infame creatura attraversata da spilloni, mostruoso almeno quando il Freddy di Nightmare, mentre Bob Keen (Highlander, Il ritorno dello Jedi, Cabal) si prende la responsabilità dei trucchi che sono naturalmente l'unico punto a vantaggio del banale racconto di paura.
[ Indietro ]
Articoli per film Copyright © di IntercoM Science Fiction Station - (474 letture) |