Ancora una volta immortale Lambert sconfigge la grande magia
di Maurizio Porro
Lambert stesso assicura alla fine con voce reboante, dopo aver ucciso il temibile mago Kane con un'orgia blu di scariche elettromagnetiche, che «finalmente è finita». Essendo nobile e immortale, gli crediamo sulla parola. Il fatto è che «Highlander 3» offre la sensazione di vedere per la terza volta lo stesso film: ancora l'invincibile Connor MacLeod che, cacciato dai natii Highland scozzesi nel 1536, va ramingo per il mondo, senza poter morire, ma riuscendo invece a intrecciare sempre nuove love stories, metti una ricercatrice nuovayorkese del museo anche lei interessata alla sfida.
Gli capitano cose turche, anche che il sanguinario Kane (un Mario Van Peebles in mantello e occhioni neri), già sepolto nelle profondità del Giappone, risorga grazie a una spedizione scientifica, minacciando da vicino l'High e il figlioletto, apostrofandolo con mortale malagrazia, dandogli dell'impotente: «Non sei mai stato padre, tu col tuo piccolo uccello immortale». Il nostro, dopo aver subìto attacchi di ogni tipo, rapimenti, illusionismi vari, cambiamenti d'identità a vista, anche alati, gli darà la lezione definitiva, modellando una lucente spada dopo 400 anni di attesa fra esercizi psicofisici d'arte varia marziale.
L'avventuroso e ingenuo serial che viaggia nello spazio e nel tempo con le sue teste mozze, i suoi santoni «anciè régime» e i suoi poliziotti stupiti, ha perso per strada Sean Connery e la regia è arrivata, dall'esperto videoclipparo Russell Mulcahy, al debuttante videoclipparo Andy Morahan. Il quale ha guidato la turistica troupe tra il Marocco, Montreal, la Scozia e la Francia, miscelando nobili intenti, un abbraccio mezzo desnudo, un preservativo addentato, pilotando la storiella come una visita museale alle due prime puntate.
Sorrisi, eroismi e stregoni: ma Christopher Lambert, che invece non è immortale, è invecchiato (le dita sono un poco artritiche?), appare sempre più miope e distratto, mentre il magico Van Peebles lo circuisce con esotiche malvagità, avvalendosi di un colorato effettismo speciale che ogni tanto ci salva dal torpore narrativo under 18.
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