Gli universi di Moras
di Vittorio Catani, "Urania" n. 1120, ed. Mondadori, ’90, 160 (146) pagg., 4000 £
Vincitore del Premio Urania ’89, è un ottimo romanzo dallo svolgimento che non segue decisamente quelle che sono le consuetudini del romanzo di fantascienza; né, tantomeno, del romanzo in generale.
Il protagonista è un viaggiatore di universi paralleli, la tecnologia per arrivare ai quali è ormai di pubblico dominio, e regolamentata precisamente.
Lo seguiamo, quindi, nella sua discesa verso una sempre maggiore perdita dell’entusiasmo che aveva accompagnato l’inizio di questa sua particolarissima attività, e nel rapporto, intenso, con una ragazzina di cui dire che si innamori è riduttivo.
Leggiamo di alcuni di questi suoi viaggi, di esperienze vissute tramite dei cubi di fiction ricavati, da viaggi in quegli universi, di interferenze di entità della cui provenienza non si sa nulla (lo si scoprirà solamente nel finale); e del suo amore totalizzante, annullante, per questa ragazzina.
Non c’è, una vera e propria trama; solamente che, ad un certo punto, questo suo crescente nichilismo, lo porta a distruggere, intenzionalmente, un’enorme quantità, di questi universi paralleli, provocando una sorta di collassamento anche della struttura portante del nostro, del suo.
In un crescendo di distruzione universale, lo seguiamo poi mentre fugge da un’intera umanità che ha capito essere lui, il responsabile di quanto stà accadendo, per poi venire salvato (per tutto il romanzo è un susseguirsi di situazioni dalle quale sembrerebbe non avere campo, dalle quali poi, per un intervento improbabilissimo, riesce a salvarsi) da uno dei suo gemelli di un altro universo con cui era venuto in contatto.
Il protagonista, poi, ma è basilare, di ammala di una malattia più unica che rara: il male che lo coglie è, semplicemente, il rifiuto dell’universo alla sua persona. Necro, viene chiamata.
Sarà quindi il suo intuire, inconsciamente, che l’unica sua possibilità di salvezza sia… distruggere l’universo, che lo spingerà a quella sua azione sconsiderata.
C’è, ed è raro, come sappiamo, molto sesso, e molto ben detto. E passione.
Quel desiderio del protagonista che abbiamo detto trascende un normale amore, diventa qualcosa d’altro, forse rappresenta l’Eros, che si contrappone a tutta quella distruzione, quell’entropia.
La scrittura è di altissima qualità, molto poetica, molto suggestiva; davvero una fra le prove migliori di tutta la fantascienza italiana.
In appendice, in "L’autore", anche un’ottima intervista raccolta da Nicoletta Vallorani, sulla fantascienza italiana.
[ Indietro ]
Recensioni Fs italiana Copyright © di IntercoM Science Fiction Station - (430 letture) |