di Tullio Kezich

Ieri al Festival, oggi su 600 schermi francesi, venerdì 23 maggio con oltre 500 copie (ma c'è chi dice 700) nei cinema italiani: se questa non è globalizzazione, trovate voi un altro modo per definirla. Impossibile ignorare Matrix Reloaded, che ci aggredisce dagli schermi televisivi, dai giornali e dalle copertine di un'infinità di riviste a cominciare da Time.

Nella concezione di fratelli Wachowski, Matrix è una trappola creata da un misterioso Architetto che è riuscito a imprigionare l'intero genere umano in un organico programma di computer pilotato da forze oscure. Solo una minoranza si è rifugiata nella città sotterranea di Zion, dove 250 mila transfughi tremano in attesa dell'attacco finale delle Macchine. Per fortuna approdano a Zion dalla navicella Nabucodonosor gli eroi del primo episodio. (uscito nel 2000), il nero Morpheus (Laurence Fishburne), la svettante Trinity (Carrie Ann Moss) e soprattutto Neo (Keanu Reeves), ovvero l'Eletto destinato a salvare ciò che resta del mondo reale. Per adempiere alla missione, Neo ha bisogno di consultare l'Oracolo (Gloria Foster), che gli indica la necessità di affidarsi al Fabbricante di Chiavi (Randall Duk Kim), attualmente prigioniero del vizioso Merovingio (Lambert Wilson) e della sua degna compagna Persefone (Monica Bellucci). Quest'ultima per favorire Neo pretende di godere i suoi favori sotto gli occhi dell'amata Trinity ... ma più che i baci nel film contano certe botte da orbi, spazianti dai calci in faccia alle capriole volanti della recente cineseria, affidate soprattutto a una schiera di multipli dell'agente Smith (Hugh Weaving), il quale dice: «Sai la cosa migliore di me? E che ci sono molti me!».

Dipanare questa intricata trama, che costituisce la parte centrale di una trilogia iniziata con Matrix e destinata a compiersi in autunno con Matrix Revolutions, è come entrare in una sala giochi tenendo sotto braccio i tomi più elitari e indigesti del pensiero contemporaneo, sposando le antiche leggende alla fantascienza, i «comics» alla filosofia Zen.

Difficile appassionarsi alla sorte di personaggi effimeri e artificiosi, a una vicenda che non comincia e non finisce e a uno spettacolo affidato in buona parte alle meraviglie della fotografia e degli effetti. Da un paio di stroncature apparse in anteprima su Le Film Français, si può prevedere che alcuni critici di fronte al film si comporteranno come i resistenti di Zion rispetto alla dittatura di Matrix. Quanto al mio giudizio, ne riparleremo all'uscita del terzo capitolo. Fin d'ora però posso confessare una strana reazione: nel corso delle due ore e 17 minuti che dura Matrix Reloaded ho avuto il tempo di annoiarmi, ma lo rivedrei volentieri.

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