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Un assurdo universo che spaventa: il futuro è tenebra
di Tullio Kezich
Se è vero che il cinema degli effetti speciali propone il vuoto, con la trilogia di Matrix, di cui ora arriva l'ultimo episodio, Matrix Revolutions, i fratelli Wachowski hanno voluto riempirlo anche troppo di mitografia, filosofia, religione, scienza e fantascienza. Il risultato è una sorta di doccia scozzese che incanta e annoia, attrae e spaventa nello stesso tempo. Ma soprattutto, frastorna, riempiendo gli occhi di immagini e le orecchie di suoni agghiaccianti, ponendo in sotto fondo una domanda inquietante: sarà questo il nostro futuro? Pensiamo alla prospettiva serena che ipotizzava un quarto di secolo fa Incontri ravvicinati del terzo tipo (di cui il Corriere ha appena riproposto la cassetta) e paragoniamo l'ottimismo pacifista di Spielberg con il tenebroso pessimismo dei Wachowski. Anche Matrix conclude il suo ciclo delirante con un simulacro di pacificazione fra gli uomini e le Macchine sul sacrificio estremo di Neo (Keanu Reeves), paladino dell'umanità ridotto a una specie di orbo veggente.
Debellato fra scontri e duelli volanti da super kung fu il supernemico Smith (Hugo Weaving), alla testa di un esercito di doppioni fattosi nemico degli uomini e delle Macchine contemporaneamente, ne potrebbe spuntare un altro nell'assurdo universo di un film ulteriore.
Il ciclo di Matrix non ha neppure bisogno di scomodare gli extraterrestri per mettere in forse l'esistenza stessa della razza umana. In questa pellicola conclusiva c'è più azione e meno chiacchiere, l'epica battaglia fra i resistenti di Zion e gli invasori tentacolari dura quasi mezz'ora e testimonia di una pulsione catastrofica senza precedenti nel cinema. A momenti verrebbe da dire che i Wachowski sono più avanti di tutti sul piano delle fantasmagorie apocalittiche, ma nello stesso tempo vorresti liquidare le loro profezie come qualcosa di fumettistico e irreale. Si dice che l'arte antica insegnava la certezza del bello e quella moderna semina il dubbio: un sentimento che Matrix sparge a piene mani, mettendo in forse tutto ciò che si vede e creando angoscia anche verso quello che forse non esiste.
L'idea di base è che nel progresso tecnologico dell'umanità c'è qualcosa di irrefrenabile in senso fatale. In tale modo Matrix scuote le pigrizie distruggendo ogni sicurezza, spingendoti fuori dalle righe a immaginare tragedie inimmaginabili.
Speriamo che sia soltanto un gioco, ma rimane un dubbio che il futuro ci riserva il peggio.
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