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Killer lesbo, cockteil pericoloso


di Tullio Kezich


Una macchina procede lenta nella notte sulla lunga strada delle colline di Santa Monica e quando si ferma la bella bruna a bordo si vede puntare addosso una pistola. Proprio in quel momento arriva in senso opposto una comitiva di reduci dalla discoteca e lo scontro è tremendo. Sopravvive solo la donna, che si trascina giù per la scarpata e tra un deliquio e l'altro riesce ad infilarsi in un appartamento qualsiasi.

Che cosa ci faceva in quella macchina? Dove la portavano? Perché l'hanno minacciata? E chi è questa donna?

Non lo sa nemmeno lei, ha perso la memoria; e non può fornire la minima informazione alla ragazza Betty, che ignara viene dall'Ohio alla conquista di Hollywood approfittando dell'invito a occupare l'appartamento della zia assente.

«Noir» morboso e intellettualistico, «Mulholland drive» di David Lynch va avanti sul rapporto fra le due donne, che a un certo punto finiscono a letto insieme; «Tu l'hai già fatto» chiede l'ingenua Betty; e l'altra, la smemorata: «Non lo so».

Impossibile star dietro a tutte le divagazioni del film, che includono apparizione di un mostro, le disavventure professionali e coniugali di un regista, le imprese di un killer quasi comico alla Tarantino e le recite di un cabaret delle ore piccole.

Pur affidato ad attori inesistenti, il gioco per un po’ funziona, ma andando avanti sconfina nell'arbitrio e alla fine irrita per la riluttanza a fornire spiegazioni soddisfacenti.

Senza dubbio il regista David Lynch resta un cineasta originale e inventivo, ma ha preso da Godard il gusto snobistico della reticenza e della presa in giro dello spettatore. Ciò non toglie che fra gli appassionati dell'intero pianeta l'autore di «Mulholland drive» goda di un credito che altri non hanno, prova ne siano i numerosi riconoscimenti raccolti da questo film.

Premi a pioggia, incluso quello dei critici di New York e la recente candidatura all'Oscar per la miglior regia, ma incassi deboli. Da «Variety» si apprende che nel corso delle prime diciassette settimane di programmazione negli Stati Uniti «Mulholland drive» ha realizzato appena sei milioni e mezzo di dollari, i quali sommati al resto nel mondo potranno raddoppiare.

Non basterà per affermare che il film è un successo, ma servirà a confermare ancora una volta che chi lavora per i cinefili non lavora per il pubblico.






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