Scienziato vagabondo
di Giovanna Grassi
Tipico film medio indipendente americano, Nomads (anche titolo originale) ha molte frecce al suo arco e si propone, sin dalle prime sequenze, come un interessante e personale "Movie" simile, per alcuni aspetti, ai primi film "iperrealistici" di Brian De Palma (Carrie) e di John Carpenter (Distretto 13). Scritto e diretto dal debuttante John McTiernan, Nomads è ambientato nei distretti di Los Angeles, Santa Monica e Venice, lungo il Pacifico e mescola il cinema dell'orrore e dei fenomeni sensoriali a quello delle bande di drop-outs, Sono i "nomads" per l'antropologo Pommier che con la moglie, dopo anni di studi e vagabondaggi in mezzo mondo, decide, anche per offrire un tipo di vita diverso alla consorte di origine francese, di fermarsi in California.
Il film si muove su due piani perché la storia dell'antropologo e della sua ricerca s'intreccia con i fenomeni telepatici che subisce una dottoressa il cui destino per un transfert animista si intreccerà, nel secondo tempo, a quello della moglie dell'antropologo. Ma l'aspetto più interessante di questa sceneggiatura, perfettamente resa in senso metafisico dalla contrastata fotografia di Stephen Ramsey, dal montaggio continuamente spezzato e di forte suspense, è rappresentata dalla fanta-teoria antropologica per la quale, mettendo l'uomo al centro della realtà, tutto può diventare possibile.
Valido esempio di cinema d'atmosfera e di genere, senza bisogno di scene grandguignol di sesso e sangue, Nomads è interpretato da attori molto giusti per i loro ruoli caratterizzati: Lesley Ann Down è la dottoressa, Pierce Brosnan (un divo televisivo Usa noto per le serie Manions e per il suo show molto seguito oltreoceano, Remington Steele) è l'antropologo e Anna Maria Montecelli sua moglie, doppiata nella versione italiana con accento francese da Martine Brochard. C'e- anche la rock star Adam Ant: è lo spiritato leader dei "Nomads".
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