I vampiri colti di Jarmusch: un amore nel mondo fragile
di Giovanna Grassi
Un veterano del cinema Usa più indipendente fa irrompere i vampiri sulla Croisette: è Jim Jarmusch, americano del Mid-West (Ohio), premiatissimo in passato dal Festival di Cannes e dal Sundance (basta ricordare Mistery Train, il corto Coffee and Cigarettes, Broken Flowers). Però i vampiri di Only lovers left alive sono diversissimi da quelli pop di Twilight e dai loro epigoni televisivi e cine-seriali. Perché Jarmusch è un autore colto, sofisticato, amatissimo dai cinefili e da chi predilige il binomio «cinema e musica». Le colonne sonore dei suoi film sono sempre state hit di culto, Tom Waits è uno dei suoi migliori amici come Neil Young, Willie Nelson, David Bowie e Joe Strummer dei Clash. Spiega: "I vampiri del film sono adulti, hanno conosciuto artisti e menti geniali in tutti i campi, citano Darwin, Einstein, Copernico, Shakespeare, Galileo, ascoltano sempre musica. La coppia di protagonisti è legata da profondissimo amore nei secoli e per i secoli: sono Adam ed Eve".
Anche nei nomi dei protagonisti e dei comprimari, come in molte citazioni, l'ironia di Jarmusch affiora. Adam ed Eve sono affidati a Tilda Swinton, una delle attrici anglosassoni più eleganti e intellettuali, e al più cerebrale della nuova onda di attori inglesi, Tom Hìddleston, che gli americani ormai scritturano dalla fantascienza di Thor a War Horse di Spielberg.
Nel copione scritto da Jarmusch sulla vaga traccia di un
libro di Mark Twain (Il diario di Adamo ed Eva), i due vivono tra Detroit, fotografata in maniera affascinante, e Tangeri, che per anni fu l'approdo di scrittori e artisti senza radici. Al cast si aggiungono Mia Wasikowska e John Hurt, anche lui vampiro, una sorta di maestro di vita senza tempo.
Dice Jarmusch: "I miei due protagonisti vivono di notte, girando in automobile, guardando Detroit, città che per me, nativo del Mid-West, è sempre stata un mito sia dal punto di vista architettonico che musicale e industriale e non solo per le fabbriche di automobili. Era per gli americani la Parigi del Mid-West: oggi i suoi palazzi più belli e i teatri sono diventati parcheggi, le industrie continuano a chiudere, a licenziare. Non chiedetemi di spiegare il film: interpretatelo a seconda delle vostre sensibilità. È come una e tante metafore".
Prosegue: «Tutto il mondo è alla deriva, squassato da crisi. Non mi stupisce che i film del festival e nelle sale siano spesso ritratti apocalittici di voragini di angoscia, di paura».
Nel film i protagonisti usano Skype, guardano YouTube e Jarmusch dichiara: «Adoro YouTube, il suo patrimonio vampiresco di video, che mi aiuta a vedere il passato, ma anche a scorgere il futuro e la depressione che ci circonda, raccontata da mille video del nuovo cinema di oggi. Anche questa volta la colonna sonora aderisce agli esterni del paesaggio e agli interni delle anime. Lo si evince in ogni brano classico o rock, con radici a Nashville o nel sound etnico del Marocco. È la musica che spesso dà emozioni ai miei vampiri, ombre del XXI secolo, capaci però di un grande amore, di rabbiosa pietà per gli umani zombi. A loro ho affidato quella che da sempre è, per tutti, la fragilità della nostra vita».
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