Se il passato fa più paura degli spiriti
di Maurizio Porro
Settimana dei bambini scomparsi: da un lato l'epica denuncia del film di Eastwood sulla grande depressione morale in Usa, dall'altro questo horror freudiano che, nonostante il titolo inglese, viene trionfante dalla Spagna (neo autore, Juan Antonio Bayona) dove ha conquistato pubblico, critica e sette Goya, i loro Oscar.
In gotica cornice di vecchia, isolata magione avita, un classico, Laura (la brava, intensa Belén Rueda di Mare dentro) torna alla sua infanzia di orfanella, col marito e il figlioletto a sua volta adottato, fantasioso e malato. Lo scopo è di allestire una casa per bambini disabili, ma la scomparsa del figlio, abituato a conversare con invisibili compagni di gioco, accende un sistema d'infelici memorie che nonostante gli sforzi paranormali della medium, una Geraldine Chaplin provvista di monitor ed oscilloscopi, arriva al non lieto fine solo attraverso le pulizie di fino dell'inconscio: «Non vedere per credere, ma credere per vedere». La donna con i suoi incubi, rancori e rimorsi, rimane due giorni nella casa dei fantasmi per ritrovare il suo piccino: sola contro il resto del subconscio del mondo. Sono il sesto e il settimo senso ad essere impegnati in un film dalle troppe citazioni ma che trova via via un suo stile rarefatto: si pensa a The others, a Giro di vite, a Shining, basta decidere se siamo dentro la nevrosi di una signora quasi pazza o nella zona franca delle apparizioni soprannaturali, anche se mette più paura l'assistente megera sociale.
Infarcito di molti ricordi, il film ha una pulizia visiva e un rigore della paura, senza ricorrere mai al ghigno, allo splatter, al sangue ma tenendo presente il mistero senza fondo delle coscienze infelici da cui forse dipende tutto, pure gli spiriti delle caverne marine. Bisogna scegliere di cosa aver paura, e il passato è sempre la cosa che terrorizza di più, come si vede fin dai titoli di testa magnifici, alla Saul Bass, su carta a fiori strappata dalle pareti. Se ne fa garante Guillermo del Toro, produttore, ma dall'alto delle crudeli favole mezze dark benedice Peter Pan.
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