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La promozione dell'ottimismo


di Maurizio Porro


Basterebbe il poster, che oggi è di culto: è la promozione dell'ottimismo. Chi non ricorda quel simpatico Warren Beatty, angelo con le ali e le scarpe da tennis, pronto a mettersi in volo?

Lanciato con molto successo tra i regali cinematografici laggiù nel Natale del 1978, Il paradiso può attendere è una lieve, divertente, sofisticata commedia con cui Warren Beatty e Buck Henry, registi pari merito, si industriano nel richiamare in vita - e la metafora non è casuale - il vecchio genere hollywoodiano sulla rotta dell'aldilà. Si tratta infatti di dare una seconda chance al dotato campione di football americano Joe Pendleton (l'allora 41enne Beatty, reduce dal trionfo di Gangster story, che praticava lo sport anche in prima persona) che, morto giovane per un incidente (anche l'aldilà ha le sue burocrazie e le sue inefficienze), giunto tra le nuvole ha il permesso dal Paradiso di tornare sulla Terra. Ma stavolta nei panni e con il conto in banca di un miliardario che la moglie fedifraga e il suo segretario vogliono non casualmente eliminare: da qui si sviluppa una garbata corsa con salto degli equivoci (certo, il nuovo magnate è uno stinco di santo con pensieri sportivi ed ecologici, altro che plus valore), con seconda reincarnazione aggiunta, avviata subito verso un finale in stile assai romantico completo di successo sul campo. Il film, che mette di buon umore parlando di trapassati, ma anche pungendo con bon ton i peccati mortali del capitalismo, fa parte di quel cinema americano che si diverte a giocare con la memoria e con l'amore e che vanta numerosi esempi. Tanto che questo, scritto con casto humour doc dalla spiritosa teatrante Elaine May, è proprio il remake di un successo di Alexander Hall con Robert Montgomery del '41, L'inafferrabile signor Jordan, dove lo sport era il pugilato, ma la buonanima era fatta della stessa pasta. Questo Paradiso un poco vecchio stile si rivelò la carta vincente del secondo tempo della carriera di Beatty, deus ex machina della macchinazione: la prova di appello paranormale ci seduce tutti. Il film si avvale di un cast ricco di una bella signora come Julie Christie, di un attore finissimo come l'arcangelo James Mason e di una schiera dei migliori caratteristi americani, dallo stesso co-regista Buck Henry a Jack Warden, da Dyan Cannon a Charles Grodin e Vincent Gardenia. Ma la carta vincente è che possiamo venire a patti col Destino: siamo pronti a crederci, in bilico tra realismo e fantastico.






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