Le scimmie sono tornate, debutto da record
di Giovanna Grassi
Il pianeta e la guerra delle scimmie ormai sono l'argomento del giorno in Usa: le prime pagine dei giornali parlano «di sociale antidarwinismo» lanciando dibattiti, i ragazzini vogliono le maschere dei cattivi scimpanzè del film di Tim Burton che ha sbancato il botteghino con quasi 70 milioni di dollari (circa 150 miliardi di lire) in tre giorni. Miglior debutto dell'anno e, in proporzione, anche della storia del cinema perché «The Lost World Jurassic Park» ne incassò 72, ma in un lungo weekend di 5 giorni del 1997. Sulle copertine dei rotocalchi le attrici si contendono gli spazi: se la bella Estella Warren, l'umana Daena, conquista "Talk" con in braccio un piccolo scimpanzé con biberon, la bertuccia Ari-Helena Bonham Carter le ruba le riviste di moda con il trucco scimmiesco.
Ricordando che anche il primo «Pianeta delle scimmie» nel 1968 conquistò i botteghini e ottenne un successo clamoroso, fans club e serie tv, fanno ora molto parlare queste scimmie, scimpanzè, scimmioni, bertucce liberal convinte di poter dialogare con gli uomini, oppure armate sino ai denti e certe che l'unico umano buono sia un cadavere. Rilanciano insomma la «fantasociologia».
Quest'anno, oltre a piazzarsi al primo posto con tutti i loro trucchi del mago del make-up Rick Baker (già Oscar con «The Grinch») le scimmie da laboratorio (con umani truccati e qualche vero scimpanzè, nessuna creatura digitale, tranne in una sequenza per un assalto) indicano nel box office una precisa tendenza dei gusti della platea. Se in tre giorni il loro esercito ha incassato 150 miliardi di lire, superando di poco «Il ritorno della mummia», 120 aveva totalizzato «Hannibal», 110 l'omaccio scimmiesco e grinzoso «The Grinch», l08 «Austin Powers 2» e «X - Men». E l'orco con movenze scimmiesche «Shrek» spopola con oltre 700 miliardi di lire cumulativi nel mondo.
Il produttore, Richard D. Zanuck, di «Planet of the Apes», che per evitare copie false ha fatto lanciare alla 20th Century Fox il film in simultanea in Giappone e mercati forti orientali mentre da settembre il film arriva in Europa, dichiara: «Con alle spalle successi come il primo Pianeta delle scimmie, L'esorcista, ho conquistato l'Oscar con un piccolo film umanista come A spasso con Daisy, ma penso che si parlerà molto a lungo, attraverso la metafora della storia del film di Tim Burton, della coabitazione tra umani e orangutan e del pericolo della rivolta delle natura e delle speci animali più evolute contro l'uomo».
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