Con "La maledizione della prima luna" Depp all'arrembaggio
di Maurizio Porro
Con La maledizione della prima luna, che esce oggi in 600 copie in Italia, dopo un'anteprima di un giorno che ha reso 800.000 euro e alcuni record europei, si apre una stagione che riporta in primo piano i pirati, dal film di Olmi al cartoon Sinbad il marinaio al film di Weir con Russell Crowe.
Il divertente film di Gore Verbinski, regista di The ring, ha una marcia in più proprio nel confondere stili e stereotipi, fantasmi e bucanieri, navi pirata e isole deserte col rhum. È sicuramente un film di pirati, con uno straordinario guascone Johnny Depp che si presenta in bandana, occhi bistrati, gestualità scoordinata, anelli, denti d'oro, unghie nere e foulard, e dice di essersi ispirato a Keith Richards, il chitarrista dei Rolling Stones. Ma e anche un horror-movie con fantastico, terrorizzante e fantasmatico balletto di una ciurma zombie di scheletri sotto la luna piena, e stavolta gli effetti speciali, all'antica, fanno la loro parte.
Non manca la zona cavalleresca in cui la figlia del governatore (la magnifica Keira Knightley) viene salvata e rapita in continuazione finché cade definitivamente tra le braccia del molto emergente Orlando Bloom, il fabbro eroe che la ama da sempre e si unisce a Johnny.
Ed è infine un racconto spiritoso di pura marca britannica, con il grande Geoffrey Rush che gioca di «understatement» e usa il fioretto del linguaggio e delle espressioni.
Se si aggiungono il fasto della ricostruzione (il tutto è ispirato a un'attrazione di Disneyland, ma anche a un musical operetta di Broadway), le scenografie acquatiche e navali, le vele al vento come nei Pirati di Polanski, i tuffi, le sfide, le palle al piede, l'incrocio di spade, gli usurpatori e i figli naturali, tutto deformato dal grottesco, si avrà la ragione del successo. Si tratta di una spiritosa rievocazione, scritta dagli autori di Schrek, Elliott e Rossio, con una strana coppia di amici furfanti che assicura momenti di emozione e un classico nemico anch'egli zombie, Barbossa.
La ragione di tanto furore è un medaglione azteco dai poteri paranormali e funesti, che per entrare in funzione esige un esborso di sangue come nelle migliori fiabe gotiche e il cui traguardo è il tesoro di Cortez, tipo la cassaforte di zio Paperone. È un bel divertimento, adatto ai ragazzi e agli adulti, con poche lungaggini rispetto ai 145 minuti, e molti momenti di spasso, tra cui un salvataggio finale assurdo come quello dell'Opera da tre soldi.
Volendo esagerare, per buon peso morale, mettiamo anche un appello alla libertà, quella che vale per tutti i film e le stagioni.
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