Che la forza sia con i Power rangers
di Maurizio Porro
Si fa presto oggi a far leggenda: basta un telefilm indovinato in orario preserale, la trascrizione in cartoon o fumetti e la strada del cinema è aperta. Ma non è detto che sia altrettanto fortunata: diversi i mezzi espressivi, diverso il pubblico. Comunque in USA, dove i teenagers dettano legge, «Power rangers il film», diretto da Bryan Spicer per la Fox, ha avuto successo. Del famoso serial tv sono autori i giapponesi; il film s'immagina americano, girato in Australia.
Al centro del complotto - sempre il Male contro il Bene - sei bravi e colorati ragazzi, in grado di lanciarsi col paracadute e atterrare pattinando, con uno «io» scenograficamente diviso: quando occorre, infatti, si trasformano in sei piccoli superman o Batman. Il loro capo si chiama Zordon, vive in una specie di liquido amniotico al fianco del fidato robot Alpha 5 (ricordi di guerre stellari ... ) e ha il potere di renderli invincibili.
Bisogna sapere che seimila anni or sono, egli aveva reso impotente il perfido Ooze, che voleva naturalmente impadronirsi del governo del mondo, e da allora è stato rinchiuso nelle viscere della Terra. Se non fosse per le maldestre mosse di alcuni operai che smuovono un tombino, facendo riapparire il potere Malefico che riprende il piano criminale.
Da qui l'avventura surrealmente si complica, nella ricerca di effetti in grado di épater il pubblico minorenne, mentre i sei Power Rangers vanno alla carica con tutto l'entusiasmo possibile, trovando una misteriosa fonte di potere su un altro pianeta e cercando di trasmettere il vecchio credo della «forza sia con voi», nonostante il film sia elementare a qualunque livello lo si legga, usi e costumi permettendo.
Le battaglie sono in stile cartoon giapponese, i ragazzi si sorridono e si comportano come negli spot, i cattivi sono mostriciattoli ed extraterrestri, fanno karate ma senza una goccia di sangue. Bryan Spicer sa che si rivolge a giovanissimi fan della tv, di cui il film è emanazione spontanea.
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