Tornano gli zombi
di Giovanni Grazzini
Nella abominevole gara combattuta fra maestri dell'horror per guadagnare il primato del ribrezzo, ecco inserirsi un esordiente americano che, se continua così, meriterà un'onorificenza all'Ordine del Vomito.
Si chiama Stuart Gordon, e c'è da temere che i premi ricevuti lo incoraggino a proseguire. Con gran delizia, va detto, degli amanti del genere, i quali già lo venerano e si apprestano a comprendere questo Re-animator fra gli oggetti di culto considerandolo frutto di genio fantastico quanto a noi sembra soltanto motivo di raccapriccio.
Prendendo lo spunto da pagine scritte negli anni Venti dal visionario H.P. Lovecraft, qui s'immagina che il giovane scienziato Herbert West abbia inventato un siero il quale, iniettato nel cranio dei cadaveri, li riporta in vita. L'invenzione non è priva d'interesse, ma va perfezionata. Perché i risuscitati mostrano un pessimo carattere e si comportano da belve.
Dopo aver fatto strazio, a Zurigo, del proprio maestro, West è ora negli Stati Uniti, dove vuol proseguire i suoi esperimenti in polemica con un neurochirurgo americano, il dr. Hill, e l'assistenza dello studente Daniel Caine.
I risultati sono disastrosi. Il siero funziona, ma dapprima scatena uno zombi contro il rettore dell'Università, che impazzisce, poi restituisce la vita separatamente alla testa e al tronco del dr. Hill, decapitato da West, infine provoca la resurrezione di tutti i corpi riuniti all'obitorio, i quali generano violentissimi mostri. Il peggio accade al dr. Hill, che si era voluto impossessare del segreto per dominare il mondo, ma non sapremo mai se la magica pozione sarà servita anche a far ribattere il cuore di Meg, la studentessa amata da Daniel Caine e uccisa nella tregenda. A schermo buio, il film si chiude su un urlo ...
C'è chi dice di divertirsi, a queste scene da mattatoio, e c'è chi è colto da attacchi di nausea. Ciò può persino voler dire che il film è costruito con professionale perizia e recitato con commossa partecipazione al lutto della ragione.
A noi è parsa una stupidata emerita, dove nemmeno per un attimo si coglie questo battito d'ali nere che Lovecraft chiedeva ai racconti dell'orrore.
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