Vin Diesel, l'antieroe Riddick: sogno di diventare Annibale
di Giovanna Grassi
«Il successo di Fast & Furious e l'interesse dei fan per il mio sequel di Riddick la mia saga di fantascienza iniziata nel 2000 con Pitch Black, mi aiuteranno a realizzare il mio sogno di impersonare il comandante cartaginese Annibale. È da quando ero ragazzo che desidero portare sullo schermo questa figura per me mitica», dice Vin Diesel, uno degli attori più popolari e amati negli Usa.
Oltre al franchise di Fast & Furious - sei puntate di indiscussa popolarità, e si parla già della settima - Vin, nato a New York nel 1967 da una famiglia che ha per parte materna origini siciliane, ha portato al successo, anche come produttore, le avventure di Riddick, il detenuto evaso e ricercato da tutti i cacciatori di taglie della galassia. «Nell'invasione di eroi in costume da fumetto - dice -, Riddick è un antieroe di veri muscoli. In questo nuovo episodio è tradito dalla sua specie che lo abbandona su un pianeta deserto: costretto a lottare contro feroci predatori alieni, utilizza i cacciatori di taglie della galassia per tornare sul suo pianeta Furya e salvarlo dalla distruzione. Amo molto la fantascienza di contenuti, ho interpretato molti film di questo genere, ma i miei ruoli hanno sempre avuto sembianze e tematiche umane, non astratte».
Fiero della personale affermazione anche nelle avventure del suo antieroe, dichiara: «Mi sono fatto da solo, conquistando un mio spazio nella giungla di Hollywood come attore, produttore, sceneggiatore e continuo per la mia strada, costruendo caratteri con aspetti chiari e scuri, che nella violenza cercano motivazioni e anche salvezza per i nostri simili.
Non sono un attore che frequenta feste e tappeti rossi: quando non recito sto con mia figlia, collaboro a sceneggiature e copioni dei miei film, leggo e cerco partner per i miei progetti».
Attore anomalo nel panorama hollyoodiano, diventato produttore associato ad altri finanziatori di se stesso, ha vinto contro ogni discriminazione snob molte sue battaglie, ma onestamente dichiara: «Sì, mi piacerebbe essere scritturato da grandi registi come fece Lumet (Prova a incastrarmi, 2006), ma non posso certo stare ad aspettare che si accorgano che non sono solo il Dominic Toretto di Fast & Furious. Continuerò a oliare i miei muscoli e a darmi da fare: è solo alla fine di una carriera che si valuta il successo di un attore attraverso i personaggi a cui ha dato vita. Come il solitario Riddick, che conserva quella carica di idealismo che sempre dovrebbe sorreggerci nelle nostre battaglie. I miei film non cercano effetti speciali e occhialini in 3D: anche quando hanno connotazioni fantascientifiche, è la realtà dei rapporti ciò che perseguo prima di tutto.
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