Un suntuoso musical 3D
di Maurizio Porro
Paperino, se ci sei batti un colpo. A 66 anni di distanza dai Tre Caballeros dove Donald Duck, in un exploit di sensualità, si innamorava del ritmo sudamericano, Carlos Saldanha, pagando di persona con l'immaginario natio, torna a Rio per un fosforescente, divertente cartone digitale 3D che ha iniziato benissimo la sua carriera.
Il bravo regista dell'Era glaciale si sposta così dal ghiaccio perenne al caldo del Carnevale per inseguire Blu (con la simpatica voce di Fabio De Luigi), ultimo esempio di ara macao che dal Minnesota, dove convive con una pedante ragazzina, vola a ritmo di samba verso la sua ultima anima gemella al fine di moltiplicarsi e rendere i cieli azzurri anche di pappagalli. Ma incrociano una banda di gaglioffi trafficanti di animali e vengono rapiti tra i lamenti della padroncina che a sua volta ha prenotato un flirt.
Chiaro che finisce bene, i pennuti fuggono salvi e anche il nostro Blu, che non sapeva volare, impara. In un trionfo di penne, ali, zampine e becchi multicolore, in dolby escalation di sonorità brasiliane, con un vorticoso girare di computer nella festa carnascialesca tra cinquemila comparse sudate con la frutta in testa e il piedino nervoso che batte samba e bossa nova, il film è un sontuoso musical che si adatta a più gusti, capricci e generazioni. Per i nostalgici è come rivivere le vecchie riviste, un tempo era la Wanda oggi i Legnanesi, dove non mancava mai il quadro di Rio; ma per i contemporanei è un esempio di come il cartone al computer regali prodigi tecnici narrativi (la fuga, l'aerea sequenza finale e l'atterraggio sul Carnevale) e una rara profondità di campo, facendoci osservare il piumaggio nevrotico degli volanti compagni d'ala.
Tra cui, accanto alle star in love, ci sono i caratteristi «alla Disney»: un canarino, un cardinale (sempre nel senso del pennuto), un cacatua, un tucano, ed anche scimmie esperte in capoeira brasiliano e un bulldog bavoso.
Tirando le somme, in Rio sono assai più acuti e simpatici i volatili che gli uomini, bruttini e banali nei loro sentimentalismi.
Ma soprattutto il kolossal Fox tende a strabiliare con un mix di colori, luci e musiche, son et lumière, cassaforte di sonorità sensuali, tinte sfavillanti, ritmi da trenino di auguri di San Silvestro. Questo doveva essere e questo è, un contagioso saludos amigos che Saldanha, regista di Rio, luogo del cuore, sente dal profondo ed esprime rispettando la meraviglia a grosso budget.
Per una volta gli occhialini servono allo scopo, cioè di correre tutti, tra volar di piume e batter di becchi, nel blu dipinto di blu.
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