Brigate nonni. I ribelli del tramonto
di Matteo Speroni, "Storie", ed. Cooper, 2011, 14,00 €, 256 pagg.
In un futuro che speriamo tutti possa non avverarsi mai, l’Italia arriva ad un punto, economico, di rottura; non ci sono neppure più i soldi per pagare le pensioni.
E delle persone comuni, vistesi defraudate di quello che pensavano essere un loro diritto… si incazzano. E formano un gruppo terrorista, le Brigate nonni, appunto.
Nonni perché, ovviamente, sono formate proprio da coloro che avrebbero dovuto, ma non hanno avuto, le loro pensioni.
Il romanzo racconta di una cellula, quella di Milano, di tale formazione, e di una sua azione clamorosa, in contemporanea con altre di altre città; il rapimento del sindaco, avanzando poi richieste che già si sanno inesaudibili.
Per sollevare gli animi, per far accentrare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sul disastro Italia.
Solamente che gli animi, già fin troppo esacerbati, li solleva decisamente troppo, e si scatena una babele di violenza incontrollabile.
Il tutto è raccontato in una prosa che va dal sincopato-sintetizzante ("Cappotto scarpe giacca pantaloni neri camicia bianca sciarpa di chachemire grigio ardesia, Vincent aveva un portamento antico." (pag. 186)), al poetico ("Sull’altra sponda, una fila di case bianche frapponeva una breve striscia lattea tra lo scuro dell’acqua e il verde profondo della vegetazione. Prima e dopo le case, la montagna e il lago tornavano a sfiorarsi come due labbra. Il lago quieto, il vento lieve, l’aria lucida di una mite giornata d’autunno sembravano una cornice intagliata con grazia…" (pag. 93)).
Passando per una colloquiale, che spesso induce al sorriso.
Purtroppo la storia che racconta ha radici profonde nella realtà odierna, anche se, appunto, si spera che, ormai, sia ormai solo… fantascienza.
Altri contributi critici: "Le "Brigate nonni" in carcere", di Severino Colombo, "Corriere della sera" del 20/11/2011
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