Dei dell'Olimpo come supereroi. Il kolossal 3D agita Hollywood
di Giovanna Grassi
Zeus è il possente Liam Neeson, mentre il figlio Perseo lotta contro il terribile Ade (un irriconoscibile Ralph Fiennes) che vuole portare l'inferno sulla terra. Il giovane, cresciuto tra gli uomini, deve affrontare mostri per salvare la bella Andromeda. Mitologia, romanticismo e avventure sono gli elementi che trasformano Scontro tra Titani nel fenomeno cinematografico del momento. Tra incassi e polemiche, il pubblico americano gradisce le vendette degli dei, i critici vanno all'attacco degli improbabili eroi e del 3D «taroccato».
A chi ha sbeffeggiato «la lezione di storia greca in salsa pop» del kolossal, il regista Luis Leterrier (che ha diretto tra l'altro L'incredibile Hulk e Transporter 2), ha risposto: «Considero i supereroi dei fumetti come odierni dei greci». Il dibattito si è acceso tra i pro e i contro sui colti miti offerti in chiave fantasy e al ritmo, nel caso del suo film, della musica dei Massive Attack.
Dopo lo scorso week end in cui ha battuto record incassando in due giorni più di 61 milioni di dollari, Scontro tra titani (presto in Italia) ha dominato il box office per tutta la settimana, nonostante le critiche. Non tutte: il sofisticato The New Yorker, con altri, ha sostenuto, sia pure con sfumature di ironia, il divertimento pop «per famiglie e per tutti» e la resa spettacolare della pellicola, che ripropone un film di culto del 1981.
Nel cast spicca Liam Neeson che sta presentando in Usa After Life con Christina Ricci e spiega: «Ero reduce dalla tragedia della morte di mia moglie Natasha Richardson e sono stati i miei figli a spingermi ad accettare. Li devo ringraziare: i risultati dimostrano che, intrecciando poteri o errori degli dèi (anche loro hanno un tallone d'Achille) e coraggiose gesta dei terrestri, tra elementi sovrannaturali e drammi umani, il film è andato oltre ogni diatriba e non per la sua trasformazione in 3D, effettuata non senza polemiche quando il film già era stato terminato. Abbiamo dovuto girare faticose scene ulteriori».
Ribatte, con toni seri il suo cattivo fratello Ade/Ralph Fiennes, che sta terminando come regista al debutto Coriolanus e ha pronto il nuovo Harry Potter. Non lo turba chi con ferocia ha scritto del suo Ade con parrucca: «Forse Ralph ha scelto di mascherarsi e persino di falsificare la voce per non farsi riconoscere». «La voce è diversa - dichiara Fiennes - perché Ade è stato mandato sotto terra e nelle profondità marine, tra lava, gas sulfurei e acqua, i suoi polmoni ne hanno risentito. Non tutti gli dei, al pari dei politici, hanno superpoteri!
Non mi stupisce il successo del film. In tempi di dominante tecnologia, giovani e famiglie cercano l'antidoto di miti antichi e rilanciano, nell'assenza di figure forti, leggende. La mitologia greca ha sempre avuto una influenza enorme sulla cultura e non vedo perché non possa coniugarsi con la tecnologia. Tuttavia, Scontro tra Titani è soprattutto un racconto di uomini e se i ragazzi. tornando a casa dal nostro viaggio prenderanno in mano un libro di mitologia, sarò più che mai indifferente a critiche irridenti sulle mie battute».
Perseo ha il volto di Sam Worthington, già protagonista di Avatar. «Anche nella mia Australia si cresce con i miti ellenici. Nessuno di noi aveva intenzione di dare una lezione di Storia con la testa di Medusa, i serpentoni marini e il Pegaso nero. Non ha capito alcunché chi ha sancito che Perseo è un vendicatore come Charles Bronson».
Molti hanno scritto che «il Peloponneso girato a Tenerife e l'Olimpo sembrano Las Vegas» ma la saga continuerà con una seconda puntata e Hollywood ha in cantiere altri film mitologici al pari dell'Europa dove a giorni uscirà Agora di Amenabar con Rachel Weisz nel velo della filosofa Ipazia, Grandi registi ovunque sono al lavoro su storie che si svolgono prima delle Termopili, sui Ciclopi, su Minosse, su un viaggio omerico contro il fato, sulla guerra di Troia trasformata in metafora di oggi. Ben vengano o ritornino, allora, le divinità e gli eroi peplum in sandali, le serie su Roma (Spartacus), sui gladiatori. Mentre la Grecia attraversa una crisi senza precedenti, il copyright della sua Storia e dei suoi Miti vince sul grande e piccolo schermo.
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