Spielberg, un'altra guerra: con i soldatini
di Giovanna Grassi
Nei suoi nuovissimi studios della Dreamworks a Glendale, riservati al settore animazione ed effetti speciali, Steven Spielberg ha scelto di presentare, in veste di produttore e subito dopo il suo film serio sulla guerra «Saving Private Ryan», la guerriglia dei giocattoli: «Small Soldiers» («Piccoli soldati»).
La pellicola propone una battaglia altrettanto insidiosa: un conflitto all'ultimo sangue di soldati-giocattolo guerrafondai, distribuito sugli schermi Usa a pochi giorni di distanza dalla pellicola sullo sbarco in Normandia. E se «Saving Private Ryan» è balzato in testa agli incassi, malgrado il visto che induce i genitori ad accompagnare i figli alla sua visione, "Small Soldier" ha conquistato in due settimane i più piccini incassando oltre 35 milioni di dollari.
Diretto da Joe Dante, il film è uno dei «gioielli» della corona dell'impero di Spielberg ed è interpretato da pupazzi e da attori in carne e ossa (il giovane Gregory Smith, il boss Denis Leary). Sarà un asso nella manica del Festival di Locarno dove si vedrà in anteprima europea il 7 agosto, alla presenza di Joe Dante, che per Spielberg aveva già diretto «Gremlins 1 e 2».
Dice il regista: «Tutta la reale violenza che riempie i canali tv e la cronaca viene tramutata nel film in una metafora. Odio i computer e vivo solo con un fax, ma proprio per questo mi interessa mettere a fuoco la violenza tecnologica, che domina le nostre esistenze e la società industriale, falsamente umanista».
Alla «prima» di "Small Soldiers" gli immensi studios della Universal erano stati requisiti dalla Dreamworks per una mega-festa animata dalla presenza e dalle voci del film: da Tommy Lee Jones a Frank Langella, Ernest Borgnine, Bruce Dern, George Kennedy dai veri attori o da comparse travestite da personaggi del Commando Elite. Ossia il Maggiore Chip Hazard, l'artigliere Brick, il granatiere Butch e anche i "buoni" mostri Gorgoniti alla ricerca della loro Arcadia perduta e guidati dal nobile Archer, dal mutante Frankenstein, dall'oculare Ocula (con un occhio sporgente alla E.T.) e dal simpatico Insaniac, esperto di catene per ergastolani. I loro giocattoli vanno a ruba: sono tante le bambine americane che ormai vanno a letto non con la Barbie, ma con la «creatura» Brick Bazooka.
«Small Soldiers» farà ovunque la gioia dei giovanissimi, perché è un videogioco colossale, sorretto da una enorme campagna di marketing di giocattoli e «creature»: 230, tra eroi e personaggi perfidi (già in vendita con successo anche in alcuni negozi italiani).
Ma, ha precisato Spielberg: «Gli effetti speciali sono stati affidati ai migliori premi Oscar, come Stan Winston e ad altri nomi della Industrial Light & Magic di George Lucas. La colonna ha canzoni eseguite dai Pretenders, dai Led Zeppelin, dai Cult e Cheap Trick».
Le parole di Joe Dante sottolineano una tendenza doppiogiochista che sta invadendo la tv e i videogiochi: «C'è la pericolosa legge del più forte, ma anche una storia con una morale. Non possiamo nascondere la testa sotto l'ala: i giovani sono cresciuti nella violenza e, anche se in "Bambi" c'era crudeltà, penso. che i tempi di "Torna a casa, Lassie" siano ormai lontani. I bambini sono affascinati dalle guerre, ma il Commando di soldatini cattivi rappresenta un atto d'accusa».
Joe Dante ha fronteggiato, come Spielberg, chi ha accusato il film di essere «una pellicola per famiglie, ma con all'interno un racconto feroce cyberpunk, che ha evitato di essere vietato ai minori di 13 anni solo per la furbizia di impiegare pupazzi e non attori». «La vicenda - spiega Dante - prende l'avvio, come in tanti copioni di Spielberg, in una quieta cittadina dell'Ohio. La multinazionale Globo Tech acquista due progettisti, che si avvalgono delle più avanzate tecnologie militari e realizzano il Commando, programmato per distruggere i Gorgoniti. I pupazzi elettronici si trasformano (per errore) in macchine parlanti e pensanti da combattimento e dimostrano come possa essere pericoloso l'uso incondizionati dell'elettronica e del software.
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