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Il sogno di Tim Burton: gli scheletri hanno un cuore


di Giovanna Grassi


Ha conquistato tutti Tim Burton con La sposa cadavere, che coniuga l'antico binomio «amore e morte» con malinconia è allegria ed è stato realizzato grazie alla complessa tecnica della stop-motion, figurine di plastilina e incantevoli disegni.

Film e regista (al fianco del co-autore Mike Johnson) hanno raccolto l'applauso per ora più lungo, intergenerazionale e senza defezioni della Mostra e, in fondo, Corpse Bride, titolo originale, ha preceduto il prossimo Leone alla carriera all'artista dell'animazione Hayao Miyazaki al quale, per primo, Tim Burton ieri si è inchinato definendolo «il principe delle matite incantate».

Poi, il geniale regista che sa accendere il buio delle sue dolci-amare favole cartoon (The Nightmare Before Christmas) e dei suoi film (Ed Wood, Big Fish) di tutti i colori del mondo, è stato ieri sera il protagonista del party più selettivo ed elegante di "Venezia '62", nei saloni e nel giardino del Palazzo dei Leoni, sede della Peggy Guggenheim Collection. Il luogo giusto per rendere omaggio, tra l'entusiasmo incontenibile di persone di tutte le età, a Tim, che è stato - nella Valley di Los Angeles, dove è cresciuto e che ci ha raccontato in Ed Wood - un ragazzo innamorato della pittura e dell'arte dell'illustrazione, a cominciare da quella del grande americano e disegnatore di creature malinconiche Edward Gorey. ("È vero - conferma - è il mio preferito, fonte inesauribile di ispirazione", ma anche della letteratura gotica e in particolare dei racconti di Roald Dahl, del cinema horror del nostro Mario Bava, che vedeva e continua a rivedere nelle sue notti perlopìù insonni.

Dichiara: «Bava ritorna, con la genialità delle ambientazioni dei suoi film, anche in La sposa cadavere. Lo scopersi quando ero un disegnatore Disney e passavo il tempo libero chiacchierando di trucchi: scheletri, dinosauri, marziani, cadaveri, serpenti ballerini e delle mie fantasie macabro-gotico-vittoriane. Assieme al grande tecnico degli effetti speciali Ray Harryhausen, ancora oggi il mio miglior amico (classe 1920), e a Mike Johnson che firma con me la regia del nostro film, disegnavamo, pensavamo, accarezzavamo l'idea di questo racconto ripreso da un'antica favola russa, da noi ambientata in un Paese europeo del XIX Secolo. La tecnica della stop-motion è economica rispetto alla computer grafica, utilizzata nel film solo per certi personaggi».

Racconta: «Nella nostra ballata, un timido promesso sposo, Victor, facendo la prova di infilare l'anello dorato che la sua fidanzata sogna di avere al dito nel prossimo gran giorno, per un malinteso fatale lo mette a un ramoscello, che si rivela essere l'anulare del cadavere di una sposa mancata. Apparendo tutta ossa e in abito bianco dalle viscere, essa reclama il diritto alla promessa di matrimonio fattole sia pure in modo non ortodosso e porta Victor nell'altra dimensione del mondo».

Danzano i morti nel film di Burton. Il regista che preferisce la notte al giorno e veste di nero e guarda il mondo e il regno dell'immaginario-reale dei suoi film solo con occhiali dalle lenti scure, ama la sua favola tenera e metaforica.

Dice: «L'amore e la morte sono le facce di due mondi destinati a incontrarsi: quello dove gli scheletri vivono sottoterra, in un'allegra, colorata e "vitale" comunità in cui si brinda quando arriva un trapassato, e quello dei vivi, che si dilaniano sulla terra con cuori aridi, tra truffe e matrimoni combinati, in palazzi polverosi e grigi».

Sorride Tim con quella sua aria da artista della fantasia e fa credere a tutto ciò che racconta, proprio come quando si guarda un suo film: «Corpse Bride ci insegna che un cuore può spezzarsi anche se ha smesso di battere e che forse un uomo vivo può sposare una morta. Ma la sposa sbagliata, quando capisce per chi batte davvero il cuore di Victor ... ».

Le legioni di fan di questo geniale regista americano, che da qualche anno ha scelto di vivere a Londra con Helena Bonham-Carter, ieri hanno persino dimenticato nell'entusiasmo dell'incontro che Johnny Depp, il suo attore feticcio, la calda voce dell'allampanato e vulnerabile Victor, non è venuto al Lido.

Johnny accompagnerà Tim e Helena solo a Toronto.






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