I voli fiabeschi d'un ragazzino
di Maurizio Porro
Si riaprono i regni a effetti speciali di Fantàsia e si ricicla la morale di Michael Ende, e del suo famoso libro, secondo cui i sogni, specie quelli confinanti con l'incubo, sono la linfa dell'esistenza. Se ne fa ancora una volta garante il piccolo Bastian, orfano di madre, incompreso e un po’ fifone, che si culla nella lettura della «Storia infinita» identificandosi con l'eroico protagonista, che deve sfidare maligni prodigi e l'ammaliante signora del Grande Vuoto, per salvare, dalla torre d'avorio, l'imperatrice bimba.
Accanto al fedele Atreju, il ragazzino, invocato dall'infanta dal dorato volume, salpa per i lidi fantastici sulle ali del refrain di Giorgio Moroder, visita la città d'argento, invoca un drago verde ma poi ripiega sull'amico volante Falkor, un pupazzone che, senza tassametro, lo fa scorrazzare per altri mondi, gli fa incontrare il simpatico Mordiroccia con bebé e lo depone al castello della perfida Xayide. La quale - con la connivenza di Rapidino, un gallinaccio spione che parla come Jerry Lewis - fa cadere Bastian in un tranello: per ogni desiderio che egli chiederà al suo amuleto, perderà un caro ricordo terreno.
Per fortuna «La storia infinita 2» («The neverending Story 2») non supera i 90 minuti, e il piccolo, attaccato da mostri e giganti da nightmare (incubo), con mano a tenaglia, riesce a mantenere un po’ di memoria e a vincere chiedendo, all'ultimo, che la strega, capace di fargli gli occhi dolci e di regalargli la cintura che rende invisibili, venga dotata di un cuore. E così, coraggioso, si butta nella realtà e torna a casa, bussando alla porta del papà che l'attendeva in moderata ansia. Ci saranno altri libri nel futuro?
George Miller, regista australiano dell'«Uomo del fiume nevoso» (omonimo di quello che ha diretto «Mad Max» con Mel Gibson), offre, sei anni dopo, la carta carbone del primo fortunato episodio, ribadendo che il pericolo è il Nulla e che bisogna credere nella Fantasia, specie se stampata a caratteri gotici. Purtroppo il film non offre alcuna novità, utilizza e stereofonizza il comune senso del fantasy e pecca per eccesso di effettistica speciale, con un trucco «déja vu». Nuovo invece il protagonista, un americanino con l'occhio azzurro al collirio, da dopo doccia, che deve resistere al fascino top model di Clarissa Burt, la cui immobilità viene infine scossa da un'attesa e furtiva lacrima.
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