M.O.S.T.
di Gian Stefano Spoto, "Electi", ed. Armando Curcio, 2007, 16,90 €, 352 pagg.
Non un vero e proprio romanzo di fantascienza, "M.O.S.T." racconta, però, dell’ideazione, progettazione e creazione del primo robot autocosciente.
Non è propriamente fantascienza perché, per la sua maggior parte, racconta dello "scienziato pazzo" che lo ha pensato e che conduce la cosa.
Dei suoi amori, dei suoi viaggi, delle serate speciali.
Di un greco che aveva avuto il suo stesso sogno e che aveva lasciato tracce in una breve musica dissonante.
Poi, c’è anche il robot, che si vuole sia il ricettacolo del, per così dire, meglio dell’Umanità.
Comunque, le parti migliori sono senz’altro quelle nelle quali si dice dei suoi amori pazzi, per i quali fa, per dire, un improvviso viaggio dalla Cipro turca ad un albergo in Grecia perché là uno dice che c’è una Jacuzzi.
O quelle in cui si incontra con la donna che, unica, era stata la compagnia di quel greco pazzo.
Che non sono fantascientifiche affatto.
Nel complesso, comunque, un buon romanzo, nel quale si dice, prevalentemente, di una visione della vita che fa della superficialità, mi viene da dire della "leggerezza", un principio fondamentale della vera saggezza.
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