Corpi spenti
di Giovanni De Matteo, "Urania" n. 1607, ed. Mondadori, 2014, 4,90 €, 280 pagg.
Seguito di "Sezione π", è più un giallo, che un romanzo di fantascienza.
Ambientato in un’Italia di un futuro prossimo, il 2061, dalla quale stà per staccarsi il Meridione, per diventare un’entità a sé stante, anche se con ancora forti legami con l’Italia, vede la sezione di polizia detta dei Necromanti, perché hanno degli strumenti che permettono di entrare delle psichi delle persone morte da poco tempo, che si ritrova ad indagare sul rapimento della loro capo.
Ma la trama è molto più complicata, e, sinceramente, ci si capisce poco.
C’è un russo che arriva su un cargo in una capsula criogenica che è stato nello Spazio, e ha visto, addirittura, degli alieni dall’aria quasi divina che stavano per aprirsi un varco verso il nostro mondo.
Che uccide, con una scansione simile a quella dei Necromanti, persone che, però, erano, appunto, vive.
Il perché, sinceramente, non l’ho capito.
E la mafia, mercenari balcanici e quanto altro.
Comunque, come ho detto, il tutto risulta più un giallo, un poliziesco; i momenti veramente fantascientifici sono pochi, anche se basilari per la trama.
È scritto molto bene, questo si, e riesce ad avvincere, per la trama complessa, e ad intrigare appunto per questa qualità di scrittura.
Forse una minore complessità gli avrebbe giovato, una minore cripticità; e, poi, del postumanesimo del movimento connettivista non mi è parso vi sia troppo.
Completa il volume un "Giovanni "X" De Giovanni torna su "Urania"", intervista di Giuseppe Lippi (pagg. 274-276).
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